HANNO UCCISO IL DIBATTITO
di DAVIDE VISIGALLI
Quello che sta emergendo dalle indagini di Bergamo ridà valore e giustizia a concetti importanti ma dimenticati. Per questo l’indagine è importante comunque vada a finire.
È sempre la politica che decide e usa la tecnica come giustificativo. E può farlo perchè la tecnica non è mai neutra. In quest’ottica è più importante il metodo seguito che i fatti in sè.
La politica deve decidere, è il suo compito, ma chi decide ha sempre la responsabilità della scelta in democrazia.
Usare la tecnica come giustificativo è uno dei tanti modi di “mettersi al riparo dal processo elettorale” che sono sempre più diffusi da quarant’anni a questa parte.
Usare la stampa per censurare il dibattito è solo un altro modo di perseguire e rafforzare questo scopo, evitando la presa di responsabilità.
Sapere che durante i primissimi giorni della epidemia i decisori pensassero già al loro culo e non alla comprensione dei fatti per minimizzare i danni è disgustoso. E non tanto perchè non me l’aspettassi, ma per la tempistica.
Soffocare il dibattito ha diviso il Paese in un momento in cui doveva stringersi a sè, ha creato discriminazioni e faglie enormi nella società che rimarranno per decenni.
Uccidere il dibattito ha evitato la comprensione del fenomeno in tutta la sua complessità portando a decisioni univoche e autoritarie che stanno causando ingenti danni nel Paese.
Nel nostro piccolo noi di Riconquistare l’Italia lo abbiamo scritto in un documento dell’aprile 2020 che serviva un grande dibattito per creare un patto sociale che riuscisse a unire il Paese. documento
Hanno ucciso il dibattito e hanno visto che funziona. Infatti ce lo ripropongono con la guerra.
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