di STEFANO ROSATI
“Calenda: alleanza con Renzi oppure sarà (difficilissima) raccolta firme in piena estate”. Dice il giornale che se Calenda non si alleerà sarà costretto a una “difficilissima raccolta firme in piena estate”. Povero Calenda e povera Bonino prima di lui (di Di Majo ho già parlato). Politici osannati da giornali e tv di cui all’improvviso si scopre l’inconsistenza, l’insipienza, l’inesistenza nella realtà, ossia in mezzo alle persone.
È ragionevole che un partito che abbia una significativa rappresentanza parlamentare non debba raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni successive. Ha già preso milioni di voti e quindi vuol dire che ‘esiste’. La raccolta firme per le elezioni successive sarebbe un inutile spreco di attività. Trovo anche ragionevole che un partito che invece non abbia una significativa rappresentanza parlamentare, per presentarsi alle elezioni successive, debba raccogliere le firme (in un numero e con un periodo di tempo ragionevoli, senza percorsi ad ostacoli), dimostrando così serietà e radicamento popolare della propria proposta politica.
Quello che trovo veramente inaccettabile e, anzi, ripugnante è che i partiti che hanno rappresentanza parlamentare possano subordinare l’esonero per la raccolta firme di altri partiti all’inchino, all’asservimento, a forme di affiliazione che richiamano in modo nemmeno troppo velato certi schemi feudali o, nella versione più recente, tipici delle cosche. Si tratta di una vera forma di schiavismo parlamentare veramente disgustosa, degradante per chi la esercita e per chi la subisce.
Dobbiamo però ringraziare Calenda e Bonino che ci confermano per l’ennesima volta che la democrazia dei signori è una democrazia di inetti, non dei migliori. Calenda, e prima di lui +Europa, ci hanno dimostrato che per esistere politicamente non basta avere fondi infiniti, finanziamenti a pioggia, giornali e televisioni compiacenti che ti trattano come se avessi il 20% quando invece sei una nullità politica che non riuscirebbe nemmeno a raccogliere le firme pur essendo stato europarlamentare e più volte ministro.
E dobbiamo ringraziare i giornali, così servili da essere quasi grotteschi, per averci fatto fare una risata. Almeno i signori di Huffington ci vengano a mettere una firma. Noi stiamo raccogliendo le firme. A ferragosto, con la bufera.
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