Quel piano di golpe e omicidio di Zelensky da parte dei generali dissidenti: guerra civile a Kiev?
da LA CRUNA DELL’AGO (Cesare Sacchetti)
L’indiscrezione è circolata nelle ultime ore su alcuni reti sociali, soprattutto Twitter.
Negli ultimi giorni ci sarebbero state delle diserzioni di importanti generali delle forze armate ucraine che sarebbero passati alle forze armate russe.
A Kiev paiono essere ore frenetiche. Sono le ore nelle quali si decide il destino di un intero Paese e che assomigliano molto alla congiuntura storica che portò alla caduta della Germania Nazista quando Adolf Hitler subì un attentato nel luglio del 1944 da parte di alti ufficiali tedeschi nella “Tana del lupo”, uno dei quartier generali del Fuhrer nel cuore della foresta di Kętrzyn, in Polonia.
E in queste ore sembra essere accaduto qualcosa di molto simile a Volodymyr Zelensky, il presidente di un altro regime nazista, quello ucraino.
A Odessa Zelensky si è recato in visita per ricevere il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, quando un missile è atterrato a poca distanza dalla sua scorta di autovetture.
Il capo di Stato ucraino sarebbe uscito illeso dall’attentato. Le agenzie internazionali hanno scritto che il missile sarebbe stato lanciato dai russi ma dopo alcune nostre verifiche con qualificate fonti diplomatiche e di intelligence, abbiamo ricevuto un resoconto molto diverso.
Il missile non è stato lanciato dai russi ma sembra essere il risultato di una furiosa guerra intestina che è in corso da mesi nella presidenza di Zelensky.
Gli strali contro il presidente ucraino erano già piovuti da alcuni mesi quando un ex consigliere presidenziale di Kiev, Oleg Soskin, aveva pubblicamente accusato Zelensky di trascinare l’Ucraina verso il baratro e di dimettersi per il disastro provocato dal conflitto contro la Russia.
Le perdite reali dell’esercito ucraino ammonterebbero alla spaventosa cifra di 700mila uomini, tra i quali si stanno aggiungendo tristemente anche giovani donne, trascinate a forza nel conflitto.
Il fronte ucraino orientale non esiste praticamente più in quanto le difese sembrano essere crollate come ha dovuto costatare, dopo un lungo letargo, anche uno dei più quotidiani più influenti dell’anglosfera, il New York Times.
Questo avrebbe deciso diversi alti generali delle forze armate ucraine a passare all’azione. Nell’esercito ucraino regnava il malcontento nei confronti di Zelensky soprattutto dopo che era stato sollevato dall’incarico il generale Zaluzhny che sembrava godere di una elevata popolarità tra le truppe ucraine.
Non è ancora chiaro se anche lui ha avuto un ruolo in quanto sta accadendo in queste ora ma sembra probabile che sia informato di queste manovre in corso contro il presidente ucraino.
Alti ufficiali avrebbero già deciso di passare all’azione attraverso un colpo di Stato contro Zelensky.
Sarebbe già stato preparato un piano che prevede il rovesciamento di Zelensky da sostituire con una figura politica, forse una donna, che invocherebbe un referendum immediato per chiedere la fine delle ostilità contro la Russia e l’apertura di tavoli di pace con la Russia.
Il nuovo comando ucraino, se riuscirà nell’impresa di sollevare l’attuale presidente dall’incarico, avrebbe intenzione di riconoscere come territori russi le regioni del Donbass e del Lugansk che dopo il referendum dello scorso anno sono divenute a tutti gli effetti parte integrante della Federazione russa.
Ora si tratta di capire quale sarà il destino di Zelensky e chi sta con chi in queste decisive ore.
Il presidente ucraino vive blindato da tempo e si sposta in continuazione perché sa che c’è molto malcontento tra di lui, non solo nelle forze armate, ma anche tra la popolazione generale.
Le purghe di alti ufficiali militari e governativi eseguite dal presidente sono la dimostrazione della paranoia che tormenta Zelensky che ormai teme persino la sua stessa ombra.
Secondo quanto ci è stato riferito, i “cospiratori”, o i patrioti, come sarebbe più degno chiamare in quanto l’attuale presidente ucraino è al potere per via del golpe dell’Euromaidan voluto da George Soros e Barack Obama, sarebbero decisi a non lasciare in vita Zelensky né la sua consorte, Olena Zelenska.
I due coniugi ucraini sembravano aver sondato in passato il terreno per un esilio in Israele, terra con la quale soprattutto l’ex comico sembra avere un legame particolare per via delle sue origini ebraiche.
Lo stato ebraico però non sembra avere troppo interesse nel voler ospitare Zelensky tanto da rifiutare persino una richiesta di una sua visita probabilmente perché a Tel Aviv sono troppo invischiati in un’altra grave crisi interna che vede diversi abbandoni di ufficiali dell’esercito israeliano in dissenso con il massacro perpetrato contro il popolo palestinese.
Ora c’è da attendere per capire se la storia ha preso la direzione del 1944 in Germania quando Hitler si salvò per un pelo fino alla successiva caduta nel 1945 e, fuggì secondo documenti declassificati della CIA, in America Latina protetto dallo stato profondo di Washington che già aveva reclutato diversi uomini di spicco del regime nazista.
Stavolta però sembra esserci in ballo molto di più. Stavolta c’è in ballo il destino di tutta la NATO e di ciò che resta del blocco Euro-Atlantico.
Non è soltanto l’Ucraina nazista che cadrebbe ma l’intero ordine liberale del 1945 che si è imposto sull’Europa e sugli Stati Uniti.
Sono le ore nelle quali si scrive la storia e si attende di conoscere presto il seguito dei prossimi capitoli che sembrano comunque destinati ad annunciare la fine del patto atlantico e del terrorismo armato che tale organizzazione ha seminato in giro per il mondo negli ultimi 70 anni.
Sono ore di paura anche per coloro che nel decadente stato profondo italiano tremano di paura poiché sono consapevoli che la fine di questo sistema è inevitabilmente anche la loro fine.
Un servo non può più esistere dopo la morte del suo padrone.
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