C'è almeno un falso tra le "foto simbolo del decennio"
di Stefano D'Andrea
Il 9 aprile 2003 non c'era nemmeno un iracheno in piazza a festeggiare la caduta della statua di Saddam Hussein: guardate questo video.
L’agenzia reuters ha scelto le “foto simbolo dell’ultimo decennio”. Ne dava notizia, qualche giorno fa, il quotidiano La stampa, il quale, sul suo sito internet, ha pubblicato dodici “foto simbolo del decennio”.
Chi sa per quale ragione gli amministratori di una agenzia di informazione si arrogano il titolo di scegliere le foto di un epoca. Sapevamo, avendo ammirato da giovani le “Sei lezioni sulla storia” di Edward Carr, che i fatti della storia diventano fatti storici perché gli storici li scelgono. La qualifica di "fatto storico" non è intrinseca al fatto, bensì estrinseca e dovrebbe spettare agli storici, non ai fotografi. Ma questa è l’epoca che ci è toccato di vivere!
Ecco una delle foto:
Sotto la foto si trova una didascalia, da imputare forse a La stampa o, come credo, agli amministratori della reuters, che recita così: “Un Marine americano osserva rapito l’abbattimento della statua di Saddam Hussein, nel centro di Baghdad, il 9 aprile 2003. Fu un gesto simbolo della caduta del regime”.
Giudichino i lettori se lo sguardo del Marine sembra “rapito”. A me sembra di no. Credo, invece, che quello sguardo sia sincero – è l’unico elemento sincero della foto – e appartenga ad un soldato intelligente che, rivolgendosi con il pensiero ai suoi superiori, i quali in quel momento sovraintendevano alla operazione propagandistica (come tra breve sarà chiaro) stava pensando: “ma che diamine stiamo facendo! Avevano detto che gli iracheni ci avrebbero accolto con rose e fiori. Avevo avuto modo di ascoltare, mentre ero in Italia, anche un certo Carlo Panella e un certo Magdi Allam, i quali, appunto, in qualità di esperti, intervistati più volte in TV, avevano assicurato gli spettatori che saremmo stati accolti con rose e fiori. E adesso siamo qui a far finta che il popolo iracheno stia festeggiando la caduta della statua. Finita la farsa, è chiaro che ci attaccheranno e che, in realtà, aveva ragione Saddam Hussein: siamo noi ad essere circondati, non loro”.
Il filmato che segue mostra come il 9 aprile 2003 non c’era un solo iracheno a festeggiare la caduta della statua di Saddam. C’erano si alcune comparse (si vedono sullo sfondo anche nella foto), probabilmente pagate. E c’erano tanti fotografi e cameramen, quasi certamente anche della reuters . Quei fotografi hanno sempre saputo che si è trattato di un film: che stavano fotografando le scene di un film. Il film serviva a far credere a miliardi di poveri ingenui che ancora vedono la televisione o si informano sulla stampa ufficiale e non riescono a liberarsi di questa grave dipendenza, che Magdi Allam, Carlo Panella e tanti altri come loro, avessero ragione: gli Stati Uniti avevano appena concluso una guerra di liberazione. Mentre in verità, stava per iniziare la lotta della gloriosa resistenza della miglior parte del popolo iracheno contro le forze che avevano mosso una guerra di aggressione e avevano occupato il paese. Sarebbe bastato che i fotografi avessero fatto il loro dovere, che avessero filmato e fotografato non la scena del film; bensì l’intero set cinematografico. E avremmo capito subito. Anzi, avreste capito subito. Perché a me la gente che festeggiava parve subito poca, troppo poca, e conservai fondatamente la speranza.
Godetevi il filmato! Ah la verità
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