Il cimitero del giornalismo
Nel corso della trasmissione, che fino a quel momento si manteneva faticosamente in bilico, a mio giudizio, fra una evidente propensione verso una specifica narrazione di alcuni fatti, tristemente occorsi recentemente in Ucraina a causa della guerra in atto e il tentativo da parte di un paio di ospiti, tra cui Toni Capuozzo, di guadagnare il permesso di pronunciare dubbi e perplessità sugli stessi fatti senza essere mediaticamente linciati o zittiti oltre che insultati sotto traccia da altri ospiti, ecco, mentre accadeva tutto ciò ho assistito alla manipolazione di un servizio giornalistico a me già noto, vale a dire la vera ed integrale intervista alla modella blogger protagonista suo malgrado delle vicende occorse alla clinica ostetrica mentre partoriva sotto i bombardamenti.
Per correttezza giornalistica, avrebbe dovuto essere mandata in onda ieri sera su Dritto e Rovescio la versione integrale o quanto meno una versione abbreviata, ma commentata in diretta dell’intervistatore che ha realizzato lo scoop.
Invece la stessa è stata tagliata e “riassunta” in modo indecente. Ieri sera è stato addirittura omesso il nome di Giorgio Bianchi (reporter sul campo) che ha effettuato l’intervista stessa e realizzato il video mandato in onda a spezzoni e rimontato ad arte nei punti dove evidentemente qualcuno in redazione ha ritenuto essere necessario farlo.
L’intervista, rimaneggiata dalla trasmissione televisiva e riassunta per sommi capi da un commentatore fuori campo, è stata accompagnata da una a dir poco astrusa, raffazzonata e del tutto maldestra e perciò ridicola analisi psicologica da bar, che addirittura si è soffermata, fotogramma per fotogramma a rallentatore, sul colore e la qualità estetica del divano su cui sedeva la ragazza, attribuendo allo stesso un aspetto dimesso e perciò sicuramente parte di un scenografia artefatta dove i momenti di commozione per le vicende vissute (e sfiderei chiunque a non mostrare ansia ed agitazione e paura nel ricordo di un avvenimento simile che ha coinvolto tuo figlio appena nato sotto la guerra e le esplosioni) sono invece imputabili a fantomatiche pressioni ricevute da parte dei russi, che l’avrebbero addirittura rapita e costretta a ritrattare le sue dichiarazioni riguardanti il bombardamento della clinica ostetrica così come riportate dai media ucraini prima e da quelli occidentali subito dopo…..
Senza minimamente prendere In considerazione l’evidente lucidità con cui la ragazza espone il suo racconto nel video originale (facciamo notare che la voce della ragazza quasi non viene fatta ascoltare al pubblico nella versione della trasmissione) , la voce narrante del servizio fa passare alcune smentite della ragazza ai fatti raccontati dal mainstream come ad esempio:
– la negazione di un bombardamento aereo alla clinica,
– l’affermazione della presenza di militari ucraini nell’ospedale,
– la smenita quasi totale dello story telling così come rappresentato dal main stream
– la subitanea presenza dei giornalisti dopo il bombardamento e il racconto dei due momenti dello scatto della foto che ha fatto il giro del mondo e del video della successiva evacuazione della clinica,
come frutto delle pressioni ricevute dai russi, dimostrate senza alcun dubbio da un “evidente” sospetta movimento degli occhi mentre la ragazza rivolge uno sguardo fuori campo, evidenziato addirittura con un ingrandimento della pupilla in stop motion con evidenti sgranataure dell’immagine per altro….
Una analisi, quella fornita dalla voce narrante, assolutamente pretestuosa e ridicola, ricca soltanto di teorie e dimostrazioni cervellotiche che si reggono alla fine soltanto sulla tesi del rapimento russo, che da ipotesi diventa tesi dimostrata e tautologica senza un vero passaggio logico, tesi per altro fermamente smentita dalla ragazza che invece racconta di essere tornata a casa con il suo compagno e la bambina appena avuta…
Ciò che è inveve del tutto evidente e senza possibilità di smentita è la mancanza di dichiarate qualifiche medico scientifiche in posseso del narratore o sue personali competenze tecniche specifiche su cui basare le cervellotiche elucubrazioni tanto meno la citazione di eventuali consulenti chiamati a valutare le immagini e i contenuti del video.
Riassumendo ieri sera abbiamo assistito alla proiezione di:
– un evidente scoop giornalistico quale l’intervista a una dei protagonisti più noti della guerra in Ucraina
– scoop non dichiarato così come non è stato dichiarato il suo autore che ripeto è Giorgio Bianchi che di scoop in questa guerra ne ha fatti diversi
– dichiarazioni fatte dalla viva voce della protagonista che non vengono fatte ascoltare nè tanto meno tradotte al pubblico
– il commento o meglio la libera interpretazione del video fatta da un illustre sconosciuto senza alcun titolo dichiarato per poter sostenere le tesi che abbiamo ascoltato, in cui si cerca sotto traccia di far passare la ragazza per una persona sconvolta e senza senso della realtà
– la rappresentazione di un racconto basandosi su fatti ed immagini reali ricombinate e risistemate con tanto di voce narrante che cita per sommi capi una intervista fatta in prima persona, così da poter evidentemente distorcere il senso della stessa e la validità del racconto fatto dal testimone dei fatti stesso che guarda caso non viene fatto ascoltatare, contrariamente all’ ampio spazio fornito agli ospiti del pubblico in studio (gli ospiti di un lato dello studio preminentemente) o di altri servizi ascoltati in quella e in altre puntate della stessa trasmissione in cui si è dato ampio spazio a voce ed emozioni degli intervistati sia in studio che nei servizi proiettati…
Perchè in questo caso particolare si è impedito al pubblico di sentire con le sue orecchie e di vedere distintamente la genuina emozione che traspariva dalle immagini e dalle parole della ragazza ?
Uno squallore giornalistico che fa scempio del rispetto della verità dei fatti e del fatto in sé stesso che è l’intervista, un insieme di scorrettezze professionali nel non citare l’autore del video anzi facendolo passare per un anonimo reporter.
Tutto nel penoso tentativo di far passare un evidente scoop giornalistico per un fatterello di scarsa importanza visto che l’ “evidente” scarsa qualità del video (dopo tutti i rimaneggiamenti) assieme all’altrettanto “evidente” scarsa attendibilità del testimone sono state illustrate da una voce narrante che evidentemente viste le sue approfondite analisi deve essere stato un esperto psicologo, interprete della fisiognomica e traumatologo oltre che esperto nelle tecniche di “persuasione” russe, altrimenti non si possono ingoiare le stupidaggini che ha affermato nel tentativo riuscito di sostituirsi alla voce autentica della ragazza e dell’intervistatore originale che è Giorgio Bianchi esperto giornalista di guerra inviato in Ucraina.
Perchè negare così decisamente e pervicacemente le parole di un testimone tra i più importanti nelle vicende ucraine?
Perché non citare e quindi negare la valenza di scoop al servizio originale?
Perchè negare al pubblico il nome dell’autore? Perchè mostrare l’esistenza di questa intervista se la validità dei suoi contenuti è nulla?
Mi chiedo a che è servita tutta la spazzatura prodotta ieri sera dalla trasmissione Dritto e Rovescio su questa vicenda e su questo video?
Forse che la tesi precostituita valida è soltanto quella delle testate ucraine e nel dubbio che qualcuno possa riflettere sull’esistenza di un racconto diverso depistare con tesi artefatte addirittura di rapimento, indimostrate e negate anche dall’interessato?
FONTE: https://www.giorgiobianchiphotojournalist.com/blog/il-cimitero-del-giornalismo/
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