Morire di lavoro
Non si può morire di lavoro… se sei bella, hai 22 anni e una figlia a casa che ti aspetterà invano.
Non si può morire di lavoro… anche se sei uno sgradevole troglodita che nessuno aspetterà mai.
Non si può morire di lavoro… anche se hai 60-70 anni e alle spalle una vita di fatica.
Non si può morire neanche per mancanza di lavoro, a dire la verità…
Eppur succede, perché le persone di cui un intero popolo si fida hanno altre priorità… ma non solo loro…
LORENZO D’ONOFRIO (RI Pescara)
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Luana ventidue anni, mamma e operaia.
MORTA SUL LAVORO.
Una catastrofe di dimensioni bibliche, ma che si ripete ciclicamente.
Alzerà un polverone che subito verrà dimenticato.
Perché dei problemi del mondo del lavoro non importa a nessuno.
Perché Confindustria ordina e lo Stato esegue.
Nel frattempo, mentre loro alzano gli utili, abbassando anche la sicurezza sul lavoro, operai muoiono, commercianti, piccoli imprenditori e artigiani si suicidano.
Questo ANDAVA DETTO AL PRIMO MAGGIO.
MA NESSUNO, E RIPETO NESSUNO, HA IL CORAGGIO DI INIZIARE QUESTA BATTAGLIA.
FERDINANDO PIETROPAOLI (RI L’Aquila)
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Quelli che OGGI si stracciano le vesti per la terribile sorte della lavoratrice 22enne morta in fabbrica a Prato, sono gli stessi che IERI avevano trasformato il Primo Maggio da festa del lavoro (il principale diritto sociale) in una contesa sui diritti civili.
Gli stessi che da DOMANI torneranno insieme a fottere tutti i lavoratori, senza alcuna distinzione di orientamento sessuale, come stanno facendo da almeno 30 anni.
Ipocriti.
NINO DI CICCO (RI Roma)
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Un primo passo sarebbe smettere di parlare delle beghe idiote di milionari volgari e dannosi che rappresentano esattamente l’immagine plastica di una società tornata indietro di secoli quanto a diritti sociali fondamentali.
DANIELA TALARICO (RI Torino)
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