LA BOLLA DEL DEBITO GLOBALE.
”Noi abbiamo già tutto” fu per me una lezione. Dopo quelle parole ero sicuro che il mondo economico era arrivato al capolinea. Il capolinea di un sistema economico basato sul debito che si scontra contro i suoi limiti naturali e raggiunge la saturazione. LA FINE DEL DEBITO e l’inizio obbligatorio di un nuovo paradigma. Questo genere di cose non sono mai indolori.
Il World Economic Forum, a gennaio 2020, annuncia il Grande Reset. Reset vuol dire azzeramento. Non ci sono giri di parole. Se il World Economic Forum, detta l’agenda economica globale, tutti gli altri organismi sovranazionali vanno a braccetto in un unico e monolitico gruppo di potere che cerca di rimandare l’inevitabile applicando cure che non fanno altro che peggiorare la situazione e le conseguenze si manifestano in tutta la forza distruttiva, con il chiaro segnale di un’imminente deflagrazione globale.
Infatti, cercare di risolvere un problema di debito aggiungendo nuovo debito, porta all’inflazione, poi all’iperinflazione e alla fine del valore del denaro. Per rendersi conto di cosa voglia dire inflazione, basta paragonare questa casa di legno del 1800
con i vili manufatti di legno disponibili oggi nelle catene di mobilia dozzinale, dove il legno è disponibile sotto forma di trucioli compressi e rivestiti di plastica. L’inflazione è sempre un fenomeno monetario. Spesso, viene mascherata riducendo la qualità del prodotto. Come la cioccolata che viene diluita con olio solidificato e chimica varia per non pagare il prezzo pieno del cacao puro. Per ovviare all’inconveniente, tipo quello della famiglia di anziani che non hanno più bisogno di comprare nulla, l’agenda globalista ha pensato bene di trasferire consumatori da paesi sottosviluppati a quelli sviluppati. Abbiamo visto che, laddove si sono formate tasche di prosperità nel mondo produttivo, si sono organizzate contestualmente e centralmente le campagne di flussi migratori allo scopo di beneficiare di queste situazioni di vantaggio e fungere da vasi comunicanti con il trasferimento di ricchezza, sottraendola laddove se ne trova più di quanta necessaria al sistema e consentire ad un ulteriore e massiccio gruppo di individui disperati di agganciarsi alla perpetua catena del sistema debito-consumi. Veniamo adesso all’Italia. Dopo questa lunga introduzione vediamo che l’Italia è il paese ideale dove attuare la policy di trasferimento di ricchezza. Basta pensare a:
1) Quanta ricchezza è già stata trasferita dal nostro paese a quelli limitrofi, consentendo alle bande criminali di rubare nelle nostre case. Si tratta di tonnellate di oro e gioielli nonché automobili e mezzi agricoli.
2) Quanto è stato concesso a concorrenti di altra nazionalità di distruggere interi nostri settori produttivi, come pelletteria, tessile, edilizia, restauro, ma anche ristorazione e negozi di vario genere.
Tutti soldi che sono estratti dagli italiani e che lasciano il nostro paese andando ad arricchirne altri. Il prosperoso paese Italia, grazie al fatto che lavoriamo comunque come bestie e che non ci fermiamo nonostante tutto, ci consente ancora di avere un congruo accumulo di risparmio privato ed è proprio quello il target dell’attacco finale che stanno sferrando nei nostri confronti. Hanno provato con i lockdown, con le tasse stritolatrici, con gli aumenti verticali del costo delle utenze, ma ancora gli italiani non sembrano mollare il malloppo. Nonostante gli attacchi ripetuti e vigliacchi, gli Italiani resistono. Ho iniziato a scrivere queste newsletter con lo scopo di avvertire per tempo di quello che stava avvenendo ovvero un sovvertimento di tipo economico epocale. Adesso non c’è più rimasto molto tempo perché siamo arrivati alle battute finali. È arrivato il momento!
TOGLIETE I SOLDI DALLE BANCHE !
Uno Stato fallito va a caccia di soldi come una bestia famelica. I soldi adesso si trovano sui conti correnti degli italiani. La bestia non si fermerà finché non avrà predato il malloppo. È molto pericoloso lasciare i soldi sui conti correnti, così facili da raggiungere da parte di un presidente Banchiere e del suo compare di fiducia, fresco di nomina alla Corte Costituzionale, con esperienza maturata e di successo nel campo dei prelievi forzosi.
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