All’asilo vagine di stoffa e giochi in scatola
di La Croce Quotidiano (Roberto Signori)
A Bologna è arrivata la “Tabooteca”, uno spazio pubblico aperto a tutti che propone una serie di giochi in scatola e strumenti didattici sull’educazione alla sessualità, in tutte le sue forme. Senza tralasciare l’identità di genere e la teoria gender, per un progetto (finanziato dalla Regione Emilia Romagna) rivolto a quanto pare anche ai bambini dell’asilo. E tanto è bastato per far scoppiare la polemica, con l’Associazione Pro Vita & Famiglia che ha definito l’iniziativa “inaccettabile”. Un piano varato dall’Associazione Orlando nei locali del Centro di Documentazione delle Donne, che in base a quanto spiegato sul sito dei promotori, mira a consentire anche ai più piccoli di “scoprire, conoscere, condividere sono alla base delle intenzioni del prestito, perché con l’educazione e il gioco si possa arrivare a sfatare i tabù”. E fra i vari oggetti, appaiono anche appaiono peluche e giochi che riproducono i genitali femminili.
“Contraccezione, anatomia umana con vagine, clitoride e vulva, orientamenti sessuali e l’immancabile identità di genere. Sono veramente questi i temi assurdi proposti ai bambini, addirittura in età da scuola materna, nella prima “Tabooteca” d’Italia presentata in pompa magna dall’Associazione Orlando all’interno del Centro di Documentazione delle Donne, una realtà femminista e promotrice di istanze transgender e gender fluid e con il supporto di Non una di meno, Mujeres Libres e Cassero – si legge nella nota pubblicata sul sito dell’associazione firmata da Francesco Perboni e Simone Ortolani, rispettivamente referente di Bologna e dell’Emilia-Romagna di Pro Vita & Famiglia Onlus – non c’è più alcun timore da parte di queste associazioni nel mostrare apertamente la loro volontà ideologica di sessualizzare sempre di più l’innocenza dei bambini. Alla luce del sole vogliono indottrinare i più piccoli ai temi Lgbtqia+ con contenuti sessualmente espliciti e con argomenti assolutamente inadatti alla loro età. I bambini devono essere educati e formati in modo consono alla loro età, rispettando la loro innocenza, non messi in pericolo, per giunta con modalità a luci rosse e con teorie antiscientifiche come la fluidità di genere.
A cosa arriveremo di questo passo? A spiegare ai bambini delle elementari o della materna come compiere pratiche sessuali? Tutto ciò è inaccettabile e gli amministratori della città, in modo trasversale, dovrebbero schierarsi contro iniziative del genere, per tutelare i più piccoli e le famiglie bolognesi”. E nemmeno la Lega ha apprezzato l’idea, non reputandola idonea per bimbi di 3 anni e puntando il dito contro la Regione.
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