L’accidentato percorso per un accordo sull’Ucraina
di GIUBBE ROSSE NEWS (Old Hunter)

L’amministrazione Trump probabilmente non potrà negoziare immediatamente un accordo completo per l’Ucraina e dovrà almeno trovare una soluzione iniziale per cercare di fermare i combattimenti. Farlo è su un percorso accidentato, in parte perché i russi non hanno alcuna fiducia in nulla che provenga dall’occidente, in parte perché gli ucraini sono partner riluttanti e in parte perché l’Europa vuole che la guerra continui.
Il presidente Trump in un’intervista al New York Post afferma di aver avuto almeno una conversazione telefonica col presidente russo Vladimir Putin, forse di più. Il Cremlino non ha confermato, né ha smentito, che le chiamate siano avvenute, ma ufficialmente la Russia afferma di non aver ricevuto alcuna proposta dalla parte statunitense.
Nel frattempo, gli USA stanno inviando il vicepresidente JD Vance e il generale in pensione Keith Kellogg alla conferenza sulla sicurezza di Monaco. Anche Zelensky parteciperà all’incontro, Kellogg dice che sta preparando delle “opzioni” per il presidente Trump ma non le rivelerà alla conferenza di Monaco.
Non è chiaro cosa si possa realizzare a Monaco. Infatti, la partecipazione di alto livello degli USA alla conferenza di Monaco potrebbe effettivamente ostacolare qualsiasi accordo con la Russia, perché i colleghi europei degli USA stanno spingendo per più guerra, non meno. (Naturalmente, gli europei si aspettano che l’America continui a pagare il conto per il conflitto.)
La Russia non vede quasi nessuna ragione per negoziare con Zelensky o con gli europei. Putin, tuttavia, è chiaramente favorevole a negoziare con gli Stati Uniti. Apparentemente Putin pensa che l’unico accordo possibile sarà tra Russia e Stati Uniti, sempre che si riesca a trovare un accordo.
Sul campo di battaglia gli ucraini hanno inviato riserve aggiuntive per combattere a Kursk, ma a quanto pare adesso, dopo alcuni guadagni iniziali, l’offensiva ucraina sta arretrando. Altrove l’Ucraina sta anche cercando di mantenere le città chiave, Chasiv Yar e Pokrovsk, utilizzando truppe aggiuntive per mantenere le posizioni in entrambe le località. È troppo presto per sapere se l’avanzata russa, lenta e faticosa com’è, possa essere fermata. Ma l’Ucraina sta cercando con tutte le sue forze di invertire le sue molteplici sconfitte sul campo di battaglia e ora sta utilizzando i suoi F-16 per la prima volta a supporto delle operazioni in prima linea.
Intanto, l’Ucraina sta cercando di guadagnare tempo e prevenire un sfondamento importante da parte della Russia che potrebbe indurre alla ritirata per le difese dell’Ucraina. Il problema di Zelensky è duplice: sta perdendo soldati a un ritmo elevato, tra cui presumibilmente migliaia di disertori e non può più contare su enormi consegne di armi dagli Stati Uniti, il che inevitabilmente indebolirà ulteriormente la capacità di combattimento dell’Ucraina.
Non credo che l’amministrazione Trump farà grandi promesse a Zelensky. Infatti, ora ci sono più che voci che l’amministrazione voglia nuove elezioni in Ucraina, forse entro il prossimo autunno, e pur non dichiarandolo, vorrebbero vedere Zelensky sostituito con una leadership più flessibile. Naturalmente, Zelensky non è d’accordo e dice che le elezioni distruggerebbero l’esercito.
Mentre il generale Kellogg preparerà le opzioni da sottoporre alla valutazione del presidente Trump, molti dei possibili elementi di un accordo con la Russia sono già chiari (e varie fughe di notizie alla stampa tendono a confermare ciò che pensa l’amministrazione).
Una delle opzioni può essere eliminata del tutto, a meno che non venga in qualche modo modificata. Questa è l’idea di fermare i combattimenti con un cessate il fuoco. I russi hanno chiarito che un cessate il fuoco consentirebbe all’Ucraina di ricostruire il suo esercito e di acquisire un nuovo, più grande arsenale di armi. Un cessate il fuoco in atto è simile in teoria a quanto concordato due volte (2014 e 2015) negli accordi di Minsk. Allora non ha funzionato e attualmente il livello di fiducia è così basso che è dubbio che i russi accetterebbero qualsiasi promessa, del genere nessuna ulteriore consegna di armi all’Ucraina.
Il presunto piano degli Stati Uniti includerebbe il riconoscimento delle conquiste russe in Ucraina, anche se non è chiaro se questo vorrebbe dire l’accettazione de facto dello status quo o se significhi un accordo de jure che i territori conquistati siano legalmente parte della Russia.
In base agli ormai defunti accordi di Minsk, Donetsk e Luhansk sarebbero rimaste parte dell’Ucraina e soggette ad (alcune) leggi e amministrazione ucraine, ma sarebbero state in qualche modo non specificato autonome con una protezione per la popolazione russofona di questi territori. È chiaro che quel modello è stato superato dalle annessioni di questi territori da parte della Russia, che includono anche Zaphorize, Kherson e la Crimea.
La guerra in Ucraina non potrà finire se non si troverà un accordo sul futuro di questi territori, che le parti esterne e interne possano accettare nel lungo termine.
Sembra che l’amministrazione Trump non sia contraria all’annullamento della futura adesione dell’Ucraina alla NATO. Tenere la NATO fuori dall’Ucraina è una richiesta fondamentale avanzata dai russi. C’è però un problema.
Zelensky ha chiesto di ottenere garanzie di sicurezza dagli Stati Uniti e di 200.000 militari NATO per proteggere l’Ucraina se il Paese non potesse ufficialmente far parte della alleanza. Ci si può chiedere, qual sarebbe nella pratica la differenza se ci sono truppe NATO in Ucraina (forse ufficialmente come peacekeeper) e le garanzie di sicurezza richieste? In sostanza, questo è solo scambiare un problema, l’appartenenza alla NATO, con un altro, quello di soldati NATO come garanzia di sicurezza.
Una via d’uscita dal dilemma potrebbe essere una specie di zona cuscinetto, finora definita solo vagamente. La cosiddetta forza di peacekeeping opererebbe effettivamente all’interno della zona cuscinetto o ne resterebbe fuori? Come potrebbe essere gestita una zona cuscinetto e chi ne sarebbe responsabile?
Negli accordi di Minsk, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) avrebbe dovuto aiutare a mantenere la pace e prevenire violazioni dell’accordo. L’OSCE è stata un fallimento ed è improbabile che svolga di nuovo quel ruolo. Oggi non ci sono molti candidati alternativi. Come l’OSCE, l’ONU potrebbe fornire una sorta di ruolo di monitoraggio, sebbene la performance dell’ONU altrove sia stata tutt’altro che soddisfacente.
Ci sono molti altre questioni che circondano l’imbroglio ucraino. La Russia vorrà che le sue riserve di denaro nelle banche europee e americane siano restituite (forse con interessi). Il sequestro dei fondi russi è probabilmente una violazione del diritto internazionale, per quel che vale. Quei beni sono valutati circa 300 miliardi di dollari, forse di più. Gli interessi maturati sui beni russi sequestrati sono stati trasferiti all’Ucraina.
Un altro problema di una certa importanza sono i gasdotti e gli oleodotti. Il Nordstream, ad esempio, è stato in gran parte distrutto da parti “sconosciute”. La Russia, uno degli azionisti di Nordstream, può chiedere un risarcimento?
Inoltre, c’è una gamma più ampia di sanzioni, tra cui quelle del sistema bancario e dello SWIFT, il blocco del transito e delle consegne di merci e altre restrizioni che hanno un impatto sulla Russia. Trump può offrire ai russi un alleggerimento delle sanzioni e può convincere l’Europa a collaborare? Si noti che il generale Kellogg sta ora suggerendo di aumentare sostanzialmente le sanzioni come un modo per fare pressione sulla Russia affinché raggiunga un accordo.
Internamente in Ucraina c’è il problema della protezione dei russofoni nelle città e nei paesi sotto il controllo dell’Ucraina. L’Ucraina ha approvato leggi culturali e religiose che violano gli standard democratici e sui diritti umani occidentali. Un accordo di pace richiederà all’Ucraina di abrogarle?
È improbabile che Trump riesca a ottenere un accordo completo, data la complessità delle questioni e la riluttanza dell’UE e dei suoi principali sponsor (Germania e Francia) ad appoggiare qualsiasi accordo che possa premiare i russi. Ciò suggerisce che il team di Trump probabilmente cercherà di “spostare l’ago” di un accordo stabilendo potenziali meccanismi di soluzione futura in cambio della fine dei combattimenti, lasciando le altre questioni per i negoziati futuri. Ma anche questo è un percorso difficile e, sebbene i russi potrebbero venir persuasi, vorranno in cambio garanzie molto forti e vincolanti sulle forniture di armi all’Ucraina, incluse soprattutto le armi a lungo raggio come gli HIMARS e gli ATACMS statunitensi e gli Stormshadow/SCALP EG britannico-francesi.
Non è chiaro cosa Vance e Kellogg porteranno a casa da Monaco, a parte le pressioni per continuare la guerra in Ucraina. Trump dovrà provare a collaborare con i russi per vedere se c’è una via d’uscita, mentre si guarda le spalle a causa dei suoi partner della NATO.
FONTE: https://giubberossenews.it/2025/02/10/laccidentato-percorso-per-un-accordo-sullucraina/
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