La Verità Oggettiva, La Verità e Noi. La Verità e chi la Professa.
di STILUM CURIAE (Marco Tosatti)
Carissimi StilumCuriali, il maestro Aurelio Porfiri ci offre una riflessione su un tema spinoso il rapporto fra la verità oggettiva (anzi la Verità) e chi la proclama e la professa, con tutte le sue umane debolezze, che possono giungere fino a comportamenti legalmente perseguibili. Buona lettura, e buona discussione.
§§§
La Verità e noi
Devo dire che uno dei motivi maggiori di disprezzo che ho per il modernismo risiede nel principio di immanenza di origine kantiana, quel principio per cui il fatto religioso è interno a chi lo professa e non è invece qualcosa di oggettivo che ci supera. Credo fermamente che le conseguenze di questo principio portino diritto diritto al disprezzo e al rifiuto della religione.
Voglio spiegarmi con alcuni esempi pratici. Mi è capitato di leggere degli ennesimi sacerdoti arrestati perché in possesso di materiale pornografico che coinvolge minori. Non posso fare a meno di provare raccapriccio ogni volta che leggo di questi crimini, non dimenticando che un conto sono i peccati, in cui tutti cadiamo, un conto i crimini. In un caso è stato arrestato un sacerdote che non ho mai incontrato ma che stimavo per le cose che scriveva. Spero vivamente che riuscirà a provare la sua estraneità, ma nel caso non riuscisse dovrei forse disprezzare quello che scriveva? No. Perché faceva riferimento ad una Verità oltre sé stesso, non stava annunciando la sua persona come modello. In quel caso tutto crollerebbe.
Se la religione è solo un sentimento del fatto religioso, essa nasce nell’immanentismo come risultato dei processi emotivi ed intellettuali di ogni individuo, perché noi non possiamo conoscere la realtà per quello che è (Kant docet) ma per come noi la leggiamo. Dice Donald Hoffman in L’illusione della realtà: “La Luna che vedo è un’icona della mia interfaccia, e la Luna che vedete voi è un’icona della vostra interfaccia. Non c’è una Luna oggettiva (come non c’è uno spaziotempo oggettivo) che esiste anche quando non viene percepita e che pertanto va esaminata da un punto di vista impersonale. Ci sono soltanto osservazioni personali. Ma queste non esulano dal campo della scienza, anzi, sono gli unici dati che la scienza abbia mai avuto. La scienza confronta le osservazioni personali per vedere se concordano. E, se concordano, diventiamo più sicuri delle nostre osservazioni e delle teorie che ne derivano. Tuttavia ciascun oggetto fisico che studiamo con i nostri esperimenti è solo un’icona di un’interfaccia, non un elemento della realtà oggettiva dietro quell’interfaccia. L’accordo intersoggettivo su un oggetto fisico o su una lettura del contatore non implica che l’oggetto o la lettura esista quando nessuno osserva”. Ma noi non crediamo questo.
Se anche il prete fosse stato personalmente un criminale, le sue Messe, se ben celebrate, i suoi sermoni e scritti, se ortodossi, non smettono di esserlo per la ragione dell’indegnità del prete. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo: noi possiamo essere una verità particolare, mai la Verità.
Commenti recenti