Astensione elettorale e legittimazione politica
Di ROSSANO FERRAZZANO (RI Milano)
Chi sostiene l’astensione a priori, a prescindere dai partiti che si presentino alle elezioni, dice che così si toglie legittimazione ai partiti di sistema.
Hanno considerato costoro che ad avere bisogno della legittimazione popolare sono SOLO i partiti popolari?
I partiti delle élite, ovvero i partiti liberali, hanno l’obiettivo storico esattamente opposto, quello di strappare la legittimazione istituzionale dalle mani del popolo in cui è stata riposta dalle costituzioni antifasciste scritte all’indomani della seconda guerra mondiale, per portarla in quelle delle oligarchie capitaliste, che nella neolingua corrente vengono definite “i mercati”.
L’obiettivo maggiore dei partiti liberali, il bersaglio grosso di questo passaggio storico, è quello di superare il suffragio universale. Far votare solo i ceti abbienti ed istruiti. Tornare all’epoca pre-democratica. Quale migliore premessa potrebbe esserci della rinuncia spontanea all’esercizio del diritto all’elettorato attivo da parte di vastissime fasce della classe lavoratrice?
Mi pare già di sentirli: “Vedete, è già successo da sé, la maggior parte della gente sa già che votare non serve, anzi che è controproducente che tutti votino; la maggioranza dichiara già da sé di non sapere esprimere un’opinione politica. Dunque si accetti il verdetto democratico delle urne e si dia un ordine stabile alla società reale che dice di non voler e di non saper votare, si superi il suffragio universale e si adotti un sistema elettorale più efficiente e razionale.”
Dunque chi è disgustato dalla classe politica attuale e prova ribrezzo per l’idea di andare a votare, capisca che il motivo per cui prova ribrezzo è uno solo: che questi in Parlamento sono tutti partiti politici liberali, ovvero élitari, ovvero antipopolari.
E’ verissimo che non ha senso votare per il meno peggio fra i partiti di sistema. Per quanto si possa cercare l’unità meno bellicosa, fino a che si rimane fra le fila dell’esercito nemico si continuerà a partecipare allo strazio del proprio stesso popolo, della propria stessa famiglia, di sé stessi. Ma è ancora più vero che non è certo ritirandosi dal campo di battaglia che il nemico si arrenderà mai. Anzi il contrario, dominerà incontrastato.
Quindi, tutti quanti voi che come me e come la larghissima maggioranza degli italiani vivete di lavoro e non potete fare conto sulla rendita di svariati milioni di euro lasciati ad oziare sul conto in banca, smettete di vagheggiare il giorno in cui le élite capitaliste si vergogneranno di essere élite capitaliste e sentiranno l’intimo bisogno di avere la vostra legittimazione.
Alzatevi, invece, cercate il partito politico POPOLARE che più vi aggrada, e aiutatelo a raccogliere le firme per essere sulla scheda elettorale del vostro Collegio il 25 settembre. Smettete di sognare il giorno in cui i lupi diventeranno agnelli, e cominciamo insieme a ricostruire la vera CITTADINANZA DEMOCRATICA.
Risolleviamo insieme il corpo di gigante del popolo italiano.
AL VOTO. TUTTI.
Abbiamo una Costituzione da attuare.
ART. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantita’ e qualita’ del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se’ e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa e’ stabilita dalla legge.
ART. 49.
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
ART. 3
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ART. 1
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Ricordo che non conta chi vota, ma contra di conta i voti.