Benvenuti in Eurozona
di FIORENZO ALESSIO SESIA (RI Torino)
Ci sono imprenditori qui in Italia che ne lavorano quasi 16 con poche interruzioni e che pensano sia un sogno lavorarne solo 8. Altri invece che ne lavorano solo 4 e magari metterebbero subito la firma per poter lavorare 8 ore. Altri invece che un lavoro non ce l’hanno e farebbero carte false pur di avere un qualsiasi contratto. Il problema di tutti i lavoratori è il medesimo: la retribuzione non è sufficiente per poter garantire una vita dignitosa e assicurare per se e la propria famiglia un’esistenza dignitosa in proporzione alla quantità e qualità del lavoro svolto.
Ricordo, inoltre, che il primo maggio viene festeggiato in gran parte del globo proprio perché si è raggiunto l’obiettivo di una giornata lavorativa di 8 ore, che stabilisce un tetto oltre il quale non si potrebbe più definire lavoro. Uno Stato ha l’opportunità di perseguire questo obiettivo se ha la sovranità monetaria ovvero se, a livello comunitario e sovranazionale, non ci fossero quei vincoli economici che si ripercuotono sui lavoratori.
Invece siamo proprio dentro quel sistema, fatto di parametri e logiche di pareggio del bilancio volte a creare un’economia sociale di mercato fortemente competitiva. In questo passaggio si ravvisa l’incompatibilità negli impianti normativi e dovrebbe allarmare non poco i lavoratori di oggi e i loro figli. Questo passaggio che ho evidenziato infatti dice che, per poter essere competitivi, gli Stati sono soggetti ad essere in competizione tra loro. Cosa comporta tutto questo? Riforme. Riforma del “mercato” del lavoro, riforma della Sanità, riforma del sistema previdenziale…
Riforme che consentono in buona sostanza di garantire la permanenza nell’area euro con un sistema lavorativo molto simile alla schiavitù. Qualcuno le chiama “cessioni di sovranità”, cosa bizzarra se si pensa che, al massimo, sono concesse limitazioni. Limitazioni e non cessioni, per motivi più che legittimi, come ad esempio quello di garantire la pace in condizioni di parità. Le cessioni di sovranità sono dunque privazioni di libertà e qui si può intuire il disegno che c’è nel progetto dell’UE.
Occorre far crollare questo sistema prima che sia troppo tardi, recedendo dai Trattati se si ha a cuore la cittadinanza e se davvero si è dalla parte dei lavoratori. Viceversa, sarà un’agonia, una lenta e progressiva trasformazione degli Stati in una dittatura imperiale di matrice liberista che la storia europea non ha mai conosciuto. Poi, come tutti gli imperi, in futuro imploderà. Come ciclicamente sono implosi tutti gli imperi della storia, ma il prezzo che alla fine pagheremo (o che pagheranno i nostri figli o i nostri nipoti), col sangue e o col sudore, sarà salatissimo.
Vi sembro un visionario pessimista? Beh allora vi dico che nella già martoriata Grecia è stata da poco approvata la giornata lavorativa di 10 ore. E, per chi se lo fosse dimenticato, ricordo che la Grecia è un paese membro dell’Unione Europea. Benvenuti in Eurozona.
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