Alla visione seguirà l’azione
di ANDREA D’AGOSTO (RI Bari)
In tempi di emergenza, ovvero una volta proclamato lo stato di eccezione, sostanzialmente qualsiasi Governo, anche quello formalmente democratico, assume veste e poteri dittatoriali. Il dispositivo emergenziale in fatto e diritto sospende ogni pratica giuridica e politica ordinaria per entrare in una modalità di indistinzione tra fatto e diritto.
Questa condizione consente di catturare all’interno dell’ordinamento il fenomeno che si vuole dominare, contrastare o controllare, che non è in alcun modo per sua natura disciplinabile con i mezzi ordinari. È evidente, però, che questo scopo deve sempre essere commisurato alla realtà dell’emergenza, ovvero alla necessità della sospensione delle regole ordinarie in rapporto al fenomeno.
I Governi dei paesi occidentali nel sospendere gli ordinamenti per affrontare l’emergenza stanno utilizzando il dispositivo eccezionale attraverso due strumenti pratici: la somministrazione di massa di farmaci e le limitazioni delle libertà costituzionalmente garantite.
Questo in un quadro di tendenza già spinto verso la governamentalità tecnocratica, che ha già grandemente ridotto lo svolgersi di ogni genuina pratica democratica popolare. Credere a questo punto che si potrà recuperare la normalità precedente, che tale non era neanche più in relazione al modello di Democrazia Popolare, è una pura e pia illusione.
Prendano atto, allora, coloro che si contrappongono allo stato di emergenza di essere già pienamente dentro un grande e nuovo raggruppamento politico, l’unico veramente in grado di lottare per una ripresa dei principi di ogni Democrazia popolare. Questa condizione è ormai certificata, semplicemente bisogna esserne consapevoli, tale consapevolezza consentirebbe in poco tempo di creare il nuovo fronte democratico. Del resto, chi è catturato nel dispositivo emergenziale è completamente cieco e non può vedere ciò che coloro che si sono situati all’esterno possono, invece, vedere.
E il dialogo tra chi vede e chi non può o non vuole vedere esce dai binari del confronto democratico, ma è guidato da una contrapposizione tra un potere e un contro-potere. A ciò e alla visione nuova conseguirà l’azione, ovvero il nuovo raggruppamento, ovvero il nuovo partito esiste già, deve solo trovare la formula organizzativa per sintetizzare l’azione politica necessaria.
È solo una questione di tempo: più durerà lo stato di emergenza, più il processo di sintesi e raggruppamento si velocizzerà, sfociando nel nuovo partito, che avrà la veste organizzativa più consona all’esigenze attuali.
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