Prassi di Regime
di DAVIDE PARASCANDOLO (RI L’Aquila)
La svolta autoritaria in atto è nei fatti, e nessuno può negarla con ragionevoli argomentazioni.
Fatto numero uno: il cosiddetto stato di emergenza ormai assurto a nuova forma di governo è, per sua stessa definizione, uno stato che esula da un assetto stabile e codificato. Sembra quanto mai evidente che il modus operandi del governo, in campo normativo, sia ormai totalmente sganciato dalla normale prassi costituzionale, escludendo un Parlamento nella sostanza inutile dal processo decisionale e governando a suon di continui decreti legge. Essi sferrano un colpo mortale sia alle normali procedure legislative che ai principi di stabilità e certezza del diritto.
Fatto numero due: discende direttamente da quanto sopra che lo stato di emergenza sta permettendo di eludere tutte le principali guarentigie costituzionali a difesa dei diritti dell’individuo, consentendo allo Stato di regolamentarne la vita e il corpo a suo piacimento. Il processo non è dei più innocui: si tratta del passaggio dallo Stato di diritto – in cui lo Stato stesso è soggetto all’imperio della legge – allo Stato etico, in cui lo Stato è la legge. Nello Stato etico, è il potere costituito che decide cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, stabilendo i parametri morali in base ai quali premiare o punire dei cittadini ormai derubricati al ruolo di sudditi.
Fatto numero tre: in questo quadro a tinte fosche, anche il massimo organo a difesa della legalità dello Stato – il Presidente della Repubblica – avalla norme e atteggiamenti atti a discriminare e a ghettizzare una parte dei cittadini, pronunciandosi in tal senso persino in prima persona. Il garante della Costituzione, nonché rappresentante di tutti i cittadini, perora la sospensione dei diritti costituzionali, criminalizzando una parte di quei cittadini di cui pure è il rappresentante.
Conclusione: continuo ricorso alla decretazione d’urgenza; Stato di diritto revocato e sostituito dallo Stato etico; massimi organi costituzionali che avallano il superamento arbitrario e illiberale delle garanzie costituzionali. Ergo, un regime sciolto da ogni vincolo vede la luce senza opposizione alcuna.
Qualsiasi definizione si voglia dare di questo regime, ciò che importa è che si stiano creando – e, di fatto, già vi sono – le condizioni perché esso possa potenzialmente agire indisturbato al riparo dall’oggettività e universalità del diritto.
Tutto questo è già accaduto, lo stiamo vivendo in presa diretta, è il farsi della storia sotto i nostri occhi. È il farsi di un Regime.
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