Il conflitto del Congo ha durata pluridecennale
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
Il conflitto del Congo ha durata pluridecennale, è difficile farsi un’idea e ricostruire il bandolo della matassa di un’area così complessa.
Il Congo fu prima colonia privata del re del Belgio, nel 1908 diventò colonia formale col nome di Congo Belga. Fu uno dei regimi più sanguinari e terrificanti del colonialismo (tra il 1890 e il 1910, vi furono tra i cinque e gli otto milioni di mutilati).
Nel 1960, il paese diventò indipendente sotto la guida di Lumumba, un socialista. Alcuni miliziani nella regione del Katanga (ricca di diamanti) con l’appoggio di belgi e statunitensi, eseguirono un colpo di stato che portò all’assassinio di Lumumba.
Nel 1965, la CIA favorì l’installazione di Mobutu, un eccentrico leader usato per il pugno forte.
Con la fine della Guerra Fredda, il legame USA-controllori locali si sfaldò (pensate all’Iraq) e il Congo piombò nella guerra civile.
Subentrarono altri attori, tra cui gli ex miliziani che eseguirono il genocidio in Ruanda nel ’94 e che usarono il Congo come base di appoggio per rientrare in patria. La sfida a colpi di ribelli, portò alla conquista di Kinshasa da parte di gruppi protetti da Uganda e Ruanda.
Il conflitto fu così duro da far parlare di guerra mondiale africana, col Congo intervennero: Ciad, Namibia, Angola, Zimbabwe e svariati gruppi locali tra cui LRA, un gruppo cristiano messianico.
Dall’altro erano gli stati dei Grandi Laghi (Ruanda, Uganda e Burundi) che volevano lo sfaldamento dell’autorità centrale di Kinshasa per continuare a saccheggiare la parte orientale del paese.
Il conflitto diventò globale, perché tutti gli Stati che intervennero avevano violenza endemica al loro interno, ad esempio: LRA (in teoria ultrareazionario) entrò in coalizione con governi tendenzialmente anti-colonialisti in funzione anti-Uganda; mentre l’UNITA (estrema destra angolano) entrò in funzione anti-Angola.
Così come i ribelli Hutu si schierarono con il Congo contro i governi filo-tutsi dei Grandi Laghi e il gruppo Mai-Mai si formò in Congo per tutelare le regioni orientali.
Tutti questi gruppi compravano armi dall’estero (USA, Francia, Belgio e Israele) e saccheggiavano legname, petrolio o uccidevano/imprigionavano grandi animali selvatici per poi rivenderli sottoprezzo all’Occidente.
Uno schema vecchio quanto il mondo: i locali a massacrarsi e l’Occidente a fare da venditori di armi, da banchiere, da garante della pace e da consumatore finale.
Dagli anni dieci, si è riattivato il gruppo M23, filo-ruandese nelle regioni orientali del Congo. Lo scopo è portare le risorse oltre confine (il Ruanda risulta esportare di minerali che non ha!). Il gruppo M23 si oppone alle milizie Hutu e ai gruppi Mai-Mai. Il governo del Ruanda ha formalmente interrotto ogni rapporto con l’M23.
Il Ruanda (e in generale gli Stati dei Grandi Laghi) sono orientativamente filo-occidentali, foraggiati da Francia, USA e Belgio. Mentre il Congo -al netto del caos- viene considerato come per lo più autonomo, con grande potenziale, specie se dovesse avvicinarsi alla Cina come partner commerciale.
Pochi giorni fa, alcuni mercenari vicini agli USA hanno tentato un golpe a Kinshasa.
Nel conflitto sono morte oltre 5 milione di persone, sono state stuprate circa 200.000 donne.
Quelle elencata sopra è una breve (incompleta e in parte inesatta, dato il groviglio) ricostruzione che deve aiutarci a capire come il retaggio coloniale e neocoloniale agisca ancora oggi e quanto questo sia determinante nella struttura economica dell’odierno sistema-mondo.
I nostri privilegi hanno un prezzo, solo che non riusciamo ben a capire come e chi sia a pagarlo.
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