L’accordo di pace
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
L’accordo di pace
Biden propone alle parti (Israele – Resistenza palestinese) un accordo strutturato in tre fasi:
1- Sei settimane di tregua, fine degli scontri, ritiro esercito israeliano dalle parti abitate di Gaza, cessione di buona parte degli ostaggi;
2- Pacificazione duratura, cessione definitiva degli ostaggi e ritiro completo israeliano;
3- Ricostruzione.
Tanto l’Egitto, quanto il governo israeliano, hanno fatto sapere che non intendono lasciare il governo di Gaza ad Hamas.
Questo genera un doppio problema, primo perché Hamas ha vinto delle regolari elezioni (e detiene la fiducia del popolo palestinese), secondo perché questo implica che Hamas dovrebbe accettare un accordo che ne preveda la cancellazione.
Lo scopo di Israele -che per lo componenti di destra radicale non può accettare questo accordo- è quello di costringere Hamas a rifiutare l’accordo così da delegittimarne il controllo su Gaza; al contrario Hamas, con un’ottima mossa, ha accettato un accordo che ne prevedrebbe la cancellazione da Gaza, così da ridare la palla a Tel Aviv. Qui si assiste a una balletto surreale: il governo accetta l’accordo, ma alcuni ministri dicono che non lo accetteranno mai, alcuni partiti di maggioranza dicono addirittura che non accetteranno mai un accordo che non preveda la fine dei combattimenti e infine Netanyahu dice che lui non ha mai parlato di pace, ma solo di tregua temporanea fino al rilascio degli ostaggi israeliani.
Così, mentre Hamas mostra forza e serietà e sfugge alla trappola tesa da Israele, Biden placa un elettorato democratico sempre più filo-palestinese, Israele vede esplodere le contraddizioni interne.
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