L’ultima battaglia?
di GIUBBE ROSSE NEWS (Canale Telegram)
Con l’approssimarsi di due scadenza importanti – 25° incontro dell’Ukraine Defense Contact Group a Ramstein ed insediamento di Trump – la dirigenza ucraina ha avvertito ancora una volta la necessità di smuovere le acque sul campo di battaglia, così da riuscire ad incidere sulla questione fondamentale per Kiev: mantenere aperto il flusso di aiuti occidentali. E, ancora una volta, la scelta è stata quella di agire sul fronte di Kursk, dove l’AFU mantiene ancora una parte di territorio russo occupato, piuttosto che sul fronte del Donbass, dove le forze armate ucraine perdono terreno a velocità impressionante.
Le ragioni di questa scelta sono chiaramente tutte politiche, e partono dalla convinzione che il controllo di una porzione di territorio russo dia all’Ucraina una carta in più nell’inevitabile negoziato; si tratta però di un errore di valutazione enorme, e per più di una ragione. Innanzi tutto, perché Mosca non aprirà alcuna trattativa finché un solo metro quadro russo sarà occupato; inoltre l’obiettivo strategico russo (la distruzione del potenziale bellico ucraino) ne risulta avvantaggiato, e spinge quindi la Russia a continuare i combattimenti per massimizzare l’effetto distruttivo sull’AFU.
In ogni caso, quella che abbiamo visto in questi giorni, col tentativo ucraino di sfondare in direzione di Bolshoye Soldatskoye, non è probabilmente la vera offensiva; le forze impegnate nel tentativo sono troppo scarse, per essere questo il focus principale. Oltretutto, l’accumulo di riserve era stato ovviamente notato da parte russa, e quindi non solo erano preparate ma avevano già cominciato a martellarle con artiglieria ed aviazione. Non per caso, l’avanzata è stata fermata sul fronte dei villaggi di Berdino e Novosotnitskoye. Che i russi fossero preparati emerge chiaramente anche dal fatto che, contemporaneamente al tentativo ucraino, sono passate all’offensiva in altri settori della regione, in direzione di Malaya Loknya e Makhnovka.
È comunque evidente che la vera e propria offensiva ucraina deve ancora svilupparsi, si tratta di capire in quale settore del fronte. Le riserve accumulate, che ammontano ad una decina di brigate, sono comunque concentrate nel nord-est, quindi è qui che presumibilmente vedremo i prossimi sviluppi. La maggiori possibilità sono in direzione di Belgorod, dove al momento sono pronte ad entrare in combattimento la 115a, la 116a e la 118a Brigata di fanteria meccanizzata, e la 117a Brigata di fanteria meccanizzata di recente creazione; oppure in direzione di Bryansk, dove sono schierate la 158a brigata separata, la 32a brigata meccanizzata separata e la 162a brigata meccanizzata.
Quale che sia la scelta della direttrice di attacco, se questa non solo non dovesse avere successo, ma si trasformasse in una disfatta, diventa altamente probabile che questa sia l’ultima grande battaglia offensiva dell’AFU. Il crescente calo degli aiuti occidentali, ed il fallimento dell’ultima campagna di mobilitazione (200.000 uomini arruolati a fronte dei 500.000 previsti), mettono sempre più le forze armate ucraine in una condizione estremamente difficile, in cui già solo riuscire a mantenere una minima capacità difensiva sarebbe già tanto.
Fonte: https://t.me/rossobruni/47868
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