Questa intervista è stata pubblicata in francese sul numero di gennaio – febbraio del giornale La Décroissance, in fondo la versione in francese
Qual é la storia di Resistenze al nanomondo?
Sono più di vent’anni ormai che seguiamo gli sviluppi delle tecno-scienze e le loro conseguenze sulla società e sull’intero vivente cercando di capire le profonde trasformazioni attorno a noi. Da una decina d’anni utilizziamo il nome Resistenze al nanomondo, dal periodo in cui portavamo avanti una forte campagna contro gli sviluppi delle nanotecnologie, allora ancora poco note, se non sconosciute ai più. Questa campagna culminò nel nostro arresto per un tentativo di sabotaggio con esplosivo alle strutture di uno dei più importanti centri di ricerca al mondo sulle nanotecnologie della multinazionale IBM in Svizzera, allora ancora in costruzione. Significative furono le parole del direttore del centro, che differenziò una nanotecnologia pericolosa da una positiva senza rischi volta solo alla miniaturizzazione dei chip. Ovviamente il pensiero non può che riportarci al nucleare e a quello che si affermava per indebolire la lotta: nucleare civile non è militare. Voi che siete in Francia sapete bene quali micidiali arsenali atomici hanno messo in piedi richiamandosi ad un uso civile della proliferazione atomica.
Il nostro lavoro di analisi critica sul mondo tecno-scientifico risale però a molti anni prima e si intreccia al pensiero ecologista, vera nostra scuola di formazione, su cui siamo partiti per costruire un pensiero che fosse in grado di andare a fondo nelle tante “crisi” del nostro tempo. La crisi che da sempre sentiamo reale e concreta come l’inizio da dove prende forma l’ecocidio in atto è per noi proprio quella ecologica. Nella nostra ricerca abbiamo attraversato varie correnti di critica antisistema, come l’ecologia profonda, il primitivismo, l’antispecismo, l’anarchismo verde e tante altre: non ci siamo mai soffermati stabilmente, il nostro pensiero critico necessitava di andare ancora oltre mettendo insieme quelle connessioni e visioni d’insieme che in pochi facevano.
Allo sviluppo di pensiero critico abbiamo sempre pensato che fosse non solo necessario, ma fondamentale, costruire situazioni di resistenza verso il tecno-mondo. Non basta essere dei lucidi pensatori quando le chimere transgeniche si diffondono in natura sostituendo questa per sempre, dobbiamo impedire tutto ciò. Lottare contro l’ingegneria genetica e le tecno-scienze con i loro sviluppi irreversibili e mortiferi significa muoversi in anticipo.
Nei primi anni del 2000 avevamo iniziato una mobilitazione contro gli OGM in totale solitudine: gli ambientalisti trovavano certi contenuti troppo radicali, gli anarchici troppo parziali e la sinistra li ignorava o li additava come ambigui per una supposta mancanza di analisi di classe. Il nostro maggior riferimento in quel periodo era la Confederation Parisienne, successivamente i suoi fuoriusciti e la lucida analisi di Pièces et Main d’Oeuvre.
Una nuova coscienza ecologica, non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, si era sviluppata con la nascita del movimento antiglobalizzazione. Un pensiero però molto simbolico, con tante buone intenzioni, ma ben poco di concreto dal punto di vista teorico e anche come mobilitazioni. Seppur l’aspetto ecologico non era più marginalizzato si tendeva a restare fiduciosi nella possibilità di migliorare e indirizzare quello sviluppo, per sua essenza ecocida e distruttore di libertà, insieme agli stessi responsabili della catastrofe ecologica.
Insieme a una più ampia redazione realizzavamo un giornale che si chiamava Terra Selvaggia e il suo seguito è il giornale che portiamo avanti adesso: L’Urlo della Terra perché ormai è un grido di un pianeta morente quello che si sente e con cui dobbiamo fare i conti, noi e chi ne è responsabile.
In Francia il candito all’elezione presidenziale dei Verdi aveva in cima del suo programma la “PMA per tutte”. I verdi sono qua alla punta della mercificazione della riproduzione. E la stessa cosa in Italia ?
In Italia abbiamo il Partito Democratico (PD), la sinistra e il movimento LGBT*QIAP+ (a parte rare eccezioni) che sostengono l’utero in affitto e la procreazione medicalmente assistita (PMA) mascherando questi processi con la retorica della libertà e dell’ autodeterminazione. Spingono per una regolamentazione della “gestazione per altri (GPA) non commerciale” – neolingua che nasconde uno sfruttamento del corpo della donna e una compravendita di bambine e bambini, visto che anche per la GPA non commerciale è previsto un compenso – e il movimento LGBT*QIAP+ rivendica anche la “PMA per tutti e tutte”.
Le voci contrarie all’utero in affitto, al sex-worker, alla cancellazione della donna, alla cancellazione della base materiale dei corpi, sono continuamente tacciate come reazionarie, fasciste, omotransfobiche e transfobiche. Ma in Italia il dibattito femminista si è infiammato solo attorno alla pratica dell’utero in affitto e fatica invece a svilupparsi attorno alla PMA in un’accezione più ampia contro ogni riproduzione artificiale dell’umano. A fatica si collocano queste pratiche all’interno di processi più ampi e all’interno della direzione di questo sistema tecno-scientifico e transumanista. Benché si possono trovare delle critiche parziali e circoscritte ad alcuni aspetti, viene sostanzialmente mantenuta una posizione favorevole alla tecnica dell’inseminazione intra-uterina o favorevole a tutte le tecniche, ma limitate ad alcune condizioni, a dei casi limite e favorevole ad acconsentire la crioconservazione di gameti solo a donne e uomini che debbano sottoporsi a trattamenti come la chemioterapia. Per chi, ancora oggi, mantiene queste aperture e non vuole prendere una posizione contraria a ogni riproduzione artificiale dell’umano, continuando a rivendicare solo l’abolizione universale dell’utero in affitto, non si può più pensare a un’ingenuità: è evidente che le cliniche di fecondazione assistita certo non potrebbero esistere per effettuare esclusivamente la tecnica base dell’inseminazione artificiale. Come se non si volessero comprendere molteplici piani complementari che si intersecano e che sono inseparabili: l’aumento di infertilità, l’innalzamento dell’età in cui una donna cerca una gravidanza, il biomercato, la necessità di gameti per la ricerca e, per ultimo, ma principale fattore, la direzione e la spinta verso la riproduzione artificiale.
Basta seguire le aperture progressive delle leggi nazionali dei diversi paesi europei per vedere che, dalle coppie con problemi di infertilità alle coppie fertili con problemi di patologie genetiche trasmissibili, passo dopo passo la PMA si sta estendendo a tutte e tutti.
Seguendo la logica della riproduzione artificiale, l’embrione diventa un prodotto e ciò che è un prodotto può essere sottoposto a ogni sperimentazione e deve essere esente da difetti e il migliore possibile. La PMA rappresenta il cavallo di Troia del transumanesimo perché aperta la strada alla possibilità della riproduzione artificiale, per tutti e tutte, la logica conseguenza è proprio quella del continuo miglioramento del prodotto.
Ogni critica parziale alla riproduzione artificiale dell’umano sarà funzionale ai comitati di bioetica e servirà a spianare la strada al biotech riproduttivo e a creare quel contesto in cui la riproduzione artificiale diventerà il normale modo di venire al mondo.
Non è un caso forse che il Decreto Rilancio in Italia nel pieno emergenza Covid-19 abbia previsto un finanziamento di milioni di euro verso le associazioni LGBT.
Più generalmente, la sinistra é terrorizzata all’idea di passare per reazionaria criticando il capitalismo-liberalismo applicato alla cultura, il techno-scientismo. Come spiegare questo paradosso ?
Pensiamo che siamo già oltre a questo passaggio, la quasi totalità della sinistra non è più terrorizzata di passare per reazionaria, non esiste più questo paradosso perché questa sinistra cyborg liberale ha ben introiettato le logiche neoliberali e transumaniste e se ne fa attiva promotrice tacciando come reazionari chi critica il sistema tecno-scientifico.
Chi, di sinistra, è invece terrorizzato di essere criticato come reazionario, “no vax”, “complottista”, “negazionista”, sta facendo semplicemente dei calcoli su dove è più conveniente esporsi con la costante paura di perdere di credibilità. Così preferisce la prudenza parlando solo di GPA e non di PMA, così come sono sostenuti gli sviluppi delle tecniche di ingegneria genetica applicate in ambito medico, non rifiutando, quindi, tutto quel mondo fatto di ricerca, laboratori e di una precisa idea di vivente come ingegnerizzzabile. Così condivide la App di tracciamento per il Coronavirus ritenendo che dovrebbe essere obbligatoria come i vaccini – posizione espressa anche dalla sociologa Zuboff – evidenziando come unico problema il controllo dei dati da parte delle compagnie del digitale, controllo che dovrebbe essere in mano allo Stato. Così come viene appoggiata, sostenuta e promossa, la narrazione dominante attorno al Coronavirus. Una cecità che non può essere ancora una volta confusa come ingenuità, ma è da intendersi come un preciso posizionamento o con calcoli di varia natura o con una piena adesione alla società cibernetica e transumanista. È ormai chiaro cosa la sinistra intende con cambio di paradigma e di civiltà.
Resistere alla mercificazione della riproduzione ma anche alla 5G e all’ideologia del progresso é esporsi al terrorismo intellettuale. E vero anche in Italia ?
Determinate questioni sono ritenute intoccabili ed affrontarle criticamente soprattutto nella loro complessità e totalità senza possibili aperture vuol dire porsi in una posizione minoritaria, solitaria, scollata, prematura. Ma come parlare di posizioni premature oggi, quando già da anni era possibile intravedere l’intenzione e la direzione degli sviluppi delle tecno-scienze, della biologia sintetica, dell’ingegneria genetica, della riproduzione artificiale, si potevano intravedere anche quando questi sviluppi erano chiusi in innocenti laboratori o quando servivano a modificare e ad adattare gli animali ai processi di produzione.
Da più di vent’anni mettiamo in luce i processi di ingegnerizzazione e di artificializzazione del vivente e come il sistema tecno-scientifico si è sviluppato arrivando ad accaparrarsi i corpi che diventano materia prima, adesso alcune aree di sinistra sembrano rendersi conto di alcuni di questi processi, ma rimanendo sempre un passo indietro, oggi criticano gli OGM, quando già da tempo si sono diffusi, ma tacciono sulla nuova tecnica di ingegneria genetica CRISP/Cas 9 utilizzata per far nascere due bambine modificate geneticamente, urlano contro la mercificazione dei corpi, ma siamo già oltre al mero profitto, denunciano la violazione della privacy, ma siamo già oltre e tacciono sul progetto di ID2020 o sulla digitalizzazione di ogni ambito della nostra vita. Domani forse urleranno contro l’editing genetico e i microchip sotto pelle, ma sarà troppo tardi.
Eppure viene da sè che quando si perderà il controllo sui corpi, sui loro processi, sulla riproduzione, verranno abbattute qualsiasi tipo di barriere etiche e per il sistema sarà possibile ingegnerizzare l’intero vivente, a partire da quei processi che rendono possibile la vita sul pianeta. E su tutto questo non è possibile nessuna contrattazione.
Per quanto riguarda la rete 5G e la società cibernetica e transumanista che grazie ad essa si sta concretizzando, alcune aree di sinistra, in minoranza, hanno intrapreso una campagna di opposizione con uno sguardo che non si sofferma solo sulle pericolose e gravi conseguenze sulla salute, ma che cerca di mettere in luce le trasformazioni sociali che la 5G porta con sè. La grande maggioranza della sinistra tace e nei peggiori dei casi associa, screditando, l’opposizione alla 5G a contesti ambigui e complottisti facendo di fatto il gioco di questo sistema permettendo ai media main stream di far passare menzogne come quella in merito a centinaia di sabotaggi alle antenne 5G in Inghilterra come un’irrazionale paura verso il Covid-19.
Possiamo inoltre vedere il paradosso dei contesti femministi di non voler rendersi contro che la 5G e lo sviluppo della smar city rappresentano anche un attacco ai nostri corpi.
Ricordiamo che il progetto smart city di Barcellona è appoggiato anche da ambientalisti e femministe. Qui un peso ce l’hanno anche quegli intellettuali come Morozov e la Zuboff, funzionali a diffondere delle critiche parziali, circoscritte, recuperabili, funzionali a far passare certi processi, rivestendoli con una veste “verde, sostenibile, inclusiva, sicura” ma fondamentalmente gli stessi. Una nocività e un’idea di mondo rimane tale sia che venga gestita dalle multinazionali, sia che venga gestita da apparati pubblici. La nostra critica deve essere inconciliabile con le istanze e i valori di questo sistema.
Pensiamo ovviamente a Pasolini quando ricordiamo figure dei precursori italiane per pensare questo fenomeno. Avete altre referenze?
A Pasolini riconosciamo l’aver intuito l’inizio dei processi di omologazione, di neutralizzazione delle differenze, l’inizio di una mutazione antropologica. Processi connessi allo sviluppo della società dai consumi di massa da lui analizzata, che portarono a quel desiderio illimitato che si è poi trasformato in consumo in cui tutto diventa merce e in cui tutto diventa disponibile.
Calzano perfettamente oggi queste sue parole: “Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo. E i suoi chierici saranno chierici di sinistra”.
Pasolini descrive un nuovo potere che non ci vuole sudditi, ma consumatori che partecipano alla propria sottomissione e oggi potremmo aggiungere anche pazienti e individui biomedicalizzati. Un nuovo potere che ci rimanda al potere dolce di oggi, in cui il tu puoi esercita una maggiore forza del tu devi, un potere che non ha bisogno della coercizione, che costruisce un’architettura attorno all’individuo in cui può agire autonomamente ottenendo così che interiorizzi e riproduca dentro di sè aspetti del dominio, desiderandolo e rivendicandolo come la sua libertà.
Le riflessioni di Pasolini ci rimandano al neutrum oeconomicum di cui già trent’anni fa Ivan Illich ne preconizzava la venuta, aspetto centrale per comprendere l’attuale trasformazione antropologica dell’essere umano: un individuo neutro, indifferenziato, frammentato, sradicato, fluido, vacuo, senza identità, senza valori, senza memoria, senza radici, senza legami, senza relazioni se non quelle pseudorelazioni effimere, veloci, compulsive, usa e getta a modello della società del consumo e della distanza. Con una cancellazione della diversità tra uomo e donna per l’ideologia del medesimo: solo atomi di consumo.
Ci rimandano anche a Albert Camus con il suo libro L’uomo in rivolta, in cui si chiede “perchè rivoltarsi se non s’ha in se stessi nulla da preservare”. Oggi assistiamo a una polverizzazione della capacità anche solo di dissentire, di sentire contro e di sentire altro. Si stanno minando le basi della stessa possibilità di resistenza, dal momento in cui è più facile dominare chi non crede in niente, chi non ha sogni, chi non ha passioni, chi non ha angosce, chi non ha valori da rivendicare e da contrapporre. Se nasceremo in un laboratorio in un mondo-macchina, se la natura diventerà artificializzata e ingegnerizzata, verrà sterilizzata la capacità di comprendere la possibilità di un mondo altro e verranno minate alla base le stesse possibilità di una resistenza.
Nei nostri importanti riferimenti non possiamo non ricordare Jacques Ellul e Bernard Charbonneau.
Oggi una questione d’attualità é la tendenza verso un totalitarismo sanitario con il Covid19. Che ne pensate ?
Scriviamo queste righe da Bergamo, in una situazione di totale chiusura della socialità che adesso nella neolingua si chiama assembramento. Quando pubblicherete queste righe la situazione sarà notevolmente peggiorata visto che l’Italia si avvia alla chiusura totale e ad un’infinità di restrizioni. Queste non sono per tutti: le piccole attività avranno il colpo di grazia mentre i grandi industriali e le compagnie come Amazon potranno fare affari d’oro.
La cosa curiosa è che gran parte dell’attenzione, quando non è sequestrata dalla paura di infettarsi, è diretta verso ambiti economici che muoiono senza neanche un piccolo rimborso conclusivo. Non potrebbe del resto essere diversamente visto che per Covid-19 si muore troppo poco, meglio allora occuparsi di quell’economia che muore. Se la sanità in Italia in questi mesi è restata lo sfacelo che era, ma con il personale in mascherina marca Fiat, non si può dire lo stesso per il settore psichiatrico, notevolmente implementato per sondare il grado del crollo psico-fisico in cui stanno entrando tantissime persone ridotte allo stremo tra cifre di contagi, dati e opinioni di esperti.
Sono riusciti con politiche liberticide e terrore sanitario a creare un’enorme paura diffusa, a frammentarla dove necessario desolidarizzando ogni possibilità di presa di coscienza collettiva che non sia individuale o di categoria lavorativa. Sotto quelle mascherine usate anche per fare ginnastica non c’è solidarietà ma omologazione e conferma della separazione, che la neolingua chiama distanziamento. Si pensa solo ai rischi per la salute, in realtà molto remoti, e ai posti di lavoro dimenticandosi completamente della propria esistenza, della propria libertà, delle relazioni con l’altro, della socialità e della cultura come momento di condivisione e crescita. In pochi mesi tutto questo si avvia non verso una marginalizzazione, ma verso una totale distruzione per andare verso un mondo sempre più digitale e automatizzato, dove non resta che la sopravvivenza. Nelle scuole i nuovi banchi sono fatti solo per contenere computer non più libri e matite. Per gli anziani, per chi si ostina a sopravvivere dopo la prima mattanza nelle case di cura qui in Lombardia, resta la quasi impossibilità di curarsi e soprattutto di prevenire quelle patologia che solo in Italia fa oltre cento mila morti al giorno: i tumori da cause ambientali.
Siamo oltre a quello che in genere descriviamo come totalitarismo, stiamo arrivando alla piena realizzazione del progetto di digitalizzazione delle esistenze, alla piena realizzazione del così detto “pianeta intelligente” di IBM. Non abbiamo esperienza di qualcosa del genere, questo necessita la creazione di nuovi strumenti analitici per capire dove ci sta portando.
Abbiamo sempre sostenuto che le tecnologie non corrono e non fanno balzi improvvisi, ma ci sono delle eccezioni che permettono un’accellerazione senza precedenti. In questo clima di emergenza l’economia internazionale della finanza, delle banche, delle multinazionali entra nel suo nuovo assetto e viene ridisegnato un mondo nuovo fatto di dittatura digitale e terrore sanitario, descritto come l’unico mondo a cui d’ora in poi dovremo adattarci.
Sotto attacco sono i corpi tutti medicalizzati dalla nascita alla morte che saranno ingegnerizzati geneticamente con i nuovi vaccini anti Covid in arrivo e le nostre libertà saranno sempre più ridotte a ombre spettrali.
Quelle est l’histoire de Resistenze al nanomondo (résistance au nanomonde)?
Depuis plus de vingt ans, nous suivons l’évolution des techno-sciences et leurs conséquences sur la société et sur le vivant. Nous utilisons ce nom de Resistenze al nanomondodepuis une dizaine d’années. À l’origine, nous avons mené une grande campagne contre le développement des nanotechnologies. Elles étaient alors encore peu connues, voire inconnue, de la plupart. Cette campagne a abouti à notre arrestation pour tentative de sabotage à l’explosif des installations de l’un des principaux centres mondiaux de recherche en nanotechnologie de la multinationale IBM, en Suisse. Ce centre était alors encore en construction. Les propos du directeur du centre ont été significatifs : il distinguait une nanotechnologie dangereuse d’une nanotechnologie positive sans risques visant uniquement la miniaturisation des puces. Évidemment, cette rhétorique ne peut que faire penser à celle du nucléaire, par exemple « le nucléaire civil n’est pas militaire ». Cela vise à affaiblir toute résistance. Vous qui êtes en France, vous savez bien quel armement nucléaire a été mis en place en prétextant un usage civil de la prolifération atomique.
Mais notre travail d’analyse critique du monde techno-scientifique remonte à de nombreuses années auparavant. Il est intimement lié à la pensée écologique. Elle a été notre véritable école de formation, celle sur laquelle nous avons commencé à bâtir une pensée qui soit en capacité d’aller au fond des choses des multiples crises contemporaine La crise à partir de laquel l’effondrement en cours découle est pour nous la crise écologique. Au cours de nos recherches, nous sommes passés par différents courants de critique anti-système comme l’écologie profonde, le primitivisme, l’antispécisme, l’anarchisme vert et bien d’autres. Nous ne nous sommes jamais fixés. Notre pensée critique se devait aller plus loin. Au cours de cette recherche, nous avons toujours pensé qu’il était non seulement nécessaire, mais fondamental, de construire des actions résistances concrètes au monde technologique. Il ne suffit pas d’être des penseurs lucides lorsque les chimères transgéniques se répandent dans la nature, la transformant pour toujours. Nous devons empêcher cela. Lutter contre le génie génétique et les techno-sciences et leurs développements irréversibles et mortels, c’est aller de l’avant.
Au début des années 2000, nous avons initié la mobilisation contre les OGM dans une solitude totale. Les écologistes trouvaient certains de nos contenus trop radicaux, les anarchistes trop partiaux et la gauche les ignorait, ou les désignait comme ambigus en raison d’un prétendu manque d’analyse de classes. Notre principale référence à cette époque était la Confédération Parisienne, puis ses exilés et l’analyse pleine d’acuité de Pièces et Main d’Oeuvre.
Une nouvelle prise de conscience écologique, non seulement en Italie mais aussi au niveau international, s’est développée avec la naissance du mouvement anti-mondialisation. Une pensée très théorique, certes avec beaucoup de bonnes intentions, mais débouchant sur très peu d’actions concrètes comme de mobilisations. Bien que l’aspect écologique ne soit plus marginalisé, la tendance est à rester confiants dans la possibilité d’améliorer et de diriger ce développement. Ce dernier est pourtant est par essence écologiquement suicidaire et destructeur de la liberté.
Grâce à une rédaction plus étoffée, nous avons créé un journal titré Terra Selvaggia (Terre Sauvage). Son successeur est notre journal actuel : L’Urlo della terra. « Le Cri de la Terre » car maintenant c’est le cri d’une planète mourante et à laquelle nous devons rendre des comptes, nous et quiconque en est responsable.
En France, le candidat à l’élection présidentielle des Verts avait le slogan « PMA pour tous » en tête de son programme. Les Verts sont ici à la pointe de la marchandisation de la reproduction. Est-ce la même chose en Italie ?
En Italie, le Parti démocrate (PD), la gauche et le mouvement LGBT * QIAP + soutiennent), à de rares exceptions près, revendique la location d’utérus et la procréation médicalement assistée (PMA). Tous travestissent ces procédés grâce la rhétorique de la liberté et autodétermination. Ils font pression pour une créer une réglementation de la « gestation pour les autres (GPA) non commerciale ». Une novlangue qui dissimule l’exploitation du corps de la femme et l’achat et la vente d’enfants car même pour le GPA « non commerciale » il est prévu une compensation. Le mouvement LGBT * QIAP + revendique également la « PMA pour tous et tous »
Les voix opposées à la location de l’utérus (GPA), aux « travailleurs du sexe », à l’effacement de la femme, à la suppression de la base charnelle des corps, sont continuellement accusées de réactionnaires, fascistes, d’homophobie et de transphobie. Mais en Italie, le débat féministe ne s’est enflammé qu’autour de la question de la GPA. Il a du mal à prendre sur la celle de la PMA et dans un sens plus large contre toute reproduction artificielle de l’humain. Ces pratiques sont comprises avec peine comme s’inscrivant dans les processus et direction plus larges et du système techno-scientifique et transhumaniste. Si des critiques partielles et limitées sur certains aspects peuvent être comprises, une position favorable à la technique d’insémination intra-utérine, et plus généralement favorable à toutes les techniques, perdure.
Pourtant ceux qui ne veulent pas prendre une position contraire à toute reproduction artificielle de l’humain, en continuant à revendiquer uniquement l’abolition universelle de la GPA, ne doivent pas être naïf : il est évident que les cliniques pratiquant la PMA ne pourraient pas exister seulement pour réaliser la technique de base de l’insémination artificielle. C’est comme si vous ne vouliez pas comprendre ici de multiples plans, complémentaires, qui se croisent et sont indissociables : l’augmentation de l’infertilité, l’élévation de l’âge auquel une femme veut tomber enceinte, le business de la reproduction, le besoin de gamètes pour la recherche et, dernier mais principal facteur, la pente et l’encouragement vers la reproduction artificielle. Il suffit de suivre les ouvertures progressives des législations nationales des différents pays européens pour observer que, des couples avec des problèmes d’infertilité aux couples fertiles avec des problèmes de maladies génétiques transmissibles, la PMA s’étend pas à pas à tout le monde. Suivant la logique de la reproduction artificielle, l’embryon devient un produit et ce qui est un produit peut être soumis à toute expérimentation. Il doit être exempt de défauts et le meilleur possible. La PMA représente le cheval de Troie du transhumanisme car il ouvre la voie à la possibilité de la reproduction artificielle pour tous. La conséquence logique est précisément celle de l’amélioration continuelle du produit. Dans ce contexte, toute critique seulement partielle de la reproduction artificielle est utilisée par les comités de bioéthique. En effet, elle sert à ouvrir la voie de la biotechnologie de la reproduction et a créer un environnement dans lequel la reproduction artificielle deviendra le moyen normal de venir au monde. Ce n’est peut-être pas un hasard si la loi de relance en Italie au milieu de l’urgence Covid-19 a prévu un prêt de millions d’euros aux associations LGBT.
Plus généralement, la gauche est terrorisée par l’idée de passer pour réactionnaire en critiquant le capitalisme-libéralisme appliqué à la culture, au techno-scientisme. Comment expliquer ce paradoxe ?
Nous pensons que nous sommes déjà au-delà de cette question. La quasi-totalité de la gauche n’est plus terrifiée à l’idée passer pour réactionnaire. Ce paradoxe n’existe plus parce que ce libéral cyborg gauche a totalement intériorisé les logiques néolibérales et transhumanistes. Il les promeut activement et dénonce comment réactionnaires ceux qui critiquent le système techno-scientifique. Ceux de gauche qui, en revanche, sont terrifiés à l’idée d’être critiqués comme réactionnaires, anti-vaccin, « théoriciens du complot », « négationnistes », font simplement des calculs pour savoir où il est plus profitable de s’exposer avec la peur constante de perdre en crédibilité. Ainsi, ils privilégient la prudence, ne parlant que de GPA et non de PMA, ou en n’évoquant que le soutien au développement des techniques de génie génétique appliquées au domaine médical. Ils rejettent donc en rien ce monde fait de recherche, de laboratoires et d’une façon d’envisager la vie conçue par les ingénieurs. Ils partagent donc l’application de suivi des coronavirus. Ils estiment qu’elle devrait être obligatoire comme les vaccins. Une position également exprimée par le sociologue Zuboff mettant en avant le contrôle des données par les entreprises numériques comme le seul problème, un contrôle qui devrait être entre les mains de l’État. Tout comme le récit dominant autour du coronavirus est encouragé, soutenu, et promu. Un aveuglement qui ne peut à nouveau être confondu avec la naïveté, mais qui doit être compris comme un positionnement délibéré, lié à des calculs de diverses natures, ou de pleine adhésion à la société cybernétique et transhumaniste. Il est maintenant clair de ce que la gauche entend par un changement de paradigme et de civilisation.
Résister à la marchandisation de la reproduction mais aussi de la 5G et de l’idéologie du progrès, c’est s’exposer au terrorisme intellectuel. Est-ce également vrai en Italie?
Certaines questions sont considérées comme intouchables. Les aborder de façon critique surtout dans leur complexité et leur intégralité implique de se retrouver en position minoritaire, solitaire, isolé, prematura (prématurée). Mais comment parler de positions « prématurées » aujourd’hui, alors que pendant des années il était déjà possible d’entrevoir l’intention et la direction du développement des technosciences, de la biologie synthétique, du génie génétique, de la reproduction artificielle ? Ces développements pouvaient être perçus, alors lorsqu’ils étaient déjà matérialisés dans des laboratoires ou lorsqu’ils étaient déjà utilisés pour modifier et adapter les animaux aux processus de production. Depuis plus de vingt ans, nous mettons en lumière les processus d’ingénierie et d’artificialisation du vivant, comment le système techno-scientifique s’est développé pour arraisonner les corps. Ceux-ci deviennent une matière première. Actuellement, certaines frange de la gauche semblent réaliser certaines ces processus. Mais elles sont toujours en retrait. Elles critiquent aujourd’hui les OGM, alors qu’ils se sont longtemps répandus, mais elles taisent sur la nouvelle technique de génie génétique CRISP/Cas 9 – utilisée pour donner naissance à deux filles génétiquement modifiées ». Elles crient contre la marchandisation des corps alors que nous sommes déjà bien au-delà du simple profit. Elles dénoncent les violation de la vie privée alors que nous sommes déjà aussi bien au-delà. En même temps elles restent silencieuses sur le projet ID2020 ou sur la numérisation de tous les domaines de notre existence. Demain, elles peuvent hurler face à l’editing de gènes et aux micropuces sous la peau, mais il sera trop tard.
Pourtant, il va sans dire que lorsque le contrôle sur les corps sera perdu, leurs développements et leur reproduction, toutes sortes de barrières éthiques seront brisées. Pour le système, il sera alors possible de concevoir l’ensemble du vivant. Aucun marchandage n’est possible sur tout cela. Quant au réseau 5G et à la société cyber et transhumaniste qui se dessine grâce à travers lui, certaines franges de la Gauche, minoritaires, se sont lancées dans une campagne d’opposition dans une optique qui ne se focalise pas uniquement sur les conséquences sanitaires dangereuses et graves, mais qui cherche à mettre en évidence les transformations sociales qu’induit la 5G. Face à cela la grande majorité de la gauche se tait et dans le pire des cas s’y associe, discréditant, l’opposition à la 5G en l’amalgamant à des discours ambigus et conspirateurs. Elle faist en fait le jeu de ce système permettant aux grandsmédias de passer des mensonges comme celui sur les centaines de sabotage des antennes 5G en Angleterre comme une peur irrationnelle de Covid-19. On observe aussi le paradoxe de contestataires féministes de ne pas vouloir se rendre compte que la 5G et le développement de la smart city représentent aussi une attaque contre nos corps. Rappelons que le projet de « ville intelligente »de Barcelone est également soutenu par des écologistes et des féministes. Ici aussi certains intellectuels pseudo-contestataires font fonction d’alliés pour diffuser des critiques superficielles et récupérables pour mieux faire admettre certains ces développements. Ils les habillent d’un vert, durable et inclusif, mais fondamentalement le même. Une nocivité et une idée du monde restés telles qu’elles soient gérées par des multinationales ou par des appareils publics. Notre critique doit être inconciliable avec les instances et les valeurs de ce système.
On pense évidemment à Pasolini quand on se souvient des figures des précurseurs italiens pour réfléchir à ce phénomène. Avez-vous d’autres références ?
Nous reconnaissons à Pasolini d’avoir eu l’intuition du début de ce processus d’acceptation, de neutralisation des différences, d’une mutation anthropologique. Un développement lié à la diffusion de la société de consommation de masse. Il l’a analysé comme ce qui a conduit à ce désir d’illimité qui s’est ensuite transformé en consommation où tout devient marchandise et où tout devient disponible. Ses paroles sont aujourd’hui parfaitement adaptés : « Je prophétise l’époque dans laquelle le nouveau pouvoir utilisera vos mots libertaires pour créer un nouveau pouvoir autorisé, pour créer une nouvelle inquisition, pour créer un nouveau conformisme. Et ses clercs seront des clercs de gauche ». Pasolini décrit un nouveau pouvoir qui ne veut pas que nous soyons des sujets, mais des consommateurs. Ils participent à leur propre soumission. Aujourd’hui nous pourrions aussi ajouter des patients et des individus biomédicalisés. Un nouveau pouvoir qui se revendique aujourd’hui cool, un pouvoir qui n’a pas besoin de coercition, qui se construit autour d’un individu pouvant agir de manière autonome de sorte qu’il intériorise et reproduit en lui des aspects de domination. Il désire et la revendique cette dernière comme sa liberté. Les réflexions de Pasolini nous renvoient au neutrum oeconomicum (économiquement neutre)dont Ivan Illich avait prédit sa venue il y a trente ans. C’est un aspect central pour comprendre la transformation anthropologique actuelle de l’être humain. Il se pense comme un individu neutre, indifférencié, fragmenté, déraciné, fluide, vide, sans identité, sans valeurs, sans mémoire, sans racines, sans liens, sans relations hormis ces pseudo-relations éphémères, rapides, compulsives, jetables comme modèle de société de consommation et atomisé. Avec un effacement de la différence entre l’homme et la femme liée à l’idéologie du même. Ils sont seulement les atomes de consommation. Ils nous renvoient également à Albert Camus. Dans son livre L’Homme en révolte, il demande « pourquoi se révolter s’il n’y a rien en soi à préserver ». Aujourd’hui, nous assistons à une pulvérisation de la capacité même de ne pas être d’accord, de se sentir contre et d’entendre autre chose. Les fondements de la même possibilité de résistance sont sapés à partir du moment où il est plus facile de dominer ceux qui ne croient en rien, ceux qui n’ont pas de rêves, ceux qui n’ont pas de passions, ceux qui n’ont pas d’angoisse, ceux qui n’ont pas de valeurs à revendiquer et à s’opposer. Si nous naissons dans un laboratoire dans un monde de machines, si la nature devient artificielle et machinale, la capacité de comprendre la possibilité d’un autre monde sera stérilisée et les possibilités mêmes de résistance seront minées à la base. Dans nos références importantes, nous ne pouvons manquer de mentionner Jacques Ellul et Bernard Charbonneau.
Aujourd’hui, une question d’actualité est la tendance au totalitarisme des soins de santé avec Covid19. Qu’en pensez vous ?
Nous écrivons ces lignes depuis Bergame, dans une situation où la vie sociale est sous verrous qui est maintenant appelée dans la novlangue « assembramento » (rassemblement). Lorsque vous publierez ces lignes, la situation se sera considérablement encore aggravée alors que l’Italie est sur le point de se fermer totalement et d’accroitre infiniment ses restrictions. Elles ne concernent pas tout le monde : les petites entreprises auront le coup de grâce tandis que les grands industriels et les entreprises comme Amazon explose leurs bénéfices. Ce qui est curieux, c’est qu’une grande partie de l’attention, lorsqu’elle n’est pas saisie par la peur d’être infectée, est dirigée vers les zones économiques qui meurent sans même une petit consolation financière terminale. Si le système de santé en Italie ces derniers mois est resté dans son état déplorable, on ne peut pas en dire autant du secteur psychiatrique. Lui s’écroule carrément. Ils ont réussi, avec des politiques liberticides et leur terreur sanitaire, à créer et généraliser une énorme peur, à fragmenter et désolidariser toute possibilité de conscience collective qui ne serait pas individuelle ou catégorielle. Sous ces masques, il n’y a pas de solidarité mais seulement l’acception de la séparation, ce que la novlangue appelle la distanciation. On ne pense qu’aux risques sanitaires, en fait très lointains, et aux emplois, oubliant complètement sa vie, sa liberté, ses relations avec les autres, sa sociabilité et la culture comme un moment de partage et de croissance. Dans quelques mois, tout cela conduira non pas ver sune alternative mais à destruction totale. Nous seront précipité dans un monde de plus en plus numérisé et automatisé, où il ne restera que la survie. Dans les écoles, les nouveaux bureaux sont faits uniquement pour recevoir des ordinateurs, plus de livres et de crayons. Ici en Lombardie, pour les personnes âgées, celles qui persistent à survivre après le premier massacre dans les maisons de retraite, il reste quasiment impossible de guérir et surtout de prévenir des pathologies qui, à elle seule, causent plus de cent mille décès par jour : les tumeurs d’origine environnemental. Nous sommes au-delà de ce que nous qualifions généralement de totalitarisme, nous atteignons la pleine réalisation du projet de numérisation des existences, la pleine réalisation de la soi-disant « planète intelligente » d’IBM. Nous n’avons aucune expérience de quoi que ce soit de tel. Tout cela nécessite la création de nouveaux outils analytiques pour comprendre où cela nous entraine. Nous avons toujours soutenu que les technologies ne fonctionnent pas et ne font pas de sauts brusques, mais il existe des exceptions qui permettent une accélération sans précédent. Dans ce climat d’urgence, l’économie internationale de la finance, des banques, des multinationales entre dans un nouvel ordre. Un nouveau monde fait de dictature numérique et de terreur sanitaire est repensé. Il est décrit comme le seul monde vers lequel désormais nous devrons nous adapter. Les corps sont tous médicalisés de la naissance à la mort et seront génétiquement modifiés avec l’arrivée des nouveaux vaccins Covid. Nos libertés seront de plus en plus réduites à des ombres fantomatiques.
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