L’insabbiamento di Wuhan da parte dell’Occidente non sarà facilmente dimenticato
di VOCI DALL’ESTERO (Carmenthesister )
Douglas Murray sul Telegraph sottolinea le enormi conseguenze del voltafaccia dei grandi media sull’origine artificiale del virus, passata da grande bufala a ipotesi accreditata: per il grande pubblico una spinta senza precedenti per sdoganare dal marchio del complottismo ogni ragionevole e fondato sospetto.
di Douglas Murray, 4 giugno 2021
Le élite rimpiangerannol’impegno profuso per negare la teoria della fuga dal laboratorio se, come sembra sempre più probabile, questa teoria si rivelerà corretta
La scorsa settimana a Londra c’è stata un’altra grande protesta anti-lockdown. Come al solito, è stata ignorata dalla maggior parte dei media e i partecipanti sono stati derisi dai commentatori, i quali preferiscono che i trasgressori siano teppisti e violenti e piuttosto che pacifici e generalmente di buon carattere.
È molto facile ignorare queste persone. Ma il fondato sospetto nei confronti dell’autorità che queste persone nutrono ha appena ricevuto una spinta senza precedenti.
Non sono sicuro che molti abbiano ancora colto il significato del cambiamento nella narrazione ufficiale che si è verificato nelle ultime settimane. Un cambiamento così profondo e dalle conseguenze di così vasta portata, che le sue ripercussioni si potranno sentire ancora negli anni a venire.
Mi riferisco ovviamente al cambio di rotta nella storia della provenienza del virus della Covid. Sin dall’inizio della pandemia molti di noi hanno considerato ben strano che il virus avesse avuto origine proprio nella provincia in cui il Partito Comunista Cinese (PCC) ha un laboratorio che analizza proprio questi tipi di virus.
Le mie sensazioni in questo senso sono state rafforzate da una conversazione che ho avuto, poco prima del primo lockdown, con un funzionario statunitense che aveva occupato recentemente una posizione di rilievo, il quale commentava come il laboratorio di Wuhan fosse il luogo più ovvio per l’emergere di un tale virus.
Nell’anno che è seguito molte personalità di spicco del mondo dell’intelligence, della scienza e della politica hanno avuto la stessa sensazione. L’anno scorso, i membri della rete di condivisione delle informazioni dell’’intelligence Five Eyes hanno dichiarato di sospettare che il virus provenisse da un laboratorio e non, come il PCC desiderava far credere a tutti, da un mercato di animali cinese.
Eppure gran parte dei media e, cosa più importante, le società dei social media, che ora decidono cosa noi tutti possiamo sapere, dire e fare, hanno deciso che loro sapevano la verità. Facebook, Twitter e altre società hanno deciso di “segnalare” o bannare i contenuti che suggerivano che il virus della Covid avesse avuto origine in un laboratorio.
I signori e padroni della tecnologia amano mostrare i muscoli in queste occasioni. Proprio come hanno deciso prima delle ultime elezioni che il giornale più antico d’America – The New York Post – non dovesse essere autorizzato a pubblicare una storia importante sulla famiglia di Joe Biden, così i “kidults” (adulti in bilico tra la maturità e l’adolescenza, ndt) della Silicon Valley hanno deciso che conoscevano la verità sui mercati di animali di Wuhan e le origini del virus .
La stessa cosa è successa con le opinioni anti-lockdown. Come riportato dal Telegraph l’anno scorso, le interviste con importanti scienziati come l’ex consigliere dell’OMS, il professor Karol Sikora, sono state rimosse da YouTube non appena pubblicate. Chiunque mettesse in dubbio la narrazione ufficiale era praticamente reso invisibile. Al pubblico è stato permesso di ascoltare solo un’unica versione di una storia. E l’intera narrazione iniziava con l’affermazione che il virus era il risultato di un incidente in un mercato di animali di Wuhan.
Bene, ora la storia è completamente cambiata. È emersa una serie di prove sempre più incontrovertibili che suggeriscono che la teoria della fuga dal laboratorio è effettivamente quella corretta.
La svolta deriva in parte dai tentativi del PCC di coprire le sue tracce. Nel febbraio di quest’anno, i funzionari dell’OMS hanno fatto un tour di controllo attentamente curato dalle autorità cinesi, che avrebbe dovuto concludere ciò che il PCC voleva che concludesse: che non c’erano prove che il virus provenisse dal laboratorio di Wuhan. Ma la conferenza stampa è stata pilotata dai portavoce del PCC, e persino l’OMS in seguito ha avuto il sufficiente coraggio per dissentire dalle conclusioni da loro imposte. Il comportamento del PCC non avrebbe potuto essere più sospetto nemmeno se avessero voluto farlo a posta.
Nelle settimane successive, un numero crescente di esperti ha iniziato a evidenziare elementi del virus che portavano alla teoria della fuga dal laboratorio. E in quei media che avevano passato l’anno precedente a disprezzare le medesime affermazioni, c’è stata un’inversione di tendenza. Tra quelli in prima linea c’è il dottor Anthony Fauci, americano, di cui sono stati recentemente pubblicati moltissimi messaggi di posta elettronica. In queste mail lo si trova, all’inizio della pandemia, ad attribuirsi il merito di aver contribuito a cancellare la teoria della fuga dal laboratorio.
In parte, questo è stato un ulteriore danno politico provocato dalla faziosità di tutto ciò che è accaduto durante la presidenza di Donald Trump. Poiché Trump stesso non era contrario alla teoria della fuga dal laboratorio, c’era un premio speciale per i suoi avversari che promuovessero la spiegazione del mercato di animali e potessero quindi dire che il presidente stava diffondendo un’altra pericolosa teoria del complotto.
L’indagine sulle origini del virus era già ostacolata dal fatto che il PCC stava facendo tutto il possibile per interferire con gli sforzi del resto del mondo volti ad esplorare ciò che era realmente accaduto. E poi c’era questo ulteriore livello di ostacoli alla verità da parte del paese più potente del mondo, che combatteva la storia dell’origine del virus, come tutto il resto, attraverso la lente dell’essere pro o anti Donald Trump.
Non c’è da stupirsi che siano passati tutti questi mesi e che siamo ancora così lontani dal conoscere tutto ciò che ormai dovrebbe essere noto. Il PCC ci ha ostacolato. E anche le società liberali del mondo si sono azzoppate da sole.
I giornali e le società dei media che in precedenza avevano respinto la teoria della fuga dal laboratorio hanno trascorso gli ultimi giorni a modificare furtivamente alcuni dei propri contenuti precedenti. Ma non stanno prendendo in giro nessuno tranne se stessi, se pensano di poterla fare franca riscrivendo il passato. Il PCC potrebbe avere il potere e l’autoritarismo necessario a giocare la partita dell’insabbiamento. Ma le compagnie e le istituzioni in Occidente, che hanno ordinato al pubblico di credere a una versione e ora ne stanno ammettendo un’altra, avranno tempi molto più difficili.
Abbiamo vissuto un periodo senza precedenti. Un periodo in cui le nostre libertà sono state limitate come mai prima d’ora. Un periodo come questo rende le persone più mature e ricettive alle teorie del complotto. Ma per cogliere a pieno la grande frattura creata da ciò che è appena accaduto, dobbiamo renderci conto che uno dei fatti che l’anno scorso ci è stato impedito di venire a sapere è un fatto che molto probabilmente risulta essere vero.
FONTE:https://vocidallestero.blogspot.com/2021/06/linsabbiamento-di-wuhan-da-parte.html?m=1
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