Il CDC dichiara che il Covid ora è un’influenza: storia di un virus mai isolato creato al computer
da LA CRUNA DELL’AGO (Cesare Sacchetti)
Adesso c’è l’aura dell’ufficialità. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie americano, il CDC, ha avuto l’ardire di dichiarare che adesso il virus noto come Sars-Cov2 non sarebbe altro che la comunissima influenza stagionale.
L’ardire perchè è quanto in realtà è sempre stato sin dal principio poiché in questa storia nulla è cambiato. Nulla è cambiato da quando in quel giorno di gennaio del 2020 quei due strani cinesi, forse vicini ai servizi di intelligence del partito comunista cinese, se ne andavano in giro per l’Italia e quando i media annunciavano la loro presunta positività al cosiddetto coronavirus.
Nulla è cambiato perché a distanza di 4 anni siamo ancora fermi al punto di partenza, ovvero il mancato isolamento del Sars-Cov2 e la conseguente prova di una particolare infettività e pericolosità.
La storia di questo virus parte da uno studio “scientifico” di cui si sa poco e nulla e che eppure è stato decisivo per dare vita alla farsa intera, dal momento che di questo si tratta.
E’ lo studio realizzato dai due ricercatori tedeschi Victor Corman e Christian Drosten sul quale ha scritto un eccellente contributo il giornalista e ricercatore Gianluca D’Agostino al quale rimandiamo per avere ancora più dettagli scientifici al riguardo.
La storia della “pandemia” è impossibile da decifrare senza parlare dei test PCR dei quali tutti, purtroppo, abbiamo sentito parlare.
E i signori che hanno dato vita a questa farsa sono proprio loro due. Corman e Drosten. I due ricercatori sono autori di uno studio nel quale tracciano, per così dire, le linee fondamentali diagnostiche del test al tampone che sarà poi utilizzato nel corso della isteria pandemica per ordinare confinamenti illegali e gravi restrizioni della libertà personale.
Nella comunità scientifica internazionale, nonostante la sua grave compromissione con le case farmaceutiche, esistono dei criteri minimi per approvare la pubblicazione di uno studio che richiede mesi di esami e controesami da parte del comitato scientifico che poi darà il via al vaglio della pubblicazione della ricerca in una determinata rivista.
Nel caso di Corman e Drosten i criteri in questione vengono completamente saltati. Lo studio viene inviato a Eurosurveillance il 21 gennaio del 2020, e soltanto due giorni dopo, questo è già pubblicato.
Si tenga presente che in quel momento, ufficialmente, il virus Covid-19 ancora nemmeno c’era in Europa eppure c’erano già su riviste scientifiche europee test diagnostici per rilevalare o meno la sua positività.
Qualcuno all’omologo europeo del CDC americano, l’ECDC, aveva molta premura di pubblicare questa ricerca e le ragioni non avevano chiaramente nulla a che fare con la scientificità dello studio o con la tutela della salute generale ma con quelle della politica poiché c’era molta fretta di iniziare un attacco alle libertà fondamentali delle popolazioni.
Il paradosso della ricerca di Corman Drosten è contenuto nella stessa ricerca dei due “scienziati” in questione.
Si presuppone che per elaborare un test diagnostico in grado di rilevare o meno la positività ad un agente patogeno, in questo caso il Sars-Cov2, sarebbe necessario avere la sequenza isolata del virus per approntare appunto il test in questione.
Corman e Drosten però non ce l’hanno mai avuta e lo scrivono candidamente nel loro studio come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Leggiamo queste parole infatti nel loro studio.
“L’adozione e la validazione del sistema diagnostico per il covid 19 sono state strutturate in assenza di un virus isolato o di un campione originale del virus preso da un paziente. La struttura e la validazione del metodo diagnostico sono state possibili grazie alla relazione genetica simile al SARS-Cov del 2003 e aiutate dall’uso di acido nucleico sintetico.”
L’introduzione dello studio dove i due ricercatori tedeschi dichiarano quanto affermato sopra
Non c’è un equivoco o una errata interpretazione delle parole scritte da questi due ricercatori. I lettori hanno compreso bene.
Questi signori hanno dichiarato esplicitamente nel loro “studio” di aver sviluppato un test PCR per diagnosticare la positività del Covid-19 basandosi su sequenze genetiche del vecchio virus della Sars di 17 anni fa, ora invece 21.
Solamente questo elemento sarebbe più che sufficiente per cestinare immediatamente una ricerca che definire pura fantascienza o pseudoscienza sarebbe alquanto generoso da parte nostra.
Questi “ricercatori” hanno preso in altre parole una sequenza del virus che gli avevano dato i cinesi, tra l’altro informatica e non di origine biologica, per completare le parti mancanti a loro volta con delle simulazioni al computer.
Questo è quanto accaduto al principio della farsa pandemica e questa è l’assurda verità sulla storia del Sars-Cov2.
Non sono mai stati estratti dei campioni isolati del virus chiamato Covid-19 ma ci si è affidati soltanto a delle ricostruzioni elaborate dal computer.
Definire il Covid un virus virtuale o informatico è del tutto corretto poiché è esattamente quello che hanno fatto questi medici o ricercatori, se così possono essere chiamati.
Non hanno indagato o scoperto nulla, ma hanno utilizzato della macchine per costruire qualcosa che non esisteva.
Il CDC degli Stati Uniti e l’ECDC confermano che non c’è l’isolamento del virus
E la situazione non è affatto cambiata nei mesi o negli anni successivi per quello che riguarda la questione dell’isolamento del virus.
Se consultiamo le pagine ufficiali del CDC e dell’ECDC, troviamo l’esatta conferma di quello che si è detto fino ad ora.
In questo documento del CDC intitolato “2019-Novel Coronavirus (2019-nCoV) Real-Time RT-PCR Diagnostic Panel“, si scrive chiaramente che non ci sono “quantità isolate disponibili” del virus Covid-19.
Lo stesso ha affermato l’ECDC dell’Unione europea in questo documento intitolato “Current performance of COVID-19 test methods and devices and proposed performance criteria” nel quale viene affermato, forse ancora più esplicitamente “che non è disponibile nessun isolato quantificato del virus 2019-nCoV.”
Questi documenti sono del luglio 2020 e ciò vuol dire che i ricercatori e gli scienziati che lavoravano per questi importanti istituti sanitari internazionali erano perfettamente consapevoli che quando parlavano di Covid-19 lo facevano senza avere la minima prova scientifica che questo virus esistesse.
Allo stesso modo, quando questi istituti emanavano le loro linee guida per decidere l’isolamento di una persona, tutto avveniva sulla base di una ricostruzione informatica di una sequenza di un virus al quale venivano attribuite falsamente pericolosità e infettività quando si sapeva che fino a prova contraria questo agente patogeno non esisteva realmente.
Sono stati in molti a sollevare la questione del mancato isolamento del virus e tra questi ci sono la giornalista canadese Christine Massey e il medico e ricercatore americano Kevin Corbett, tra gli altri.
Christine Massey ha scritto a tantissimi istituti sanitari nel mondo, da quelli americani a quelli europei, ponendo una semplicissima domanda.
Se esiste davvero un nuovo virus chiamato Covid-19, si può avere una prova del suo isolamento in laboratorio?
Nessuno è stato in grado di rispondere o di fornire una prova dell’isolamento di questo virus poiché, semplicemente, l’isolamento non c’è mai realmente stato.
Kevin Corbett è stato ancora più esplicito al riguardo quando ha commentato la genesi del test Corman Drosten e i suoi presupposti “scientifici”.
“Ci sono 10 errori cruciali nello studio Drosten sui test ma il problema principale è che nessun virus è stato isolato per sviluppare lo studio Drosten. I prodotti amplificati dal PCR non corrispondevano a nessun virus isolato all’epoca. Io la definisco “scienza del buco della zeppola”. Non c’è niente al centro dello studio. Tutto lo studio si basa sul codice genetico creato al computer e tutto questo non ha niente a che fare con la realtà o con persone reali nel caso specifico con un paziente vero”.
A questo punto, ci sarebbe da chiedersi cosa abbiano mai isolato all’ospedale Spallanzani nel quale, secondo la leggenda narrata dai media, dei “valorosi” ricercatori avrebbero lavorato eroicamente per estrarre il virus dai due cinesi che ad oggi, hanno ancora un record di ospedalizzazione per il Covid, pari a 59 giorni.
L’allora ministro della Salute, Speranza, dichiarava quanto segue.
“Abbiamo isolato il virus e questo significa che abbiamo molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione. Il virus sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazionale. Ora sarà più facile trattarlo.”
D’accordo, ma dov’è il campione di virus isolato del quale parlava Speranza presumibilmente isolato dallo Spallanzani?
Se nessun istituto sanitario ha isolato il Covid allo Spallanzani non hanno in mano altro, con ogni probabilità, che la stessa sequenza genomica elaborata al computer da parte del duo Corman Drosten.
Questo a sua volta ci porta alla questione della sintomatologia del Covid e a quella dei vaccini.
Se si sta parlando di un virus che non esiste, su quali basi il governo Conte prima e quello Draghi poi hanno chiuso l’Italia e obbligato in molti casi a ricevere un siero sperimentale?
L’intero conteggio dei morti con Covid è falso come era già noto da tempo poiché in queste statistiche sono stati messi arbitrariamente ed illegalmente delle persone morte per altre patologie che erano risultate positive al virus chiamato Covid attraverso il test PCR.
Il problema con tale test è stato visto in precedenza. Esso è stato sviluppato senza avere un campione di virus isolato e i suoi cicli di amplificazione sono così numerosi che questo potrebbe rilevare persino delle vecchie influenze contratte anni prima e dare un esito di positività al test.
Non c’è da sorprendersi di conseguenza se i test PCR sfornavano una percentuale di falsi positivi pari al 90%.
Questa non è in nessun modo scienza. E’ puro ciarpame antiscientifico che è stato alla base di una enorme truffa che ha strappato agli italiani i loro diritti essenziali e non in rari casi li ha uccisi pur di veicolare la falsa idea del pericoloso virus che si diffondeva nelle città italiane.
Bergamo è soltanto l’esempio più lampante di una strage che è stata consumata con ogni probabilità attraverso massicce dosi di psicofarmaci come avvenuto in Inghilterra, Scozia e Australia pur di far credere che il responsabile di tale mattanza era il cosiddetto Covid-19, quando in realtà era il Midazolam, raccomandato anche in Italia come si può vedere in un documento della regione Emilia.
E questo ci conduce all’ultimo tassello, quello dei vaccini. Sono stati somministrati dei sieri sperimentali sulla base, falsa, che questi fossero sicuri e in grado di prevenire il fantomatico “contagio”.
Entrambe le presupposizioni erano false poiché l’ondata senza precedenti di morti improvvise, tra le quali quelle di molti giovani e bambini, e la positività al test PCR anche dopo aver ricevuto i sieri dimostrano come tutta l’impalcatura della farsa pandemica fosse un enorme castello di bugie.
Le analisi dei sieri a disposizione dimostrano che nei vaccini non c’era nulla di quanto dichiarato dalle case farmaceutiche. Se il contenuto dei sieri è principalmente grafene appare chiaro sin dal principio che lo scopo delle vaccinazioni di massa era quello di attuare un depopolamento in quanto il grafene è letale per il nostro organismo.
Sono state attuate infami discriminazioni sul falso principio che un non vaccinato, “se non ti vaccini muori e fai morire” come disse il famigerato Draghi, fosse un portatore di un pericoloso virus quando in realtà non c’era in giro nessun letale agente patogeno ma soltanto la comunissima influenza stagionale.
Sono stati i media a creare lo spauracchio di una pericolosa “pandemia” che minacciava la vita delle persone, quando sin dai primi giorni di questa storia siamo stati di fronte ad una elaborata operazione terroristica per giungere al Grande Reset di Davos, ovvero un “riordino” completo della società del futuro dove non c’era spazio per la dignità e la vita umana, ma soltanto cieca obbedienza ad un oppressivo regime globalista di stampo autoritario.
Questo castello di infinite bugie è stato utilizzato per perpetrare dei crimini senza precedenti contro il popolo italiano da parte dei governi Conte e Draghi, dai parlamentari che li hanno sostenuti e dalle altre istituzioni come il Quirinale che invece che vigilare sulla tanto decantata carta scritta a suo tempo sotto dettatura degli occupanti americani dava il via libera ad un attacco alla sovranità di questo Paese e alla vita dei suoi abitanti.
Questa è la storia di un crimine enorme e la verità su questo crimine è sempre stata lì sotto gli occhi di tutti, soltanto che molti al principio si sono rifiutati di accettarlo.
Adesso il tempo pare stia facendo il lavoro che era stato difficile realizzare prima. Gli occhi di molti che prima erano chiusi adesso sono sempre più aperti.
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