Il Testimone (film russo)
da PAGINA FACEBOOK (Ugo Boghetta)
Finalmente ho visto il tanto chiacchierato e vituperato film russo: IL TESTIMONE. Per farlo sono dovuto andare a Padova perché l’ineffabile sindaco di Bologna ne ha vietato la proiezione in un centro sociale convenzionato con il Comune. La motivazione è che si tratta di un film di propaganda russa.
Proprio in virtù di questa denigrazione mi aspettavo di vedere un filmetto. Invece è un film a tutti gli effetti. Non sono un critico, ma a me è sembrato ben fatto, pur se lento come tutti i film orientali.
È un film di propaganda? In un certo senso lo è. Illustra punti dell’operazione speciale: la difesa della popolazione russofona, l’obiettivo della denazificazione, nonché la volontà occidentale di stravolgere completamente la realtà dei fatti.
Il filo conduttore è l’esperienza di un musicista belga che si trova a Kiev quando inizia l’attacco russo, filtrata dal rapporto con gli uomini del battaglione nazista Azov: ne mostra ideologia e comportamenti criminali.
Lo scopo di vietare il film serve a tener coperta sotto una cortina fumogena una guerra praticata con l’invio delle armi ma mai dichiarata formalmente. Infatti le decisioni vengo prese in ambito Nato, cioè a Washington. Nato che, a sua volta, si trova in una situazione illegale in quanto nessun paese aderente è stato attaccato.
La narrazione menzognera è tenuta insieme facendo in modo che l’invasione russa sia isolata da tutto quanto è accaduto prima. Lo slogan è: c’è un aggredito e un aggressore. È come se volessero farci entrare al cinema e vedere solo gli ultimi cinque minuti di un film. Ma la guerra Ucraina comincia con l’89 con il progressivo e minaccioso avanzare della Nato verso i confini della Russia, nonché con i bombardamenti del Donbass e il colpo di Stato del Maidan. Ciò a dimostrazione che il problema della Russia non erano solo i comunisti, ma la Russia in quanto tale. Così facendo, tuttavia, si nasconde anche il fatto che l’offensiva anglo-americana ha avuto come obiettivo anche la distruzione politica della tanto osannata Unione Europea e il ridimensionamento della Germania: nani politici ed ora anche nani economici.
Dunque, non siamo ufficialmente in guerra ma è come se lo fossimo. Quindi le presunte quinte colonne putiniane vanno zittite.
Ma una domanda sorge spontanea: a fronte di un film russo quanti film di propaganda a stelle e strisce ci siamo sorbiti!? Film che giustificano il genocidio dei nativi americani, la guerra del Vietnam, le invasioni arbitrarie dell’Iraq e dell’Afghanistan. Sono migliaia e migliaia. Ma non solo di questo si tratta. I più subdoli sono quelli che propagandano l’american way of life.
Il fatto è che la propaganda americana per i servi italioti non si discute e non ammette contraddittorio: sono troppo deboli, troppo pecore.
Post scriptum
Leggo che l’idiota di Kiev dice, nel silenzio della Meloni, che in Italia ci sono troppi putiniani o che vorrebbe farne un elenco.
Ebbene, io non sono stato filosovietico ai bei tempi, figuriamoci se sono filo Putin. Ho ben altra idea di società in testa. Sto con i fatti.
FONTE: https://www.facebook.com/share/p/B6wcZPtHrWta5Rrs/
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