5G da satellite VS Golden Dome: aggiornamenti dalle orbite basse
DA OTTOLINA TV (Di Alessandra Caraffa)
La Cina ha nuovamente battuto tutti sul tempo: pochi giorni fa gli scienziati cinesi hanno fatto la prima chiamata video a banda larga da satellite a smartphone usando lo standard 5G. Una tecnologia che, almeno in teoria, potrebbe consentire lo streaming di contenuti video sui telefoni direttamente dai satelliti in orbita, creando tra l’altro un bel po’ di problemi tecnici agli Stati Uniti e agli altri Paesi che hanno imposto delle restrizioni a TikTok.
Con la prima chiamata video da satellite a smartphone la Cina allunga il passo sul 5G Non-Terrestrial Network (NTN), uno standard che permetterà di collegare i telefoni di tutto il mondo ai satelliti secondo le specifiche 5G riconosciute a livello internazionale, quindi senza la necessità di particolari dispositivi. Secondo gli analisti, il mercato globale del NTN 5G già vale 8 miliardi di dollari, e raggiungerà gli 80 miliardi entro il 2030. Tra i principali operatori di questo settore emergente c’è ovviamente anche SpaceX: l’azienda di Musk ha testato con successo la connessione direct-to-cell già lo scorso anno, ma l’ha fatto utilizzando una tecnologia progettata specificatamente per l’occasione (e in ogni caso i servizi di Starlink non raggiungono ancora le velocità di connessione 4G). Anche gli europei stanno lavorando sul 5G da satellite: lo scorso dicembre, Eutelsat, MediaTek e Airbus hanno condotto il primo esperimento al mondo della tecnologia 5G NTN sui satelliti in orbita terrestre bassa Eutelsat OneWeb, ma anche qui parrebbe che siamo ancora lontani dallo streaming video a banda larga.
Gli Stati Uniti comunque sembrano avere piani molto diversi per le orbite basse, e potrebbero non soffrire troppo dell’avanzata cinese sulle comunicazioni direct-to-cell: ieri, nello Studio Ovale, Trump ha annunciato l’avvio dei lavori di costruzione del Golden Dome, il sistema difensivo totale che nei prossimi tre anni assorbirà 175 miliardi di dollari, e ha affidato la guida del progetto al Generale Michael Guetlein, secondo in comando della US Space Force. Come ha spiegato Trump, il Golden Dome “dispiegherà tecnologie di nuova generazione attraverso la terra, il mare e lo spazio, compresi sensori e intercettori basati nello spazio”. Il Presidente non ha fornito maggiori dettagli, ma il ruolo delle orbite basse nel mega-progetto di difesa missilistica sembra centrale.
Lo scorso marzo, il Generale Guetlein, oggi a capo del progetto, aveva espresso la sua frustrazione per l’impossibilità di eseguire esercitazioni militari in orbita, cosa che impedirebbe alla Space Force di sostenere il progetto Golden Dome al massimo delle sue capacità. “Se dovessi chiedere un’autorizzazione per la Space Force”, aveva dichiarato, “chiederei la possibilità di eseguire esercitazioni e test orbitali che oggi non possiamo fare”. A capo del progetto Golden Dome, quindi, c’è un Generale delle forze spaziali USA che manifesta una certa insofferenza per le pochissime regole sancite da quello che è praticamente l’unico trattato internazionale in materia di spazio, l’Outer Space Treaty del 1967, che impedisce di piazzare armi nucleari o di distruzione di massa in orbita intorno alla Terra o di eseguire esercitazioni militari su altri corpi celesti. Le maglie di questo trattato sono abbastanza larghe da aver già consentito diversi test militari in orbita, tra cui la distruzione di alcuni satelliti a scopo dimostrativo, ma per le forze spaziali USA questa enorme zona grigia potrebbe non essere più sufficiente. Non a caso, il Generale Guetlein ha anche detto che il progetto Golden Dome avrà una scala paragonabile a quella del progetto Manhattan: richiederà l’integrazione tra diverse agenzie, il superamento delle barriere burocratiche e una vera e propria mobilitazione nazionale.
È facile pensare che la Cina non starà a guardare. Questa mattina, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha espresso profonda preoccupazione per l’evoluzione del progetto Golden Dome: “Gli Stati Uniti sono ossessionati dalla ricerca di una sicurezza assoluta per se stessi”, ha dichiarato, “questo viola il principio secondo cui la sicurezza di tutti i Paesi non dovrebbe essere compromessa e mina l’equilibrio strategico e la stabilità globale”. Mao Ning ha quindi esortato Washington “ad abbandonare sviluppo e dispiegamento del sistema globale di difesa missilistico il prima possibile”.
FONTE: https://ottolinatv.it/2025/05/21/5g-da-satellite-vs-golden-dome-aggiornamenti-orbite-basse/
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