IERI PER LA PRIMA VOLTA UNO STUDENTE MI HA CHIAMATO PROFESSORESSA
di GIULIA FERLITO
Credo, in realtà, che non fosse proprio la prima, ma la volta precedente non vi avevo fatto caso. È stato strano. Mi sono sentita molto in imbarazzo, ma la cosa mi ha anche entusiasmata. Una volta laureata, non credevo che avrei mai perseguito questa strada, anzi, al contrario, mi ero ripromessa che mai l’avrei percorsa. Infatti, è per questo che ho provato a fare altro e, nel bene o nel male, ho capito che non faceva per me. Oggi, invece, ci sto provando (chissà dove mi porterà) e mi riempie di orgoglio pensare che nella mia famiglia la professione del docente si tramandi di generazione in generazione. Prima, non la pensavo così, anzi, credevo fosse una sconfitta ed è per questo che ci ho riflettuto molto su, per capire. Per quale ragione dovrei disprezzare questo mestiere? Non ho risposta. So solo che noi, noi della mia generazione, siamo cresciuti con l’idea che fare il docente sia un mestiere di serie b, deprecabile. Le università nemmeno la considerano come opzione possibile, tutto è lasciato al caso. Dunque, meglio ritrovarsi a fare il CRM Manager in una azienda privata, piuttosto che insegnare, non sia mai che qualche giovane voglia farlo, oggi. È un lavoro da poveracci, sottopagato (diciamo che in parte è vero), socialmente non riconosciuto (vero anche questo). La scuola ha più buchi che risorse, perché mai finirvi? Ecco cosa vuol dire insegnare per la maggior parte delle persone e, sebbene, in parte, siano reali le problematiche della scuola, è incredibile quanto sia stato impoverito questo ruolo negli anni.
Come dicevo, nella mia famiglia hanno sempre insegnato tutti. Potrei fare l’elenco. I miei nonni paterni facevano i maestri, anche mia nonna materna. Suo fratello, invece, insegnava latino e greco. Anche mia madre insegna, in un professionale e in un carcere minorile. Mi fermo qui, ma potrei continuare. Mi chiedo, allora: è così brutto tramandare il mestiere di famiglia? Se fosse stata, la mia, una famiglia di medici, qualcuno avrebbe una idea ben precisa a riguardo. E soprattutto, è così assurdo pensare di riabilitare questo lavoro?
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