Omicron, la fine (prevista) della pandemia
di CRITICA SCIENTIFICA (Enzo Pennetta)
Gli scienziati seri lo avevano detto fin dall’inizio che sarebbe andata così.
Ma il sistema aveva bisogno dei virostar.
Il sistema politico-mediatico aveva bisogno di personaggi da avanspettacolo per poter portare avanti quella gestione della pandemia che implicasse una sospensione dei meccanismi democratici consentendo di attuare una rivoluzione industriale non dichiarata.
E così mentre i volti più accreditati sui giornali e nei talk televisivi inanellavano una serie di previsioni fallite e dichiarazioni smentite poco dopo dai fatti ma che nel frattempo avevano avallato le decisioni dei governi Conte e Draghi nascondendole dietro il paravento del CTS, gli scienziati che non passavano il loro tempo in camice davanti alle telecamere lavoravano studi che rappresentavano previsioni confermate e mai smentite a distanza di mesi e, ormai, di anni.
Prendiamo uno studio del 4 maggio 2020 pubblicato su Nature e intitolato “Profile of a killer: the complex biology powering the coronavirus pandemic”, leggiamo che:
“Lo scenario di gran lunga più probabile è che il virus continuerà a diffondersi e infettare la maggior parte della popolazione mondiale in un periodo di tempo relativamente breve”, afferma Stöhr, che significa uno o due anni.
“In seguito, il virus continuerà a diffondersi nella popolazione umana, probabilmente per sempre”. <
Come i quattro coronavirus umani generalmente lievi, SARS-CoV-2 circolerebbe quindi costantemente e causerebbe principalmente infezioni del tratto respiratorio superiore lievi, afferma Stöhr. Per questo, aggiunge, i vaccini non saranno necessari.“
Secondo l’articolo su Nature la gravità delle infezioni sarebbe dunque diminuita spontaneamente rendendo infine non necessari i vaccini.
Ma ancor più interessante un articolo presentato (ma mai pubblicato) dal Prof. Andrea Camperio Ciani il 27 ottobre dello stesso anno “The importance of the human factor during the evolution of SARS-CoV-2 pandemic: the successful case of the Italian strategy“
Nello studio si conferma quanto detto in quello precedentemente citato:
“Il numero degli asintomatici, che è aumentato molto più del numero dei pazienti sintomatici, unito alla diminuzione delle persone in pericolo di vita, suggerisce fortemente una selezione di varianti virali evolutive, che evolve progressivamente verso espressioni subletali e asintomatiche.”
La selezione di varianti meno letali era prevedibile e questo avrebbe dovuto ispirare politiche più orientate alla prevenzione e cura che non ad una monotematica tendenza a risolvere tutto con un vaccino che notoriamente contro un virus mutante invecchia velocemente.
La velocità di mutazione del Sars Cov 2 è documentata in un articolo su Nature del 23 dicembre 2021 “Striking antibody evasion manifested by the Omicron variant of SARS-CoV-2” e ben espressa in questa rappresentazione:
Nell’articolo di Camperio Ciani veniva anche indicata l’efficacia dei trattamenti nel frattempo individuati, le misure adottate teneva conto dell’andamento dell’epidemia nei suoi 45 giorni iniziali ma estendendo invece l’analisi all’inizio della fase 2 (il 5 maggio 2020) il quadro generale che ne sarebbe emerso sarebbe stato molto diverso e avrebbe anche rivelato una cosa che è sempre stata negata: esistevano delle terapie e si erano dimostrate efficaci:
“Questi dati suggeriscono l’importante impatto delle terapie emergenti per prevenire l’eccessiva infiammazione dei polmoni, come il blocco dell’interleuchina, ad esempio anakinra (IL-1)6 o tocilizumab (IL-6).
Quest’ultimo ha dimostrato di ridurre il tasso di mortalità del 96% se somministrato nelle prime fasi della malattia, prevenendo un’eccessiva infiammazione polmonare e la conseguente necessità di essere ricoverato in terapia intensiva”
Ecco oggi la situazione di contagi e decessi che conferma l’evoluzione dell’epidemia prevista negli studi citati:
Oggi i dati confermano quanto detto nel 2020 dagli studi di ricercatori qualificati ma che non hanno trovato ascolto per precise scelte politiche ed editoriali che dovevano invece seguire la strada di previsioni ingiustificatamente catastrofiche e che hanno portato alla perdita di un numero di vite umane da quantificare, al disastro economico, che è anch’esso una perdita di vite umane anche in senso psicologico, e ad un’attentato alla democrazie e ai diritti fondamentali di ogni essere umano prima ancora che costituzionali.
Non ci sono scusanti per quanto è successo, si è trattato di una scelta colpevole e la verità sta iniziando ad emergere.
La giustizia sarà molto più lenta o forse non giungerà mai ma la memoria di tutto questo resterà indelebile.
Ma soprattutto questa consapevolezza dovrà andare oltre l’emergenza e costituire la base per una cultura completamente rinnovata che si libererà di tutte le incrostazioni di decenni di marketing.
Sarà l’inizio di una reazione al mondo liberista con le sue implicazioni e conseguenze.
FONTE: https://www.enzopennetta.it/2022/01/omicron-la-fine-prevista-della-pandemia/
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