Terremoto in Turchia e Siria, nuova fortissima scossa di magnitudo 7.5. I morti sono oltre 1.300
di TODAY (Redazione)
Si scava tra le macerie. Il primo forte sisma, di magnitudo 7.9, è avvenuto nella notte con epicentro tra Turchia e Siria. Alle 11.24 un’altra scossa potentissima è stata registrata nella provincia turca di Kahramanmaras. Era scattata anche un’allerta tsunami per l’Italia, poi rientrata
Nel sud della Turchia, nella provincia di Kahramanmaras, ed è stata avvertita anche a Damasco, in Siria. Lo riporta l’Afad, la protezione civile turca, spiegando che la nuova scossa si è registrata alle 12.24 ora locale – le 11.24 in Italia – con l’epicentro nel distretto di Elbistan.
Un nuovo fortissimo sisma dunque ha sconvolto la regione, dopo la violentissima scossa di terremoto di magnitudo 7,7 (7.9 secondo l’Ingv) della scala Richter registrata nella notte nel sud della Turchia, al confine con la Siria, nella regione dell’Anatolia sud-orientale, e avvertita in tutto il Medio Oriente. Si scava sotto le macerie. Sono state colpite in modo grave le province di Gaziantep, Sanliurfa, Diyarbakir, Adana, Adiyaman, Malatya, Osmaniye, Hatay e Kilis.
Terremoto in Turchia e Siria: oltre 1.300 vittime
Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime che al momento sono oltre 1.300. Migliaia i feriti. ”È stato il terremoto più forte dal 1939”, ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intervenendo a una riunione di governo.
Migliaia di persone sono rimaste ferite nei due paesi. Il bilancio è destinato inevitabilmente ad aggravarsi vertiginosamente nelle prossime ore. Molti edifici sono crollati in piena notte.
Almeno ”912 dei nostri cittadini hanno perso la vita e 5.385 persone sono state ferite” a causa del terremoto che ha colpito il sud della Turchia, ha affermato ancora Erdogan aggiungendo che sono finora ”2.470 le persone estratte dalle macerie” e sono almeno ”2.818 gli edifici crollati’ in Turchia. Il presidente turco ha quindi riconosciuto il lavoro ”incessante” che stanno effettuando i soccorritori.
Alle 912 vittime di cui ha parlato il presidente turco vanno sommate quelle registrate in Siria, dove ci sono 326 vittime nelle aree controllate dal governo e 150 in quello sotto il controllo dell’opposizione.
Secondo le prime informazioni è Gaziantep la città della Turchia che ha fatto registrare il numero più alto di vittime – 80 – per il sisma di questa mattina. La città è situata a 90 chilometri circa dal confine con la Siria, riferiscono le autorità locali che aggiornano il bilancio del sisma. Settanta vittime si sono avute a Kahramanmaras, stando alle stesse fonti.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha inviato su Twitter i suoi “migliori auguri” a tutti i cittadini colpiti dal terremoto: “Speriamo di superare questo disastro insieme, il più presto possibile e con il minor numero di danni”, ha scritto. Erdogan ha spiegato che le squadre di ricerca e soccorso sono state immediatamente inviate nelle aree colpite dal sisma e che altre unità sono in stato di allerta. La comunità internazionale, senza distinzione, è pronta a inviare aiuti e assistenza.
Dopo il terremoto delle 2.17 sono state registrate altre 7 scosse di magnitudo superiore a 4.5 nell’area. Fino al violento sisma di questa mattina avvenuto poco più a nord rispetto al terremoto registrato nella notte.
Le immagini che arrivano dalla Turchia raccontano di distruzione su vasta scala. Il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo, è stato distrutto dal terremoto che ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria. Lo rende noto CnnTurk mostrando immagini dell’edificio ridotto ad un cumulo di macerie.
La Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo, è stata in gran parte distrutta. La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.
Tajani: “Nella zona più colpita 21 italiani, stanno bene”
”Nella zona più colpita, dove il terremoto è stato più forte, ci sono 21 italiani. Li abbiamo raggiunti tutti quanti, stanno bene e non sono in pericolo. Nella zona più ampia c’erano 168 italiani e per quello che ci risulta pare che siano tutti quanti in salvo”. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti in piazza Colonna davanti a palazzo Chigi.
Terremoto Turchia: allerta tsunami in Italia e treni fermi
Aggiornamento ore 7.30. Il Dipartimento della Protezione Civile comunica che è stata revocata l’allerta maremoto per possibili onde sulle coste italiane in seguito al sisma di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria registrato alle ore 02.17. La revoca è stata disposta sulla base dei dati elaborati dal Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Ingv.
È ripresa regolarmente la circolazione ferroviaria in Sicilia, Calabria e Puglia, dove era stata sospesa a scopo cautelativo, dalle 6.30. Una allerta tsunami della Protezione civile era stata diramata per alcune regioni del Sud Italia. L’allarme è parzialmente rientrato, ma la circolazione ferroviaria è stata interrotta.
L’Ingv aveva emesso una allerta tsunami informando che l’onda di impatto sarebbe dovuta arrivare sulla costa siciliana alle 6:35 su Siracusa‚ alle 6:39 a Catania e alle 6:40 a Messina. L’allerta era stata confermata a seguito di anomalie del livello del mare osservate ai mareografi di Iskendrun e Erdemli in Turchia. L’entità delle variazioni è tuttavia contenuta (circa 30 cm picco-picco) pertanto il pericolo tsunami per l’Italia è parso presto contenuto.
Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile intorno alle 3 di questa notte aveva diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria delle ore 2:17.
In un comunicato, la Protezione civile “raccomanda di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali”. Il capo della Protezione civile siciliana Salvatore Cocina, “in costante contatto con il DPC-Roma, ha avuto notizia che l’altezza di onda misurata in Turchia è molto più piccola del previsto e pari a circa 15 cm.
Tuttavia i mareografi misurano successive onde, probabilmente causate da ulteriori scosse. Pertanto l’allarme, pur ridimensionato, permane”. “Il Dipartimento regionale della PC, tramite sala operativa e i dirigenti provinciali, ha attivato il sistema regionale ed è in contatto con le prefetture dell’isola e con i Sindaci dei comuni costieri- si legge in una nota – L’onda arriverà prima sulla costa ionica da Eolie, Messina a Portopalo raggiungerà tutte le coste dell’isola”.
Ai sindaci è stato raccomandato di attivare le procedure dei piani di PC, di avvisare la popolazione posta nei litorali bassi e nelle zone portuali per eventuale allontanamento. La Protezione civile ha avvisato il presidente Schifani che si trova a Catania e segue l’evolversi della situazione.
“Il maremoto – spiegava la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare.
Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – viene sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti”. “Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l’Ingv, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull’evoluzione dell’evento”, conclude la nota.
Un’alba di apprensione, ma l’allarme è poi in gran parte rientrato.
Il terremoto in Turchia: il bilancio sarà pesantissimo
La terra ha tremato di notte e gli edifici sono crollati sorprendendo turchi e siriani nel sonno. La scossa di terremoto di magnitudo 7.8 è stata registrata alle 3:17 ora locale (le 2:17 in Italia) nel sud della Turchia, non lontano dal confine con la Siria.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep.
Le prime informazioni che circolano e le immagini che vengono pubblicate su Twitter danno il quadro di una scossa devastante, con decine di edifici crollati.
In Turchia e Siria il bilancio è già disastroso. La prima scossa è stata seguita pochi minuti dopo da una forte replica di magnitudo 6.7, con ipocentro a soli 10 km di profondità ed epicentro tra la provincia di Gaziantep e quella di Kahramanmaras.
“Poche decine di italiani nella regione”
Tutta la struttura dell’ambasciata italiana ad Ankara, insieme ai consolati onorari nelle città più colpite dal devastante terremoto della notte, “si è immediatamente attivata” per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani, “siamo operativi sin dalle prime notizie del sisma”. Lo dice all’Adnkronos l’ambasciatore italiano ad Ankara, Giorgio Marrapodi, secondo cui i connazionali che si trovano nelle zone del sisma “sono poche decine, con molti di loro abbiamo già parlato e stanno bene, ma le verifiche continuano”.
L’ambasciatore spiega di aver parlato con “i consoli onori nelle varie città, da Gaziantep ad Alessandretta, che si sono messi in contatto con i nostri connazionali e proseguono le verifiche”. Nelle zone colpite, secondo Marrapodi, si trovano per lo più funzionari di organizzazioni internazionali.
Fonte: https://www.today.it/attualita/terremoto-turchia-allerta-tsunami-italia-dove.html
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