COME FU APPROVATO IL TRATTATO DI MAASTRICHT
di STEFANO D’ANDREA
Il Trattato di Maastricht era tanto importante che i nostri parlamentari, prima della votazione, ne discussero in un aula deserta e densa di brusio quando c’erano presenti. Il clima era un clima di “indifferenza”:
Da la Repubblica del 30 ottobre 1992:
“La parola ‘ Maastricht’ , era difficile da captare nell’ aria, mentre è stato possibile cogliere al volo un “ma che si vota oggi?”. E se ieri il voto ha richiamato in Parlamento un numero notevole di deputati, non si può nascondere che nei giorni scorsi, durante il dibattito di merito a qualche deputato è capitato di parlare all’ aula deserta. E sì che, dopo la decisione di partecipare alla guerra nel Golfo, questa è la più importante scelta di politica estera presa dall’ Italia negli ultimi anni e impegnerà il futuro del paese per almeno il prossimo decennio. Alla fine lo stesso Colombo, come il pidiessino Claudio Petruccioli, sono arrivati alla conclusione che sarebbe meglio riformare la procedura che regola i dibattiti parlamentari. E ancora ieri, durante l’ intervento di Colombo, il presidente della Camera Giorgio Napolitano ha dovuto richiamare più volte gli onorevoli per permettere al ministro di proseguire: “Colleghi, vi prego, riducete il vostro brusio”. Molti possono essere i motivi dell’ indifferenza dei parlamentari. Il senso di una decisione già presa altrove, i dubbi sulla effettiva praticabilità dell’ Unione monetaria dopo la tempesta monetaria del mese scorso, l’ europeismo sempre proclamato dai politici italiani. Ieri il ministro Colombo nel suo intervento ha voluto comunque ripetere che “il trattato di Maastricht, con tutti i suoi limiti, rappresenta comunque un considerevole passo in avanti verso il nostro ideale d’ Europa”.”
Commenti recenti