Il concetto di "spreco" come estremismo ideologico del nostro tempo.
di RICCARDO PACCOSI (FSI Bologna)
I tagli alla sanità sono dovuti alla spending review della Regione, che è dovuta ai tagli sui trasferimenti dello Stato agli enti locali, che sono dovuti ai vincoli di riduzione della spesa imposti dal Trattato di Stabilità dell’Unione Europea.
A parte le conseguenze che andrebbero tratte rispetto a quest’ultima, è bene ricordarsi che tutto questo avviene nell’indifferenza generale grazie a un dispositivo ideologico-narrativo: il concetto di “spreco”.
Grazie al teorema degli “sprechi” sono stati tagliati negli ultimi quattro anni – senza che vi fosse opposizione – più di 30 miliardi alla sanità, altrettanti all’istruzione e, ovviamente, si può solo stendere un velo per ciò che riguarda il settore della cultura.
Chi non è favorevole al taglio degli sprechi, difatti?
Io stesso, collaborando più volte con gli enti locali, sono stato innumerevoli volte testimone di sprechi di denaro pubblico. Ma nel 100% dei casi inerenti alle politiche di bilancio, questa categoria di “spreco” è stata una mera copertura retorica per il progetto – tutto ideologico – di abbattere la spesa pubblica e il controllo degli organi democratici ed elettivi sull’economia. Se davvero esistesse un problema macroeconomico relativo agli “sprechi”, infatti, prima o poi i tagli dovrebbero fermarsi. Invece, né è previsto che si fermino né, pur andando avanti da anni, essi generano effetti di crescita economica.
Soltanto una fase storica imbevuta di ideologia ed estremismo come quella attuale, può far sì che l’opinione pubblica creda a una tesi – tagliare la spesa per far crescere l’economia – pur di fronte all’evidenza oggettiva e reiterata del suo fallimento.
Soltanto un apparato informativo-mediatico irrigimentato alla propaganda, può far sì che la maggioranza dell’opinione pubblica sia disinformata sul dibattito economico internazionale e, quindi, sul fatto che molti economisti – anche premi Nobel – stiano ripetendo da anni che il taglio della spesa pubblica genera recessione.
Chi sono gli ideologi dello “spreco” ovvero del taglio della spesa pubblica?
Sono tutte le testate giornalistiche: i telegiornali, i talk show, Repubblica, Il Fatto Quotidiano, il Corriere della Sera.
Quali sono le formazioni politiche che utilizzano la parola “spreco” nei loro enunciati?
Sono tutti i partiti oggi presenti in Parlamento: PD, M5S, Forza Italia, Lega Nord e tutti gli altri.
Se quest’epoca fosse meno ideologica, chiunque – giornalista o politico – parlasse di “sprechi”, verrebbe demistificato come sostenitore d’una teoria economica fallita, nonché qualificato come latore d’una visione ideologica ed estremista, ostile al bene comune e all’interesse generale.
file:///C:/Users/bruno/Downloads/economia-e-luoghi-comuni-estratto.pdf
In questo libro c’è un bel capitolo sulla critica all’idea della spesa pubblica che spreca