Triangoliamo?
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
Nuove rotte commerciali, stesse provenienze ed identiche destinazioni
Quando si fa commercio, si va al sodo: si compra e si vende dappertutto e con chiunque. L’importante è fare soldi.
Per cercare di capire che cosa sta succedendo, i dati del Commercio estero extra-UE appena pubblicati dall’Istat con riferimento al mese di dicembre scorso, vanno letti incrociando tre aspetti: importazione di prodotti energetici, esportazioni di manufatti, variazioni nei flussi geografici per Paesi di provenienza e destinazione.
In primo luogo, va considerato il contesto complessivo: “A dicembre 2022 si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27 , una diminuzione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-4,2%) rispetto alle esportazioni (-2,6%)”. Si conferma il rallentamento delle dinamiche economiche, e quindi fin qui non c’è niente di nuovo.
Andando a scomporre il saldo, si rileva che: “A dicembre 2022 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +4.084 milioni (+2.224 milioni a dicembre 2021). Il deficit energetico (-9.243 milioni) è più ampio rispetto a un anno prima (-7.006 milioni) ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 13.328 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto a dicembre 2021 (9.230 milioni)”. Emergono due dati, anche questi già abbastanza consolidati: il deficit energetico è peggiorato per via dell’aumento dei costi delle importazioni, mentre l’interscambio di prodotti non energetici è migliorato per via del deprezzamento delle ragioni di scambio tra euro e dollaro, ancora non pienamente recuperato nonostante i recenti rialzi.
C’è un terzo aspetto, quello che precisa la destinazione geografica delle esportazioni: “A dicembre 2022, si rilevano aumenti su base annua delle esportazioni verso quasi tutti i principali paesi partner extra Ue27: i più marcati riguardano Turchia (+38,4%), paesi Mercosur (+33,8%), Svizzera (+24,5%), Stati Uniti (+22,4%) e Giappone (+22,0%). In forte calo l’export verso la Russia (-27,7%)”.
Emerge una correlazione interessante: quella tra l’aumento dell’export verso la Turchia (+38,4%) e la diminuzione di quello verso la Russia (-27,7%). Non deve trarre in inganno la differenza delle due percentuali di variazione, in quanto si riferiscono ciascuna ai dati dell’anno precedente e non indicano valori assoluti. D’altra parte, va anche considerato che le importazioni dalla Turchia sono aumentate solo del 24,4% . In pratica, ci potrebbe essere stata una triangolazione del commercio dall’Italia, attraverso la Turchia, verso la Russia.
Ci sono poi i dati delle importazioni: “Gli acquisti da paesi Opec (+75,8%), India (+44,0%), Svizzera (+39,7%) e Stati Uniti (+37,2%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue27. Si accentua la flessione dell’import dalla Russia (-62,8%); in calo anche gli acquisti dalla Cina (-9,0%)”.
Anche in questo caso ci sono informazioni che confermano quanto già noto: il forte aumento delle importazioni dall’Opec (+75,8%) si spiega con la combinazione tra l’aumento del prezzo dei prodotti petroliferi in dollari e la svalutazione dell’euro sul dollaro. Inoltre, l’aumento delle importazioni dagli Stati Uniti (+37,2%) sicuramente ha a che vedere con la svalutazione dell’euro sul dollaro e forse con le maggiori importazioni di prodotti energetici come il GNL.
Non stupisce affatto, invece, il crollo delle importazioni dalla Russia (-62,8%) che è stato determinato dalla introduzione delle sanzioni. Ma questo dato va correlato allo straordinario aumento delle importazioni dall’India (+44,0%): c’è dietro il fatto che non solo l’India non ha imposto sanzioni alla Russia, ma che ha aumentato in modo consistente le importazioni di petrolio dalla Russia, e che rivende a Paesi terzi i prodotti che derivano dalla sua raffinazione.
Da che mondo è mondo, quella delle sanzioni è una rete a maglie sempre troppo larghe per chi fa commercio.
Fonte: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2023/02/02/triangoliamo-1.html#.Y95xTE3SJPw
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