Il “fronte occidentale” ucraino: spionaggio, espulsioni e tensioni tra Budapest e Kiev
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Gianandrea Gaiani)
Nuovi elementi contribuiscono a inasprire la diffidenza tra Ucraina e Ungheria determinata dal rifiuto di Budapest di interrompere le relazioni con Mosca e di fornire armi a Kiev e poi ingigantitasi in seguito alle resistenze ungheresi ad approvare gli aiuti della Ue all’Ucraina e in seguito alla decisone di Kiev di chiudere i flussi di gas russo attraverso il gasdotto che riforniva anche l’Ungheria.
Per la prima volta la diatriba tra le due nazioni coinvolge direttamente i temi della sicurezza anche se gin dal 2022 Budapest aveva criticato le discriminazioni di Kiev nei confronti della minoranza ungherese della regione della Transcarpazia (o Zakarpattia).
Il governo guidato da Viktor Orban aveva denunciato le pressioni di Kiev sulla comunità ungherese affinché rinunciasse all’uso della lingua magiara e un incremento degli arruolamenti forzati nell’esercito ucraino tra gli ungheresi di Transcarpazia; secondo l’ultimo censimento ufficiale del 2001, oltre 150.000 persone di etnia ungherese vivevano in Transcarpazia.
Nei giorni scorsi la tensione si è innalzata dopo che il Servizio di sicurezza interna ucraino (SBU) ha reso noto di aver smascherato per la prima volta una rete di spionaggio operativa nella regione della Transcarpazia riconducibile ai servizi segreti militari ungheresi.
Lo ha riferito il 9 maggio l’agenzia Ukrinform, citando una nota ufficiale dell’SBU. L’obiettivo della cellula era raccogliere informazioni sensibili riguardanti la sicurezza militare della regione, le vulnerabilità della difesa aerea e terrestre, nonché la possibile reazione della popolazione locale in caso di un ipotetico ingresso di truppe ungheresi nel territorio.
L’operazione si è conclusa con l’arresto di due agenti sospettati di collaborare con l’intelligence di Budapest. Uno degli arrestati è un ex militare quarantenne del distretto di Berehove, reclutato nel 2021 e rimasto “Dormiente” fino alla recente attivazione. L’uomo avrebbe ricevuto l’incarico di monitorare la situazione socio-politica e militare locale, investigare su equipaggiamenti reperibili nel mercato nero e raccogliere informazioni sulle forze armate ucraine presenti nella regione.
E’ documentato il suo viaggio in Ungheria per incontrare il curatore – un ufficiale ungherese di carriera già identificato – a cui avrebbe consegnato i dati raccolti. Per lasciare il Paese, l’agente avrebbe fatto uso di un certificato falso di assistenza a un familiare malato.
Il secondo uomo arrestato è un’ex militare delle forze di sicurezza ucraine, congedato nel 2025, che avrebbe fornito indicazioni sulla presenza di mezzi aerei ed elicotteri nella regione, nonché informazioni sui sistemi di difesa del suo ex reparto.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati telefoni cellulari e materiale probatorio. Ai due sospettati è stato notificato il reato di alto tradimento in tempo di guerra (articolo 111.2 del Codice penale ucraino), che prevede la pena dell’ergastolo con confisca dei beni. L’operazione è stata condotta sotto la supervisione della Procura generale dell’Ucraina. Sono in corso ulteriori indagini per individuare e perseguire gli altri membri della rete.
Il comunicato dell’SBU
Pubblichiamo qui sotto il testo del comunicato dell’SBU tradotto in Italiano:
“Per la prima volta nella storia ucraina, i Servizi di Sicurezza Ucraini hanno smascherato una rete di intelligence militare ungherese che conduceva attività di spionaggio contro il nostro Paese.
Il compito di questa cellula era raccogliere informazioni sull’efficacia della protezione militare della regione di Transcarpazia, individuare vulnerabilità nella difesa aerea e terrestre della regione e studiare le opinioni socio-politiche della popolazione locale, compresi gli scenari del loro comportamento in caso di ingresso delle truppe ungheresi nella regione.
A seguito dell’operazione in Transcarpazia, l’SBU ha arrestato due agenti della rete ungherese. L’indagine ha accertato che entrambi gli agenti erano sotto la supervisione di un agente dell’intelligence militare ungherese, la cui identità è già stata accertata.
Uno dei suoi agenti è un ex militare quarantenne del distretto di Berehove, reclutato dal servizio diplomatico e messo in stato di allerta nel 2021. Secondo il controspionaggio e gli investigatori dell’SSU, il responsabile ha attivato questa risorsa nel settembre 2024.
Quindi, il traditore ha ricevuto un incarico: studiare i sentimenti della popolazione locale e ottenere le seguenti informazioni:
quale sarebbe la reazione della popolazione militare e civile della Transcarpazia se un contingente di peacekeeping, inclusi i militari ungheresi, entrasse nella regione;
quali equipaggiamento e armi militari si possono acquistare sul mercato nero in Transcarpazia;
qual è la situazione relativa alla migrazione della popolazione ungherese nella regione?
quali forze militari sono di stanza nella Transcarpazia e se ci sono molti mezzi di trasporto e veicoli da combattimento;
quanto fossero ben equipaggiate le forze dell’ordine e qual era la loro forza, ecc.
Successivamente, l’agente ha personalmente effettuato una ricognizione delle posizioni delle Forze di Difesa e delle coordinate dei sistemi missilistici antiaerei S-300 nella regione.
Dopo aver raccolto informazioni, si è recato in Ungheria per fare rapporto al suo responsabile. Per attraversare il confine, il traditore ha ottenuto un certificato di assistenza per il padre malato, che necessitava di cure in strutture sanitarie all’estero.
Durante l’incontro, l’ufficiale dei servizi segreti ungheresi ha consegnato all’agente del denaro contante, che avrebbe dovuto essere utilizzato per svolgere i compiti. Tra le altre cose, l’agente stava cercando informatori per la sua rete. L’SBU ha stabilito che il capo della cellula aveva cercato di reclutare almeno due individui.
Costituendo la rete, i servizi segreti esteri speravano di ampliare la gamma di informazioni raccolte, anche per ottenere dati dalle regioni di prima linea.
A marzo di quest’anno, il controspionaggio dell’SBU ha documentato il secondo incontro tra l’agente e il suo responsabile. Questa volta, gli è stato consegnato un telefono con un software speciale per comunicazioni segrete.
I suoi nuovi incarichi includevano l’identificazione delle auto appartenenti ai militari delle Forze di Sicurezza e Difesa nella regione di Transcarpazia; la ricerca e la trasmissione ai servizi speciali ungheresi di dati sulle perdite delle Forze Armate ucraine in guerra e sugli sviluppi attuali in prima linea. A tal fine, l’agente aveva già trovato un contatto idoneo nelle Forze di Difesa.
Un’altra agente detenuta è un’ex militare delle Forze di Sicurezza e Difesa ucraine, che ha lasciato la sua unità nel 2025. I suoi incarichi includevano l’informazione ai servizi speciali ungheresi della presenza di aerei ed elicotteri nella regione di Transcarpazi), nonché dei sistemi di difesa dell’unità militare in cui aveva prestato servizio.
Il controspionaggio dell’SBU ha documentato ogni mossa dei colpevoli e li ha trattenuti presso le loro abitazioni. I loro telefoni e altre prove materiali sono stati sequestrati durante le perquisizioni.
Gli investigatori dell’SBU hanno notificato ai detenuti un sospetto ai sensi dell’articolo 111.2 del Codice di Condotta delle Forze di Sicurezza e Difesa ucraine: alto tradimento, commesso sotto la legge marziale. Gli indagati sono in custodia cautelare e rischiano l’ergastolo con confisca dei beni.
L’indagine è in corso per assicurare alla giustizia tutti i membri della rete di intelligence ungherese. L’operazione è stata condotta sotto la supervisione procedurale della Procura Generale.”
Prospettive e scenari militari
Le accuse dell’SBU risultano credibili soprattutto in questa fase del conflitto russo-ucraino che vede Kiev osteggiare un accordo con Mosca come proposto da Donald Trump e sostenuto da Budapest. Il prolungamento del conflitto potrebbe determinare un crollo del fronte ucraino, il collasso delle forze armate o una rivolta dei militari contro il presidente Volodymyr Zelemsky. Certo si tratta di ipotesi ma è inevitabile che tutte le nazioni coinvolte nella crisi regionale sviluppino piani per far fronte a ogni possibile contingenza.
Il tracollo militare dell’Ucraina, o una rivolta militare contro il governo di Kiev ,metterebbero a rischio l’esistenza stessa dello stato ucraino non solo a causa dell’avanzata delle truppe russe ma anche perché almeno Ungheria, Polonia e Romania (membri di NATO e UE) potrebbero trovarsi costrette (o essere interessate a farlo) a inviare truppe oltre il confine ucraino per proteggere le proprie comunità e riprendere il controllo di regioni separate dalla madre patria dalla fine della seconda guerra mondiale.
La Galizia e la Volinia ex polacche, la Transcarpazia ex ungherese/slovacca/rumena e le regioni ex rumene di Bessarabia e Bucovina Orientale (la cui rivendicazione è stata espressa nei giorni scorsi da George Simion, leader nazionalista vincitore del primo turno elettorale nelle elezioni presidenziali in Romania) potrebbero venire interessate da azioni militari e tentativi di annessione un caso di tracollo dello stato ucraino dovuto a fatti bellici, insurrezioni o ammutinamenti dei reparti militari.
Nel recente passato anche fonti polacche fecero trapelare la possibilità di un intervento militare di Varsavia in Ucraina Occidentale in caso di gravi rovesci militari di Kiev che con Varsavia ha in sospeso il riconoscimento dei crimini di guerra computi dai nazionalisti ucraini dell’UPA (esercito ucraino alleato dei nazisti) ai danni delle popolazioni polacche di Volinia.
Non sorprende quindi che a livello di intelligence gli agenti ungheresi arrestati dall’SBU ucraino fossero intenti, secondo le accuse, a raccogliere informazioni sulle difese militari e la consistenza delle truppe di Kiev nella Transcarpazia. Informazioni indispensabili a pianificare interventi militari.
Le reazioni
La risposta di Budapest non si è fatta attendere. Lo stesso 9 maggio il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjarto ha annunciato l’espulsione di “due spie che lavoravano sotto copertura diplomatica presso l’ambasciata ucraina a Budapest”.
Szijjarto ha anche criticato l’indagine ucraina definendola “l’ultima campagna diffamatoria“, aggiungendo in un video su Facebook che “non tollereremo il continuo lancio di simili campagne diffamatorie contro l’Ungheria e il popolo ungherese in Ucraina“.
Immediata la contro-rappresaglia di Kiev. “Due diplomatici ungheresi devono lasciare il nostro Paese entro 48 ore”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiga su Telegram. Decisione assunta in base al “principio di reciprocità”, ha riferito il ministro.
Lo stesso giorno il premier ungherese Orban ha dichiarato che “l’Ungheria non sosterrà mai un’adesione accelerata dell’Ucraina all’UE”. In un’intervista a Radio Kossuth, il primo ministro magiaro ha affermato che l’ingresso di Kiev nell’Ue “sarebbe un suicidio economico”, ma non può essere escluso perché nel “parlamento europeo ci sono due tipi di partiti ungheresi: quelli che seguono le politiche di Ursula von der Leyen e quelli che si oppongono ad esse”.
Circa alle possibili reazioni dell’Ungheria in risposta al veto di Bruxelles sull’acquisto di gas russo, Orban ha spiegato che il danno per il Paese sarebbe molto grave perché “dovrebbe pagare tra 1,6 e 2 miliardi di euro in più per l’energia che acquista all’estero”.
#TGP #Ucraina #Ungheria
[Fonte: https://www.analisidifesa.it/2025/05/il-fronte-occidentale-ucraino-spionaggio-e-tensioni-tra-budapest-e-kiev/]
Fonte: https://www.facebook.com/share/p/1HTn9NfUeP/
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