Arriva il superministero ecologico Cinquestelle (salvo sorprese) verso il sì al nuovo governo
Da: Striscia rossa (Toni Jop)
Per la storia, e per le sue istantanee, fino a ieri sera non si sapeva ancora quando si sarebbero aperte le urne della piattaforma Rousseau sulla quale i cinque stelle depositeranno, oggi giovedì 11 febbraio dalle 10 alle 18, il loro “Sì”, oppure “No”, al sostegno al governo Draghi.
Sembra un dettaglio, e invece stiamo parlando del volano primo della vicenda politica italiana di queste ore. Cioè, il destino politico, e non solo di questo Paese, sarà deciso dalla consultazione di qualche migliaio di attivisti cinque stelle raccolta da una piattaforma digitale nella cui gestione nessuno può mettere il naso, tranne Davide Casaleggio. Con la conseguente assenza di garanzie che lo stato delle cose imporrebbe allo svolgimento di un passo delicato e potente della nostra avventura democratica.
Il mare dei paradossi
Stiamo nuotando nel mar dei paradossi e non è un sogno. Suspence….per ore…snervante come bonaccia, poi….(Scena in tempo reale, attenzione): oooooooh, ma qui c’è la notizia delle notizie! Di rimbalzo, autorevoli interpreti – WWF e Greenpeace – fanno sapere che il presidente incaricato Mario Draghi è dell’idea di dare vita al super-ministero per la transizione ecologica. Ottimo, ma che vuol dire? Significa che siamo di fronte alla volontà di Draghi di far sapere che lui è d’accordo con la richiesta avanzatagli poco prima da Grillo. Lo stesso Grillo che, dopo il lungo colloquio esplorativo, aveva annunciato ai simpatizzanti di aver scoperto la verità: “Draghi è un grillino!” aveva esclamato con gioia. E lì, in quel punto, aveva intrecciato più fili: 1) aveva detto che la sola cosa da fare a questo punto era dire di sì a Draghi, 2) che tuttavia si riservava di andare a vedere le carte, se fosse andato nella direzione che lui gli aveva prospettato o avesse raccontato balle… 3) aveva anche regolato i conti con il suo avversario – diranno che si amano ma la fiamma appare spenta – Casaleggio, il padrone della piattaforma, scegliendo la prova di forza, comunicandogli che non avrebbe fatto un passo indietro, che era pronto al frontale nel caso Draghi avesse accolto la sua proposta di super-ministero, quindi nessuna paura del confronto elettorale nelle urne di Rousseau. Ciapaquà.
Ma stiamo assistendo ad una lotta fratricida all’interno dei cinquestelle? Casaleggio non si è spinto fin qui fuori gioco, ma i rappresentanti grillini che a lui son più vicini, da Di Battista e Lezzi in giù, fanno e disfano al grido “mai con Draghi” e con tanta foga che pare il coro patriottico di “siam pronti alla morte…”.
Squilli di frattura… anche loro deperibili come gelati, presto addomesticati dai toni di una lettera sottoscritta da 170 attivisti M5S a sostegno del rifiuto a Draghi e al suo governo. Una lettera durissima che chiude con enorme gentilezza: che questa opposizione, precisano i sottoscrittori, non sia intesa come spinta alla definitiva frattura del Movimento…
Quelli del fronte anti-Draghi
Magnifico: son più unitari della sinistra. Ma tanta gentilezza una ragione nei rapporti di forza ce l’ha. In che condizioni si agita adesso il fronte anti- Draghi? Tra i gruppi parlamentari, saldati da non pochissime motivazioni, possono contare su poca cosa, l’eventuale frattura non collezionerebbe numeri importanti. Diversa, forse, più incerta la situazione nel parco dei simpatizzanti, quella che riverserebbe i suoi stati d’animo nella consultazione sulla piattaforma Rousseau.
Ma ecco che Grillo – ormai un gelido statista che come giocatore dà i punti perfino al diabolico Renzi – con mossa pazzesca ai limiti dell’espulsione decide martedì sera, e di suo, che la prevista votazione deve essere rinviata. Mossa forse saggia e forse no: temeva di andare alle urne con una base non informata sui progressi raggiunti nel rapporto tra lui e Draghi, appendeva quindi la sorte del “grillino incaricato” alla risposta che avrebbe saputo dare alla sua richiesta a proposito del solito super-ministero… in altre parole, Grillo ha pensato: non vado al voto se prima non ho nelle mani la risposta che mi serve per sponsorizzare il nascente governo presso una base confusa e, magari, anche con le balle rotte. E infatti, come si è visto, Draghi ha fatto recapitare con una carambola la sua risposta più veloce della luce. Quindi, la storia della consultazione ha ritrovato prontamente la sua strada e si è saputo che si vota oggi. Ma intanto, lì dentro deve esserci ancora un robusto burdel.
Che tempi: accadono cose, cara signora, che non si erano mai viste prima… per esempio che sui blog dei cinque stelle qualcuno mandasse a vaffanculo il fondatore, Grillo. Perché trovavano e trovano pesante il modo in cui aveva rinviato il voto di partito, probabilmente gli rimproverano anche la sua disponibilità nei confronti di quel mostro pupazzo – così viene raccontato spesso Draghi in quegli spazi on line – nelle mani della finanza mondiale che stroncherà ogni forma di vita in Italia etc etc…
Quantomeno, questa nuova totale mancanza di rispetto per la figura del mitico genitore suggerisce che anche per i cinque stelle sia venuto il tempo dell’eresia, dello scisma, della caduta degli dei. Tra l’altro… Grillo ha rotto un sostanziale silenzio durato mesi giusto per non perdersi la scena romana in una vicenda tornata d’improvviso così piccante e ricca di sontuosa visibilità….
E Casaleggio tornò a Roma
Casaleggio si è rifatto vivo, anche lui, dopo una fase di stasi dei rapporti con i gruppi parlamentari per motivi economici e non solo, tanto che pareva orientato a far crollare l’edificio e a ricostruirsene un altro che almeno gli pagasse l’affitto regolarmente. Poi, sentendo parlare di voto e di piattaforma Rousseau, gli dev’essere tornata l’acquolina in bocca e così rieccolo a Roma. Dove tutto può succedere, perfino che i gruppi parlamentari del M5S lascino intendere che anche nel caso di una sconfitta nelle urne della linea pro-Draghi, loro, o molti di loro, se ne fregherebbero e tirerebbero diritto. Nel qual caso, ci si troverebbe di fronte ad una crisi partitica del tutto inedita, pare, non solo qui da noi ma sulla faccia della terra.
“Vero perché incredibile”, poi…mentre i cinque stelle sfiorano paurosamente il precipizio come una corriera d’altri tempi su un tornante di montagna, i leghisti sembrano angeli venuti dal cielo in terra a dare caramelle a tutti, i più buoni tra i buoni, roba da Frank Capra, europeisti convinti, democratici e accoglienti, pronti a far da uscieri pur di dare una mano al governo di quella fantastica persona che è Draghi. Hanno chiesto ai leghisti: ma voi che dite dell’intenzione di Draghi di accogliere la proposta di Grillo sul super-ministero? “Quello che fa Draghi per noi va bene…siamo sinceri sostenitori, non interessati a poltrone e sgabelli”. Oremus, ora e sempre, viva l’Italia.
Commenti recenti