La voglia di pensare
di CLAUDIA VERGELLA (RI Roma)
La libertà di pensiero, sancita nell’art 21 della Costituzione, tutela la libertà di manifestare il proprio pensiero. Il potere può limitare o impedire l’espressione del pensiero ma non il pensiero in sé. Nella realtà, però il potere, oltre a utilizzare forme di censura nelle manifestazioni del pensiero, ha indotto una pericolosa rinuncia collettiva a pensare. Si è partiti dall’esaltazione della competenza, iniziando subdolamente a contrapporla all’ignoranza della massa, fino ad arrivare all’ossimorica fede nella scienza, trovando terreno fertile nell’idea liberista.
La fede nel mercato e nella scienza sono accumunate da una rinuncia a pensare autonomamente. Il liberismo ha insegnato che sarà il mercato a dare i segnali del percorso che il paese deve intraprendere. Quindi è inutile affannarsi a riflettere e a cercare di capire che cosa sia meglio fare. La “comodità” del non pensare, così nata, ha facilitato l’affermarsi dell’attuale fede nella scienza, quella di Stato.
Perché affannarsi a pensare quando l’esperto di turno pensa per te, ti offre la soluzione e ti basta inglobare il suo pensiero per conoscere la verità? Non farai neanche la fatica di esprimere e far valere la tua opinione; ci pensano i mass media che poi si premurano di diffondere simboli che rendono facile riconoscersi nel pensiero omologato e sentirsi rassicurantemente coesi. Mi riferisco in particolare alla mascherina e all’atto dell’inginocchiarsi, sicuramente inutili a modificare la realtà che ostentano di voler combattere.
Non farai neanche la fatica di decidere per chi votare. Basterà scegliere il partito più rappresentativo delle soluzioni poste dal mercato o dall’esperto che parla in televisione. Questo mio pensiero cerca di interpretare la realtà. Ma di analisi ne sono state fatte tante (sicuramente più autorevoli della mia): quello che occorre sono le idee per cambiarla, questa realtà, come già ammoniva Marx, parlando dei filosofi. Innanzitutto bisogna porre fine a questa rinuncia a pensare, perché se si riuscisse a insinuare dubbi e a far venire voglia di riflettere alle persone, le idee per uscire da questo periodo buio ci sono e c’è chi non vede l’ora di farle conoscere.
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