Si resta a terra. Da oggi, e per un tempo indefinito a meno di provvedimenti d’urgenza, chi vuole raggiungere via mare il Lazio partendo da Cagliari non potrà più farlo. L’ultima nave Tirrenia-Cin che collegava il capoluogo sardo a Civitavecchia è partita alle 20 di domenica, in perfetto orario contrariamente ai tempi soliti della compagnia di navigazione. Quello che si temeva è accaduto: tratta sospesa, come pure per il collegamento Arbatax-Civitavecchia. Della stessa compagnia restano attive soltanto le tratte Olbia-Civitavecchia e Porto Torres-Genova.

E mentre c’è già il timore che fra un mese si fermi anche il collegamento aereo, visto che Alitalia garantirà i voli solo fino al 14 ottobre, si comincia a fare i conti con una disfatta annunciata. Il tutto va a braccetto con quella che viene definita “continuità territoriale marittima”, che altro non è che lo strumento con il quale la compagnia di navigazione (in questo caso la Tirrenia Cin, del gruppo Onorato appunto) individuata da un bando internazionale riceve le compensazioni economiche statali (72 milioni annui che comprendono, oltre ai collegamenti da e per la Sardegna, anche quelli relativi alla Sicilia) sulla base di una convenzione con il ministero dei Trasporti, per quei collegamenti considerati “poco profittevoli”. Quelli con il capoluogo sardo (e con il porto della frazione di Tortolì, in Ogliastra) sono considerati tali in autunno e inverno. Ma la convenzione, prorogata più volte, è scaduta. E se ciò per la compagnia del gruppo Onorato non è stato un problema nel periodo di alta stagione, certamente non per filantropia ma perché c’era la convenienza economica, la questione è cambiata con la fine del flusso turistico. Nel frattempo un bando e due manifestazioni d’interesse sono andati deserti.

Allora tutti a terra. Per la prima volta in oltre mezzo secolo. “Settant’anni, per la precisione – evidenzia Arnaldo Boeddu, segretario generale della Filt-Cgil Sardegna – Il tutto cancella lunghe e faticose battaglie portate avanti al fine di ottenere quel diritto fondamentale qual è la continuità territoriale: i sardi se lo sono visti cancellare con lo stop ai collegamenti da Cagliari a Civitavecchia“. Non era mai accaduto prima d’ora e il leader regionale della Filt attacca il governo regionale: “La giunta guidata dal presidente Christian Solinas gioca d’azzardo sulla pelle dei sardi e non è affatto sufficiente la scusa che, da mesi, viene accampata con dichiarazioni volte a scaricare le responsabilità sul governo nazionale. Se qualcuno ha pensato che l’aver consentito l’interruzione dell’attracco su Arbatax potesse essere l’ultima vessazione, ora deve prendere atto che l’intero centro sud dell’isola è completamente isolato rispetto al centro Italia”. Boeddu manifestò dall’inizio le sue forti perplessità in merito alla decisione di “spacchettare” la gara: “Con un minimo di riflessione, tutti potevano immaginare che alcune rotte sarebbero andate deserte e la soluzione migliore non poteva che essere la gara unica regionale. Purtroppo il governo nazionale, complice la Regione, ha deciso altrimenti e ora non resta che inseguire il problema e porvi rimedio”. Alla Regione, in primo luogo, viene chiesto di attivare subito il tavolo dei trasporti e avviare un confronto finora evitato. È di qualche giorno fa l’appello al governo nazionale di Giorgio Todde (assessore regionale ai Trasporti) affinché ci fosse un intervento immediato per scongiurare l’interruzione della tratta Cagliari-Civitavecchia. Uno scenario a tinte fosche quello che da oggi caratterizza in Sardegna il settore dei trasporti, con ripercussioni fortissime per le attività economiche: i trasportatori dovranno fare rotta verso Olbia e Porto Torres, con un aggravio di costi e allungamento dei tempi.

Intanto, sul lungo fronte giudiziario che riguarda Cin-Tirrenia e Moby spa (sempre gruppo Onorato), è dello scorso 5 luglio la decisione del tribunale di Milano che con due decreti aveva dichiarato le compagnie ammesse alla procedura concordataria proposta dal gruppo. La compagnia aveva evitato il fallimento ad un’ora dalla scadenza fissata dal tribunale, dopo che era saltato qualunque negoziato con il ministero dello Sviluppo economico sull’accordo di ristrutturazione del debito.