Legge elettorale Politiche 2022: come funziona il Rosatellum “adattato”?
di TERMOMETRO POLITICO (Guglielmo Sano)
Con quale legge elettorale si andrà a votare per le Politiche il prossimo 25 settembre? In vigore lo stesso meccanismo delle elezioni 2018, il Rosatellum. Tuttavia, il sistema dovrà essere adattato alla composizione del Parlamento per come determinata dal Referendum sul taglio dei parlamentari di due anni fa.
Legge elettorale: con quale si voterà il 25 settembre?
Legge elettorale: il prossimo 25 settembre, quando si terranno le prossime elezioni Politiche, si voterà con il cosiddetto Rosatellum. Si tratta dello stesso sistema – che prende il nome dal suo ideatore, il deputato Pd Ettore Rosato – con cui si è votato nel 2018. Il Rosatellum è un meccanismo di assegnazione dei seggi “misto”, ossia prevede che un terzo dei seggi di Camera e Senato venga assegnato con un sistema maggioritario (chi prende più voti in collegi uninominali) e gli altri due terzi con un sistema proporzionale.
In base a queste caratteristiche è evidente come penalizzi i partiti che si presentano “da soli” mentre favorisce le coalizioni. Questo sbilanciamento gli attirò molte critiche proprio in occasione delle ultime Politiche: dai più venne imputato proprio alla composizione del Parlamento il lungo empasse che poi portò alla formazione del primo Governo Conte (grazie all’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega).
Come funziona il Rosatellum “adattato”?
Legge elettorale: anche se il meccanismo del Rosatellum resterà invariato rispetto al 2018, dovrà comunque adattarsi alla composizione del Parlamento per come determinata dall’esito del Referendum sul taglio dei parlamentari del settembre 2020. Nello specifico, i deputati da 630 diventeranno 400 mentre il numero dei senatori passerà da 315 a 200. In linea di massima non dovrebbe essere necessario apportare correttivi alla legge ma, appunto, bisognerà applicare nuove percentuali per l’assegnazione dei seggi e per la parte maggioritaria e per quella proporzionale.
Ecco allora che per la Camera dovrebbero essere predisposti 148 seggi uninominali (il 37% del totale) in cui ogni coalizione/partito potrà presentare il proprio candidato – viene eletto il candidato che prende più voti; gli altri 244 seggi (il 61% del totale) saranno assegnati con metodo proporzionale in base alle liste presentate da ciascun partito/coalizione (le liste saranno “bloccate”, in breve, si sceglie solo la lista senza esprimere la preferenza per un candidato in particolare). Infine, 8 i seggi riservati alle circoscrizioni estere.
Più o meno uguale il criterio per il Senato (unica differenza che la parte proporzionale è su base regionale e non nazionale come per la Camera): 74 seggi saranno assegnati con metodo maggioritario, 122 con metodo proporzionale, 4 quelli riservati alla circoscrizione Estero.
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