È tempo di semplificare, togliere, eventualmente tagliare
di Alessandro Bolzonello
Qualche anno fa, in occasione del mio matrimonio, ho sperimentato il concetto di ridurre all’‘osso’, all’essenziale: togliere tutto ciò che non è necessario liberando l’espressione delle persone, energie fisiche ed emotive.
Nel pieno della crisi di questi anni, non solo economica ma paradigmatica, quel concetto risuona forte. E due sono le figure che sembrano aver colto le corde dei tempi: Bergoglio e Renzi. Da una parte il papa argentino che, una volta nominato, sceglie di non salire al trono e di stare senza scettro, primus inter pares; dall’altra il sindaco di Firenze, ora leader del PD, che, con il suo linguaggio diretto e forte, sostiene la necessità di voltare pagina, – come da slogan – ‘cambiare verso’. Ecco il ‘buongiorno’ di Bergoglio e la ‘rottamazione’ di Renzi.
Entrambi fuoriescono, nell’approccio, nel linguaggio e nell’azione, dai rigidi schemi del paradigma dominante, ma soprattutto mettono enfasi sulla prassi operativa. Vedremo se saranno capaci di incidere il ‘tempo’. In ogni caso la speranza è che nulla sia come prima, in particolare che la loro affermazione rappresenti un concreto segnale di conclusione dell’impasse e che al disorientamento possa succedere la costruzione.
Siamo nel pieno della trasformazione che, contrariamente ai decenni scorsi, non si connota con il ‘riempire’ (evolvere e sviluppare), piuttosto con lo ‘svuotare’ (fare un passo indietro, retrocedere), in particolare togliere ciò che è in più e semplificare ciò che è complicato.
Ci ritroviamo infatti inseriti – e lo scopriamo quasi improvvisamente, con meraviglia – in molteplici strutture e sovrastrutture che ci hanno travolto, che hanno fatto perdere il senso delle cose, anzi ci ritroviamo interpreti di scene di cui non comprendiamo più il senso, profondendo gran parte delle nostre energie nel confermare, sostenere e giustificare l’as is in modo preconcetto, per partito preso, complici quindi dell’artificialità e dell’inconsistenza delle cose.
È tempo di ‘pulizia’: scomporre, decostruire, anche abbandonare; sciogliere le formalità, i cliché, insomma ogni impostazione fittizia. È tempo di assumere il rischio di liberare le energie sopite, compresse, relegate fino ad oggi ad ambiti periferici, marginali.
Se fallirà anche questo percorso, se fallirà anche questo tentativo di incidere e ridefinire l’identità delle istituzioni e di sostituire le persone che le rappresentano, non resterà che la rivoluzione a colpi di ‘forcone’.
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Foto: vandali
Considerata la mia radicale disistima per Renzi, che reputo chiaramente peggiore di Letta (che è peggiore di Monti che è stato peggiore di Berlusconi) e tenuto conto che la mia opinione, ne sono certo, corrisponde a quella di tutti gli iscritti all'ARS, mi trovo costretto ad osservare ai lettori che Alessandro Bolzonello è l'unico collaboratore di Appello al Popolo che non ha nulla a che vedere con l'Associazione Riconquistare la Sovranità e che quindi le sue idee su Renzi non sono né idee dell'ARS né idee di un iscritto all'ARS.
Come si fa ad avere speranza in una persona del genere non lo so. Io invece prevedo che Renzi risulterà essere stato ciuccio a scuola, raccomandato all'Università, circondato da servi interessati a rubare, un capo che fa fuori qualunque amico che osi dissentire anche minimamente, che farà eleggere le amanti in Parlamento, un megalomane, buffone, ruffiano, incapace, corrotto, filo-industriale, più europeista di Napolitano Letta e Monti. Prevedo che se governerà il paese per tre anni, alla fine la rivoluzione che vogliamo trionferà.
Renzi sarà la vergogna del piddino, perché chi ha apprezzato Renzi tra tre anni dovrà dire: ero stupido o stupidito?
E' il simbolo della decadenza italiana. Chiaramente il coglione che al liceo prendeva tanti coppini e scopriva cattive sorprese inserite dai compagni nel suo panino per la merenda. Solo una esperienza del genere o molto simile può far sviluppare una personalità alla Renzi.
Mi chiedo come sia possibile che gli italiani non sappiano più valutare le persone. Non capiscono nemmeno che il grande comunicatore è uno che ti prende per il culo (nel giro di poche ore, collegandosi a due diverse trasmissioni dal suo studio di sindaco, ora inserisce dietro il quadro di Mandela ora quello di Napolitano: soltanto per questa ragione un popolo serio lo lincerebbe) e quindi bisogna disprezzarlo. Come si fa a non disprezzare chi vuole prenderti per il culo? Quando si ha il sospetto di avere davanti un grande comunicatore bisogna diffidare. Quando si acquisisce la certezza che si ha davanti un grande comunicatore, si ha l'obbligo di disprezzare, altrimenti si è privi di dignità. Naturalmente grande comunicatore non è il retore, colui che è dotato di eloquenza, bensì colui che prende per il culo (Berlusconi, Grillo e Renzi), che fa il buffone (Berluscni, Grillo e Renzi) che si trucca (Berlusconi), che muta l'immagine del proprio studio a seconda del pubblico (Renzi).
Con pieno rispetto di chi ha opinioni diverse, in particolare del contesto e delle persone che gentilmente ‘mi ospitano’, ripreciso la mia posizione relativamente a Renzi: il suo emegere non rappresenta una speranza in sè, bensì un mero segnale di una transizione in atto che potrebbe avviare una fase di ‘costruzione’ – e quì si che ci metto ‘speranza’.
Renzi una speranza? Ma che ci siamo impazziti?
Purtroppo per Bolzonello si scrive "impasse" e non "empasse".
In caso di ignoranza delle lingue straniere si suggerisce caldamente l'uso dell'italiano.
Grazie
Mi scuso per l’errore.
Akex,
eviterei i toni saccenti. E' molto meglio suggerire pacatamente correzioni.
Concordo con Stefano D'Andrea: evitiamo toni saccenti (anzi, tony saggenti). Chi pensa e agisce sbaglia, ma l'importante è pensare e agire. Buon Natale a tutti.