La scienza ci dà ragione: le misure restrittive non servono quasi a nulla
di STEFANO D’ANDREA (Presidente di RI)
La foto rappresenta l’andamento dei ricoveri nei 25 stati USA con più restrizioni e nei 25 con meno restrizioni.
“Mi pare che la bilancia penda in favore dell’ipotesi che l’epidemia ha una sua dinamica “naturale”, su cui le restrizioni hanno effetti molto limitati se non trascurabili.
Il prof. Ioannidis ha sempre più ragione. La ricerca vera e di qualità alla fine trionfa. Per lo meno nella scienza.” (Emilio Martines, RI Padova).
Aggiungo che non serviva nemmeno la scienza. La scienza ci spiega il perché dei fenomeni che percepiamo o scopriamo con il normale ragionamento oppure ci dice che avvengono fenomeni microscopici o lontani o complessi che non percepiamo. La scienza non nega mai ciò che percepiamo e che scopriamo con il ragionamento. Al più ci precisa che la mela cade dall’albero ma non cadrebbe in altre condizioni atmosferiche. Non ci può mai spiegare che la mela non cade dall’albero.
Chi avesse studiato i dati che provenivano da tante parti del mondo, già dopo pochi mesi dall’inizio della pandemia e lo avesse fatto con mente sgombra – sia dal principio di autorità verso gli pseudo-scienziati che da un anno in TV spargono opinioni, miste a giudizi morali, esprimono la loro psicologia (il loro carattere) e inconsapevolmente tutelano i loro interessi, sia dal principio di massima precauzione, che caratterizza soltanto le persone mentalmente malate (nevrotiche o ansiose) e che spinge a reputare utili anche misure inutili (così la gente ha paura e non esce) o pressoché inutili (i cui vantaggi sono chiaramente inferiori agli svantaggi) – sarebbe giunto, come eravamo giunti noi e alcuni (purtroppo pochi) altri, alle stesse conclusioni, anche senza la scienza.
Basta la mente sgombra desiderosa di cercare la verità, che poi è il 99% della scienza. Il resto sono metodi di raccolta dati, calcoli e per lo più modeste intuizioni (raramente c’è la geniale intuizione).
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