La democrazia funzionante dell'ARS
1. Un'associazione politica FUNZIONA DEMOCRATICAMENTE quando almeno l'80% delle deliberazioni è assunto dagli organi competenti all'UNANIMITA' o QUASI ALL'UNANIMITA' (diciamo almeno con il 75% dei consensi) e soltanto il 20% A MAGGIORANZA, che può variare dal 51% al 75%. Queste ultime decisioni non sono opportune per l'approvazione di documenti politici da parte dell'assemblea. Se un documento politico non ottiene il consenso di almeno l' 80% dell'assemblea è preferibile che sia ritirato dai proponenti.
Infatti, se, mediante le delibere (dell'organo amministrativo-gestionale e dell'assemblea), la linea perseguita non ha, compessivamente, un simile consenso, vuol dire che vi sono forzature e l'associazione sarà pure DEMOCRATICA MA sarà certamente NON FUNZIONANTE: ben presto si scinderà in due, salvo che sia leaderistica e idolatrica. In questo ultimo caso può darsi che non si scinderà ma sarà SOLTANTO FORMALMENTE DEMOCRATICA.
2. L'ARS fino ad ora ha ampiamente rispettato i canoni esposti.
Per quanto riguarda l'Assemblea, essa ha approvato tre documenti, due all'unanimità (il primo sulla Repressione finanziaria e sul sistema finanziario nazionale, il secondo, con emendamenti, sul Lavoro) e il terzo all'unanimità meno un voto (il documento su La scuola). Il Documento di analisi e proposte, il Progetto e l'atto costitutivo sono ovviamente accettati da tutti i soci al momento dell'adesione. Dunque anche essi, in certo senso, sono stati approvati all'unanimità.
Per quanto riguarda il Comitato direttivo, certamente il 90% delle delibere è stato assunto all'unanimità o quasi.
3. All'interno dei confini e dei vincoli tracciati dall'atto costitutivo, dallo statuto, dal progetto e dal manifesto (o documento fondativo), ciascun militante deve avere la massima autonomia nello svolgere la propria opera di militanza per concorrere ad attuare il progetto.
Quindi, in ordine alle strategie, le priorità e le modalità della militanza deve essere lasciata ampia AUTONOMIA, OSSIA LIBERTA', ai gruppi locali, i quali meglio di ogni altro conoscono le proprie capacità e attitudini, l'ambiente in cui vivono, il circolo delle persone frequentate dai singoli militanti, le caratteristiche delle popolazioni locali.
Pertanto le delibere dell'organo di governo nazionale, da assumere all'unanimità o quasi, dovranno avere funzione di INDIRIZZO. Soltanto quando si tratterà di organizzare un'azione politica nazionale della quale le iniziative locali saranno soltanto una parte, le delibere del Comitato Direttivo, che avranno in questo caso funzione di COORDINAMENTO delle azioni locali in un'unica azione nazionale, dovranno essere considerate vincolanti.
4. Anche questi canoni sono stati rispettati dall'ARS. C'è chi preferisce organizzare incontri amicali, chi punta su "eventi", chi su presentazioni di libri e autori, chi opta per incontri con politici locali, chi organizza un ciclo di lezioni da svolgere a un gruppo di cittadini interessati, chi ha preso contatti con le persone migliori che incontrava nei presidi del 9 dicembre, chi tenta la strada dei banchetti e così via.
5. Deve esistere un organo di gestione-amministrazione nazionale, che prenda decisioni ordinarie, anche dividendo i compiti tra i componenti, e che sia valutato dall'assemblea, con la conferma o con la modifica e la sostituzione dei membri, in funzione dell'attività complessivamente svolta, sia dall'organo collegiale, sia dai singoli membri ai quali sono stati affidati specifici compiti.
6. Nell'ARS l'organo di gestione-amministrazione esiste ed è il Comitato Direttivo. Tra le decisioni più importanti che ha preso il Comitato Direttivo ricordo quelle di affidare ad Andrea Franceschelli la gestione della pagina facebook, a Lorenzo D'Onofrio la gestione del sito www.riconquistarelasovranita.it e a me la gestione del sito www.appelloalpopolo.it (al quale collaborano oltre trenta associati), quella di organizzare l'assemblea nazionale svolta a Pescara, quelle di dotarci dello strumento "gotomeeting", per svolgere riunioni sia tra soci che tra soci e simpatizzanti, quelle di scegliere i temi e gli autori dei documenti approvati e da approvare, quelle di cooptare nel Comitato direttivo medesimo (in base ad una precisa clausola dell'atto costitutivo) soci che si erano distinti per impegno, capacità e risultati prodotti (i soci fino ad ora cooptati sono: Fiorenzo Fraioli, Piero Valerio, Aaron Paradiso, Giampiero Marano, Luca Cancelliere, Andrea Franceschelli, Lorenzo D'Onofrio, Matteo Grandi, Mattia Corsini, Domenico Lombardini, Rico Semeraro, Gianluigi Leone, Anna Biancalani).
7. In conclusione, direi che il principio di maggioranza, che pur è caratteristico della democrazia, deve essere il più possibile limitato, non a favore di decisioni autoritarie, bensì a favore del principio di unanimità o quasi unanimità, che è principio maggiormente rispettoso delle minoranze e dell'esigenza di unità, da un lato, e del principio di libertà, che è rispettoso dell'autonomia dei singoli associati o dei gruppi cittadini di soci, dall'altro. Soltanto evitando scientemente, intelligentemente, metodicamente di dividersi con frequenza una associazione collettiva può crescere, funzionare e realizzare gli obiettivi sociali.
Commenti recenti