Riconquistare l’Italia: come te nessuno mai
di DAVIDE VISIGALLI
Ieri, 27 novembre 2022, si è tenuta la sesta assemblea di RI, a Roma. Come al solito è stata una boccata di ossigeno, per me fin dal 2014. Riconoscersi, sorridere appagati, e stringerci la mano rimane un’emozione indescrivibile, ogni volta, da anni. È stata una bella assemblea di passione politica e serietà.
Sono state approvate le mozioni presentate dal direttivo con una larga maggioranza. Ora RI è più salda e forte di prima. In tutto questo voglio ringraziare Gilberto Trombetta in primis, Jacopo Rossetti e Matteo Natalini per la presentazione di importanti mozioni e emendamenti, che hanno contribuito in maniera sostanziale a far riflettere su RI e il suo cammino, prima, durante e dopo l’assemblea.
Se è stata una assemblea politica seria e appassionata lo dobbiamo soprattutto a voi. Grazie. Voglio ringraziare Martina Carletti, Emilio Martines e Luca Mancini, non più presenti nella lista del direttivo di RI ma senza i quali non saremmo qui ora. Faccio i complimenti e gli auguri di buon lavoro ai nuovi membri del direttivo, con cui non vedo l’ora di lavorare, Apessandro Ale, Federico Musso e Maurizio Ferrara.
Un grazie anche ai membri del direttivo che continueranno con noi questa fantastica avventura: Stefano Rosati, Andrea Franceschelli, Salvatore Scrascia, Rossano Ferrazzano, Giampiero Marano, Gian Marco Onorati, Simone Garilli, Massimiliano Sist, Federico Monegaglia. Un “in bocca al lupo” al nuovo presidente di RI, Lorenzo D’Onofrio, per descrivere il quale la lingua italiana non ha abbastanza aggettivi superlativi.
Un grazie immenso poi all’uomo da cui tutto è partito (in tutti i sensi), Stefano D’Andrea. La sua opera da pioniere politico continuerà nel nostro direttivo per portare il partito verso una nuova fase. Ma la parte più importante di RI sono i suoi fantastici soci, capaci di imprese straordinarie e con una dedizione alla causa senza precedenti. Senza di voi RI non è niente, non è retorica ma la pura e semplice verità.
Il nuovo segretario (Davide Visigalli) non lo ringrazio. Deve pensare a lavorare, e conoscendolo abbastanza bene, ho paura che gli prenda l’ansia.
Ci libereremo!
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