L’Idrovora americana ed il Mandarino cinese L’Idrovora americana ed il Mandarino cinese
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
Migliora il saldo commerciale con gli Usa, ma il deficit con la Cina raddoppia
Sul versante dei prezzi all’importazione, finalmente si consolidano le riduzioni che hanno consentito al saldo commerciale italiano di tornare in attivo nel febbraio scorso: di poco, ma è un segnale importante.
Siamo passati infatti da un saldo che era stato positivo per 63,3 miliardi di euro nel 2020 ad uno di 40,3 miliardi nel 2021 ad uno negativo per 30,7 miliardi nel 2022.
Dopo cinque mesi di andamenti in calo, registrati a partire da ottobre scorso, a febbraio scorso l’indice generale dei prezzi delle importazioni italiane è tornato a quota 118,8 (anno 2015 =100), sostanzialmente al livello di un anno prima, visto che a febbraio 2022 aveva toccato quota 117,3 dopo aver toccato il picco superiore di 129,3 punti nel mese di settembre 2022.
Questo dato, riferito all’indice generale, è confermato dall’andamento dei prezzi delle importazioni dall’area “extra euro”, il cui indice a febbraio scorso è tornato a quota 118,8: un livello appena superiore ai 118,5 punti di gennaio 2022. Il picco superiore di 138,2 era stato toccato nel settembre 2022: tra il gennaio del 2021 ed il settembre del 2022 l’indice era salito di ben 42,1 punti: una vera e propria fiammata inflazionistica che si ora sta spegnendo, visto che nei cinque mesi che sono trascorsi tra il picco di settembre 2022 (con 138,2 punti) e febbraio 2023 (con 118,5 punti) l’indice è sceso di 19,7 punti, praticamente dimezzando l’incremento.
E’ invece ancora sostenuto l’indice dei prezzi delle importazioni dall’area “euro”, che sempre a febbraio scorso è stato pari a 119,2 con una riduzione di appena nove decimi di punto rispetto al picco di 120,1 raggiunto nel mese di settembre 2022. In pratica, mentre i prezzi delle importazioni di materie prime dall’area “extra euro” hanno mostrato una consistente tendenza al ribasso, quelli dei prodotti importati dall’area “euro” sono rimasti sostenuti perché si muovono con ritardo rispetto ai primi, dopo aver incorporato i rincari delle materie prime.
Il saldo commerciale italiano ha beneficiato di questa consistente riduzione dei prezzi delle importazioni dall’area “extra euro”: il dato complessivo di febbraio è stato positivo per 2,1 miliardi di euro, per via di una componente positiva per 4 miliardi del commercio con l’area “extra euro” e di una negativa per 1,9 miliardi del commercio interno all’area “euro”.
I migliori contributi alla crescita su base annua delle esportazioni italiane sono venuti dalla Cina (+131%) e dagli Usa (+18,2%).
Al riguardo, va tenuto conto che l’export italiano verso la Cina nel 2022 è stato complessivamente pari a 16,4 miliardi di euro rispetto ai 15,7 miliardi del 2021 con un amento dunque di appena 700 milioni di euro, e che il dato eclatante di aumento percentuale deriva dal fatto che nel gennaio 2002 le esportazioni italiane erano crollate ad appena 981 milioni di euro rispetto ai 1,5 miliardi del dicembre 2021 per via della chiusura sanitaria precauzionale.
Viceversa, l’import italiano dalla Cina è passato dai 38,6 miliardi di euro del 2021 ai 57,5 miliardi del 2022, con un aumento di ben 18,9 miliardi di euro.
Il deficit commerciale dell’Italia con la Cina è quindi praticamente raddoppiato, peggiorando di 18,2 miliardi di euro, passando dai 22,9 miliardi del 2021 ai 41,1 miliardi del 2022.
Dagli Stati Uniti, le importazioni italiane sono passate dai 15,8 miliardi di euro del 2021 ai 24,9 miliardi del 2022 (+9,1 miliardi). Le esportazioni italiane sono invece passate dai 49,3 miliardi di euro del 2021 ai 65,1 miliardi del 2022 (+15,2 miliardi). Il saldo attivo commerciale italiano è passato quindi dai 33,5 miliardi euro del 2021 ai 40,2 miliardi del 2022, migliorando di soli 6,7 miliardi.
L’Italia non può contare sulla crescita delle importazioni statunitensi, come su quelle di Francia ed Inghilterra, per compensare il deficit con la Cina.
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