Un allievo di Federico Caffè: “Mi dite su che basi essere ottimisti per l’Italia”?
di PIANO CONTRO MERCATO (Pasquale Cicalese)
Ho avuto il piacere di avere una proficua discussione telefonica con un consulente di alta direzione, 30 anni di management presso gruppi famosi italiani, laureato alla Sapienza con Federico Caffè. Gli chiedo, alla luce degli eventi bellici, che effetti avrà sul sistema industriale. Leggetelo: ” faccio una premessa, vale a dire la questione del debito. L’Italia pre-pandemia aveva già un debito pubblico alto, poi con il covid lo Stato è dovuto intervenire per sostenere imprese, commercianti e disoccupati, spesa corrente, quel che si dice “debito cattivo” che non porta ad investimenti con moltiplicatori superiori a uno. Si è dovuto fare ma il debito deve essere ripagato. Mi dice lei come si farà? Spostando la tassazione dai redditi ai patrimoni, aumentando le rendite catastali, visto che il risparmio degli italiani è un multiplo del debito pubblico. Nei media le notizie economiche importanti vengono dette in quattro righe, buone per gli addetti ai lavori, mentre i giornali sono pieni di notizie economiche irrisorie per la loro importanza. E’ intervenuta la politica monetaria, ma Caffè diceva che è come un’aspirina, fa abbassare la febbre ma non la fa passare. Un dato sottaciuto dai media è il rapporto derivati/pil mondiale, che è pari a 33/1. Mi dice lei cosa potrebbe succedere? I tassi di interesse sono negativi, la Bce, per le tensioni inflazionistiche, aumenterà forse i tassi di interesse, dopo la Fed. Se succedesse l’intero sistema economico collasserebbe per i debiti contratti e perché tutta questa liquidità è finita alla speculazione che ha trovato un asset allocation con rendimenti più alti. Mi dice lei in cosa essere ottimisti? La grande impresa italiana è andata via, rimangono le PMI, magari eccellenti, ma che non riescono a muoversi in questa complessità economica, sono ex artigiani brillanti che non sanno districarsi nella finanza e con esposizioni bancarie a breve termine. Ora c’è il conflitto ucraino, dopo la pandemia c’è lo shock energetico, assieme agli aumenti dei tassi è un mix micidiale che farà saltare il sistema industriale”.
Gli domando: eppure dottore nel 2021 c’è stato il record delle esportazioni, cosa vuol dire? Mi risponde: “le faccio una domanda io. Quanto è caduto il pil nel 2020? Del 9% giusto? Lo sa quanto abbiamo recuperato?” Gli ribatto, 6.5%. Lui fa: ” di questo la gran parte deriva dal Superbonus, spesa pubblica, al netto di questa voce abbiamo recuperato appena l’1,5% netto”.
Gli chiedo se si riapre il fronte sud della Via della Seta, lui ribatte” cosa esportiamo, nei prossimi tre anni quante PMI rimarranno visto che ci sarà una carneficina economica? Sa cosa diceva Caffè? L’economista ragiona a lungo termine, il politico a breve, non prende mai decisioni impopolari e se nessuno le prende mi dice lei come facciamo?”.
Alla fine cita Galbraith, il Grande Crollo, affermando che l’economista americano scriveva del crollo del 1929, noi abbiamo avuto quello del 2008, la bolla esplosa, poi alimentata ancora e pronta a scoppiare nuovamente. Mi dice: “lo sa che la Bce ha avuto perdite sul Qe? Si rende conto, una banca centrale con tassi negativi, fuori da ogni logica, che ha perdite. A questo punto siamo”.
Lo ringrazia e ci siamo promessi che ci risentiremo.
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