Due settimane per spianare il mondo
di LIBERO PENSARE, BLOG DI PIERO CAMMERINESI (Michael Bryant)
“Tutto questo è una digressione. Il vero potere, il potere che dobbiamo combattere notte e giorno, non è il potere sulle cose, ma sugli uomini. Come fa un uomo a far valere il suo potere su un altro? … Facendolo soffrire. L’obbedienza non basta. A meno che non stia soffrendo, come puoi essere sicuro che obbedisca alla tua volontà e non alla sua? Il potere è infliggere dolore e umiliazione. Il potere è fare a pezzi le menti umane e rimetterle insieme in nuove forme di tua scelta. Cominci a vedere che tipo di mondo stiamo creando?” (George Orwell, “1984)
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“Diventiamo schiavi nel momento in cui consegniamo le chiavi della definizione della realtà interamente a qualcun altro, che si tratti di un business, di una teoria economica, di un partito politico, della Casa Bianca, di Newsworld o della CNN”. (BW Power)
Il COVID-19 è magicamente scomparso.
Dopo più di due anni di bombardamento incessante di “notizie” Covid, da oltre una settimana non c’è stata nessuna notizia sui giornali mainstream.
I media danno e i media tolgono.
Attraverso l’immacolata cancellazione della “crisi Covid”, i responsabili di questi mali stanno tentando di farci dimenticare ciò che hanno fatto a noi, alle nostre famiglie e i danni permanenti che hanno causato alla società.
Ripensa a com’era la vita due anni fa e immagina se qualcuno ti avesse detto che una “emergenza sanitaria” avrebbe richiesto un giro di vite su tutta la vita sociale ed economica.
Sorprendentemente, gli ordini di salute pubblica sono passati rapidamente dall’”appiattimento della curva” e dal “rallentamento della diffusione” al contenimento, alla soppressione, al tracciamento dei contatti, all’isolamento sociale, alla quarantena, alle mascherine per il viso, [al coprifuoco], fino agli arresti domiciliari noti come “lockdown” (una prigione/campo di concentramento) e a iniezioni sperimentali obbligatorie.
Al fine di “mantenerci al sicuro”, le politiche del governo si sono trasformate da istruzioni innocue, in decreti draconiani.
La limitazione del diritto di effettuare operazioni economiche di base; la limitazione del diritto alla libera circolazione; le limitazioni al diritto di praticare la religione; la sospensione del diritto allo studio; la negazione del diritto al sostentamento; la rimozione del diritto a ricevere o rifiutare cure mediche; la sospensione delle riunioni pubbliche; la sospensione delle giurie; la soppressione del diritto alla libertà di espressione; la negazione del diritto di riunione e molto altro, sono diventati i nuovi principi di funzionamento del “Mondo Covid”.
Dalle autorità sanitarie (e altre), è nata l’istituzione di uno stato di polizia di biosicurezza, con il potere di mettere in quarantena chiunque considerato “infetto” o semplicemente per essere stato in contatto con un presunto “caso”.
Per farlo sembrare necessario e accettabile, è stato attuato un intenso assalto psicologico a tutto tondo della nostra sensibilità. Il Covid-19 è stato pubblicizzato come la “Nuova Morte Nera”.
Ci è stato detto da “persone dall’aspetto importante” che milioni di persone moriranno, che l’intero pianeta è in pericolo, che è necessaria una risposta globale e che tutti devono mettersi in linea con il programma, mentre “eroi” ed “esperti” si fanno carico di questa nuova guerra globale per tenerci al sicuro.
Frasi illogiche, progettate per ipnotizzare il pubblico che si trova in uno stato mentale malleabile, sono state ripetute centinaia, migliaia di volte, da ogni mezzo di comunicazione, praticamente da ogni istituzione sociale e da tutti i settori della sfera pubblica.
“Appiattisci la curva”, “The New Normal [La Nuova Normalità]”, “Social Distancing [Distanza Sociale]” e “Follow the Science [Lo dice la Scienza]” sono diventate le parole d’ordine nazionali del Covid. I megafoni dei media hanno incessantemente martellato questo doppio linguaggio nella psiche pubblica.
Ossimori ed eufemismi dominavano i contorni di ogni e qualsiasi discorso “legato al Covid”.
Tali manipolazioni linguistiche sono state prontamente assorbite e adottate, senza nessun dubbio o problema, da gran parte del pubblico e sono diventate la fraseologia del doppio pensiero dell’era Covid.
I mantra dell’Era Covid sono stati seguiti da una serie di “regolamenti”, “consigli” e “linee guida” psicologicamente disorientanti e arbitrari che sono stati rapidamente messi in atto, applicati selettivamente e successivamente modificati.
Nessuno è stato risparmiato.
I bambini sono stati sottoposti a continui attacchi psicologici, etichettati come “super spargitori” e gli è stato detto di stare lontano dai nonni, per non “ucciderli”.
Operando in una nebbia di traumi psicologici, tutti si sono mossi in un mondo privo di sorrisi e risate, in cui i volti erano nascosti da maschere e avvolti in stoffe.
Questa raffica di manipolazioni brutali è stata progettata per condizionarci ad accettare le imposizioni tiranniche denominate “The New Normal”. Il bilancio emotivo, a causa della paura del COVID e dell’isteria dei media, ha fatto sì che la cittadinanza diventasse mentalmente addomesticata, come prigionieri istituzionalizzati che chiedessero “una via d’uscita”.
L’uscita preordinata e unica “permessa” da questo incubo virale, richiedeva che la società abbracciasse la “cura” magica dell’inoculazione “miracolosa”. Un miracolo medico che prometteva di essere così efficace, che sarebbe stato richiesto ripeterlo anno, dopo anno, dopo anno.
E che quando non viene abbracciato, viene imposto.
Una delle caratteristiche sorprendenti della blitzkrieg mediatica che circonda la “pandemia” Covid – o, per essere più precisi, l’informazione relativa alla “pandemia” – assomiglia in modo inquietante alla “Guerra al Terrorismo” o addirittura a qualsiasi guerra, se la si considera puramente in termini di effetti.
Indossare la mascherina è diventato un dovere patriottico. Le “misure di sicurezza” sono diventate una caratteristica della vita quotidiana. Mentre la vasta carneficina delle politiche Covid, è stata liquidata come “danno collaterale”.
Persi nel rumore e nella furia di questo bombardamento mediatico, c’erano i tre pilastri chiave della scienza: prove, osservazioni e dati.
Questi, sono stati sostituiti da previsioni fittizie, stime generate al computer o altre “metriche scientifiche” da non mettere in discussione, secondo cui gli ospedali sarebbero stati invasi, gli obitori sarebbero stati insufficienti e i forni crematori avrebbero esaurito il carburante per lo smaltimento di tutti i corpi.
Anche se l’osservazione diretta e i dati scientifici reali hanno dimostrato che niente di tutto ciò fosse vero, l’apparato sanitario pubblico e il colosso dei media hanno fatto in modo che il pubblico non fosse esposto a tale eresia.
Una cortina di censura digitale di massa, di tipo maccartista, è scesa su questo “Brave New World [Coraggioso Nuovo Mondo]” di isteria senza fatti.
Nessuna quantità di prove avrebbe potuto rallentare la macchina della propaganda, che è rimasta in marcia, sputando un flusso ininterrotto di slogan bigotti e conteggi di morti esagerati.
L’effetto previsto era il panico diffuso, che si traduceva in una psicosi collettiva che negava ogni pensiero.
“Non abbiamo tempo!”
“Dobbiamo agire ora!”
“Ascolta gli “esperti!”
“Segui la scienza!”
“Non possiamo permetterci il “lusso” del pensiero critico!”
E, soprattutto:
“Tutti coloro che mettono in dubbio la narrativa “ufficiale” devono essere condannati”.
In parole povere, il Covid-19 non è stato un evento epidemiologico, è stato un’operazione psicologica.
Due anni dopo, mentre burocrati e politici allentano le restrizioni Covid per reprimere i crescenti disordini, possiamo essere certi che insisteranno nel mantenere il “diritto” di reimporle a piacimento.
Finché “nuove varianti si nascondono dietro l’angolo”, i burocrati della salute pubblica e i profittatori della pandemia possono inventare la prossima “emergenza sanitaria” per imporre altre chiusure per qualsiasi “evento virale” che si adatti convenientemente ai loro obiettivi politici e finanziari.
Se oggi la propaganda del Covid è svanita, è imperativo continuare a tenere sotto controllo la montagna di bugie e a svelare la massiccia corruzione che caratterizza “l’Era del Covid”.
Questa è l’unica via verso la giustizia ed è necessaria per difendersi da futuri episodi di isteria “pandemica”.
In definitiva, non può esserci un dibattito completo e una comprensione completa delle devastanti conseguenze delle politiche della “crisi Covid” senza un’analisi storica e aggiornata del ruolo dell’industria medica nel promuovere agende socioeconomiche e politiche a beneficio delle élite al potere.
È fondamentale comprendere che l’industria della salute pubblica è ora direttamente collegata ai mercati globali e opera in base alle richieste di tali conglomerati finanziari. Le pandemie artificiali sono ora enormi opportunità di investimento, che aumentano la ricchezza dei miliardari e consolidano ulteriormente il loro potere.
È inoltre necessario riconoscere che lo scopo principale dell’industria medica non è più l’”arte della guarigione”, ma è piuttosto uno strumento finanziario a beneficio degli investitori.
” We the people [Noi il popolo]” dobbiamo anche riconoscere che l’industria medica è stata ora completamente armata, come un sistema punitivo progettato per elaborare, disumanizzare e controllare ogni singola persona nel sistema. Davanti ai nostri occhi, abbiamo visto da vicino come la mera esistenza biologica sia criminalizzata da quel sistema.
L’atto magico del Covid che svanisce dalla vista dei media e dalla percezione pubblica, non è dovuto a nessun miracolo medico o alla traiettoria naturale di un virus che perde la sua potenza. È stato eseguito da coloro che hanno fabbricato questa realtà e commesso innumerevoli crimini, e che ora si coordinano nel tentativo di sgattaiolare fuori dalla porta di servizio, evitare ulteriori indagini pubbliche e sfuggire a qualsiasi conseguenza legale.
Sebbene la storia del virus sia quasi finita, la stregoneria che lo ha creato non è stata esorcizzata.
La lezione urgente che dobbiamo apprendere da questi ultimi due anni, è che siamo sottoposti a una guerra psicologica molto violenta, e lo siamo da un po’ di tempo.
Non avremo veramente vinto finché non sarà universalmente stabilito che la libertà medica non è un bene negoziabile controllato da burocrati statali, opportunisti politici o dal cartello medico.
Non ci sarà vittoria fino a quando l’ideologia secondo cui lo stato può controllare la nostra autonomia corporea, non sarà stata completamente ripudiata.
Questa storia non sarà finita fino a quando le persone e le istituzioni che hanno ingannato il pubblico, censurato e perseguitato le voci dissenzienti negli ultimi due anni, non saranno pubblicamente ritenute responsabili.
Questa lotta non è finita.
Michael Bryant
Michael Bryant è un giornalista/attivista freelance e ricercatore che attualmente si concentra principalmente sulle questioni relative alla libertà di salute. Il suo lavoro è apparso su HealthFreedomDefense.org
Tradotto dall’inglese da Diana Ambanelli per LiberoPensare
FONTE: https://liberopensare.com/due-settimane-per-spianare-il-mondo/
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