Appello al popolo
di Piero Roncoletta (ARS Abruzzo) ARS
Ci sono ormai così tanti esempi del fallimento programmato dell’euro e dell’Unione Europea, che diventa superfluo e quasi imbarazzante continuare a pubblicare post che illustrano le varie modalità con cui sta procedendo la distruzione della nostra economia, del nostro stato sociale, dei nostri diritti e quindi della democrazia.
Per cui non starò qui a dimostrare per l’ennesima volta perché l’Unione Europea ci sta portando verso la catastrofe, perchè di analisi in rete ce ne sono tante e scritte da persone molto più autorevoli e preparate di me.
Voglio parlare invece di un altro aspetto della crisi.
Nessuno può negare la gravità della crisi, economica, etica e morale. Ma allora, come reagisce il nostro popolo, messo di fronte all’inesorabile declino della propria Nazione? Naturalmente, ognuno ha una sua visione e una sua reazione, ma a grandi linee, io penso che ci si collochi in uno di questi grandi gruppi.
Il primo gruppo è costituito da coloro che traggono vantaggio dallo status quo. Per essi, evidentemente l’euro non è affatto un fallimento.Sono pochi, ma sono ricchi e potenti, e hanno il controllo pressoché totale dei mezzi di comunicazione. Noi vediamo l’interfaccia, i faccioni sorridenti dei politici e dei loro amici giornalisti che ci esortano a fare altri sacrifici perché si vede la luce in fondo al tunnel; vediamo un po’ meno chi c’è dietro questi pupazzi. Queste persone, difendendo l’euro difendono se stesse e i loro interessi e non hanno alcuna intenzione di mollare.
Poi c’è il gruppo di quelli che pensano solo ai fatti loro, per scelta o per rassegnazione. Probabilmente è il gruppo più numeroso: essi pensano di potersela cavare comunque da soli, e semplicemente se ne fregano se il Paese nel frattempo va verso lo sfascio, perché euro sì euro no, una maniera di restare a galla loro la troveranno in ogni caso, la devono trovare, perchè sono sicuri che nessuno li aiuterà, men che mai lo Stato. Magari si lamentano al bar, si indignano quando qualche politico viene beccato con le mani nel sacco e gioscono se finisce in galera: ma in fondo non gliene frega una mazza e continuano a pensare ai fatti loro. In bocca al lupo: qualcuno ce la farà, ma non ci sono abbastanza scialuppe per tutti, e molti affonderanno con tutta la nave.
Poi c’è il gruppo di quelli che non hanno capito un cazzo e mai capiranno un cazzo. Per essi l’Europa è un luogo mitologico di pace e di prosperità, unica salvezza per una nazione di corrotti e mafiosi. Se parlate con loro, essi sicuramente vi diranno che “il problema non è l’Europa” ma “gli sprechi, la corruzione, l’evasione fiscale ecc. ecc.”. Certo: ma non c’è paese al mondo che non abbia “gli sprechi, la corruzione, l’evasione fiscale ecc. ecc.” e mica tutti stanno in recessione perpetua… Costoro, che di solito si autodefiniscono “progressisti”, in realtà disprezzano profondamente i propri connazionali, che ritengono storicamente e antropologicamente incapaci di governarsi, e quindi aspirano allo status di colonia di qualche paese del nord europa, dove notoriamente non ci sono “gli sprechi, la corruzione, l’evasione fiscale ecc. ecc.”. Dopo che per secoli il mondo è stato teatro di guerre di indipendenza per liberarsi da un qualche dominio straniero, ci mancava solo questa. Attenzione, questo gruppo non va confuso con i super-capitalisti del primo gruppo: non ci guadagnano nulla dalla UE, ma sono contenti così.
C’è un altro gruppo, che purtroppo sta diventando sempre più numeroso. Sono quelli che sono già stati travolti dalla crisi e che si alzano la mattina senza sapere se e come arriveranno a sera. Onestamente, io non penso che si possa chiedere impegno e partecipazione a chi quotidianamente lotta per la propria sopravvivenza.
Per tutti gli altri, per coloro che hanno preso o stanno prendendo coscienza della realtà, del tragico destino che ci attende, che cercano un modo per reagire, la domanda è: che fare? Rassegnarsi?
No, perchè mai. Non è vero che l’euro è “irreversibile”, che l’Unione Europea è “inevitabile” ed opporsi ad essa vuol dire andare “contro il corso della storia”.
“Inevitabili” sono i terremoti e gli impatti delle comete; “il corso della storia” non è stato ancora scritto.
L’euro è una costruzione umana: come l’Impero Romano, ha avuto un inizio e avrà una fine.
La UE è nata per volontà di un gruppo di uomini che, con feroce determinazione, l’ha voluta e creata esattamente così com’è (ovviamente chiedendoci se eravamo d’accordo, con i vari referendum sui trattati, sull’euro, ricordate no?); e avrà una fine per mano di un altro gruppo di uomini, che con altrettanta determinazione si opporrà a questo disegno, in Italia come in ogni libera nazione d’Europa.
Questo gruppo di uomini potremmo essere noi, se ci uniamo, se ci organizziamo, se superiamo le inevitabili differenze di pensiero, se evitiamo i personalismi e ci concentriamo sull’obiettivo comune.
Coloro che, per precisa volontà o per inedia, tengono in vita lo status quo, sono tanti, più numerosi e meglio organizzati di noi, ma paradossalmente proprio la pervicacia con cui portano avanti il progetto di distruzione della democrazia aumenta di giorno in giorno il numero e la consapevolezza di coloro che si oppongono a questo disegno. La battaglia non è già persa, è persa solo se non la si combatte.
Siamo già tanti, forse più di quanto pensiamo, ma siamo ancora troppo soli.
Abbiamo bisogno di informarci, confrontarci, comprenderci e motivarci, dobbiamo riprenderci quei diritti sociali che altri hanno conquistato per noi e che, senza lottare, ci stiamo lasciando portar via. Dalla nostra parte, abbiamo un modello da seguire, scritto nel 1947, dopo una terribile guerra, nato dal confronto tra forze politiche diversissime tra loro ma comunque animate dal desiderio di salvaguardare la nostra libertà e la nostra democrazia. Questo documento è la nostra Costituzione, e un gruppo di semplici cittadini, spinti dalla volontà di riaffermare i valori scritti nella Costituzione, si è riunito a formare l’ARS, Associazione Riconquistare la Sovranità. L’ARS sta crescendo, e ci dimostra che possiamo ancora fare qualcosa, che il nostro destino non è stato ancora scritto. Informatevi. Aderite. Il percorso non sarà breve, nè semplice, ma solo se torneremo ad essere Popolo CI LIBEREREMO!
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