INTERNET SOVRANO
da TERMOMETRO GEOPOLITICO
(Mirko Mussetti)
La corte del distretto centrale di Taganskij (Mosca) nella Federazione Russa ha multato per 3 milioni di rubli (41 mila dollari) il gigante statunitense dell’informatica Google per non aver archiviato i dati degli utenti russi sui server locali. Stessa sorte pare toccare alla piattaforma di messaggistica WhatsApp (Facebook), verso la quale è stato aperto un procedimento amministrativo per le medesime ragioni.
Perché conta: Ben inquadrata nella nuova Strategia per la sicurezza nazionale 2021-27, la legge per la tutela della privacy prevede la localizzazione dei dati personali in server ubicati nel territorio della Federazione. Dunque nelle immediate disponibilità dei servizi segreti russi.
Il controllo diretto dei dati della cittadinanza non permette solo un maggior controllo sociale e quindi la perduranza della verticale del potere, ma inibisce le potenze straniere dalla profilazione degli internauti russi per l’organizzazione esogena di moti sovversivi (rivoluzioni colorate). Il dispositivo cibernetico diventa dunque essenziale per la tenuta del tessuto sociale e per l’individuazione di agenti stranieri attivi o addirittura ostili entro i propri confini.
Il fatto che le corti moscovite abbiano cominciato a multare sistematicamente e senza alcuna remora le aziende informatiche occidentali, quali il colosso di Mountain View, rende evidente la capillarità del confronto tra le due grandi potenze nucleari: Russia e Stati Uniti.
Mosca sta testando con successo RuNet (gigantesco intranet federale), ovvero il progetto volto a isolare informaticamente il paese annullando all’origine la possibilità di subire attacchi cibernetici organizzati dalle intelligence straniere. Tra il 15 giugno e il 15 luglio, la Russia si è disconnessa con successo (e discrezione) in più di un’occasione dall’internet globale senza alcun difetto per l’utenza russa. Lo scudo cyber permetterà alla potenza eurasiatica di approntare con maggiore sicurezza offensive hacker verso quelle nazioni incapaci di isolarsi in modo impermeabile dalla rete globale.
Se il disaccoppiamento delle piattaforme tecnologiche (oggi social network, domani sistemi di pagamento) è considerato alla Casa Bianca come un funzionale strumento sanzionatorio verso l’inferiore rivale eurasiatico, per il Cremlino è un passo necessario verso un mondo multipolare in cui – pur non primeggiando – la Russia può realmente contare e proporsi come alternativa al Numero Uno americano.
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