Il voto utile
Il problema del voto utile – voto per il meno peggio o voto per il gruppo o persona che mi ispira anche soltanto una vaga fiducia o speranza – sorge soltanto quando manca una sufficiente offerta politica. Durante la prima Repubblica, con nove veri partiti (DC, PCI, PSI, PSDI, PRI, PLO, MSI, Radicali e DP), nessun cittadino ha mai avuto il problema del voto utile.
Poiché da molti anni quasi tutti si sono trovati almeno una volta nel dubbio se dare un voto utile ovvero astenersi o annullare, ad una superficiale considerazione si sarebbe indotti a pensare che tutti o quasi avvertano il desiderio di nuove offerte politiche.
Ma non è così.
Perché?
Perché il voto utile è utile. Il voto utile deresponsabilizza. Per esempio un votante, per tanti anni, del serpentone metamorfo pds-ds-pd potrà sempre affermare di aver votato un partito, che prometteva maggiori libertà del datore di lavoro nel rapporto di lavoro subordinato, privatizzazioni, riduzione della spesa pubblica, finanziamento delle scuole cattoliche e molto altro, soltanto per evitare che vincesse Berlusconi. L'elettore non si sentirà responsabile per aver partecipato con il proprio voto a far vincere un partito che prometteva di fare proprio le cose che ha fatte. Invece è evidente, sotto il profilo oggettivo, che l'elettore è responsabile esattamente come Prodi.
C'è dunque furbizia e rimozione nel voto utile.
D'altra parte, percorsa l'altra via, constatato che se ho il problema del voto utile è perché manca l'offerta politica, e poi desiderata l'offerta politica, sorge un nuovo interrogativo: chi sono io per desiderare ciò che non mi impegno a costruire? Come mi permetto, tanto più se non sono umile, se penso di capire, se credo di avere qualcosa da dare? Chi mi ha assegnato questo privilegio?
Ecco allora che prevalgono mollezza, vigliaccheria, pigrizia e si ri-presenta la rimozione Si sceglie il voto utile. Si fugge il dovere di militare e si preferisce esercitare la libertà: la libertà di esprimere un voto utile.
Quando 1.000 persone avranno rinunciato al voto utile e si saranno unite nella militanza in un'unica organizzazione, quello per l'Italia sarà un giorno di festa.
"Quando 1.000 persone avranno rinunciato al voto utile e si saranno unite nella militanza in un'unica organizzazione, quello per l'Italia sarà un giorno di festa".
Quando ciò sarà avvenuto, sarà nato (FINALMENTE) un nuovo partito politico. UNA COSA CHE, OGGI, SEMBRA IMPOSSIBILE!
E invece è una cosa normale. Rifletti, pellegrino della rete che capiti qui: non è forse vero che la nascita di nuovi partiti politici è il succo della democrazia? Come puoi accontentarti del trasformismo continuo dei partiti esistenti? Il minimo che possa accadere è che la classe dirigente sia sempre la stessa. Il peggio, è che anche i programmi (le cose che vogliono fare) siano sempre gli stessi.
Se il tempo passa, le cose cambiano, noi invecchiamo e poi moriamo, allora perché l'offerta politica deve restare sempre uguale a sé stessa? Non è forse questo il segno che la democrazia è agonizzante? Che democrazia è quella nella quale non sorgono nuovi partiti?
Ma nessun nuovo partito può nascere se cadi nella trappola del "voto utile"!
Ecco perché "quando 1.000 persone avranno rinunciato al voto utile e si saranno unite nella militanza in un'unica organizzazione, quello per l'Italia sarà un giorno di festa".
Se non capisci questo, pellegrino della rete, non sai cos'è la democrazia. La democrazia è "concorrenza politica", mentre ti hanno fatto credere che la "concorrenza" esiste solo nell'universo delle merci. E' esattamente il contrario: l'unica vera concorrenza è quella politica, delle idee. La concorrenza delle merci è, invece, dominio di pochi e schiavitù di tutti gli altri.
Forse però l'ARS sta peccando un po' di timidezza , infatti cosa gli impedisce di costituirsi come partito ?
Prendiamo Rieti, non so se sarete d'accordo ma c'è stata una bella affluenza e sopratutto quello che si respirava era un bisogno latente, il bisogno di qualcosa di nuovo, qualcosa che offrisse uno sbocco, qualcosa ancora non presente nel panorama politico.
Però alla fine del conferenza ognuno se ne è tornato a casa sua senza una prospettiva di impegno possibile, e anche se avesse voluto impegnarsi non avrebbe potuto non essendoci né una sede né una struttura organizzativa di riferimento.
Perché , io credo, non puoi venirmi a dire tutte quelle cose interessantissime e giustissime e poi lasciarmi così com'ero venuto… se ho bisogno di impegnarmi politicamente, se voglio fare qualcosa per sentirmi cittadino e non suddito delle oligarchie , se non sono un intellettuale ma percepisco con uguale nettezza l'ingiustizia delle cose presenti, allora ho necessità di un partito nel quale svolgere la mia attività politica, ho bisogno di una prospettiva di cambiamento, altrimenti non posso che scegliere tra voto utile e astensione, non posso essere che uno spettatore dello sfacelo prossimo venturo.
Se l'ARS si pone essenzialmente come associazione culturale probabilmente non può attirare persone che invece avrebbero bisogno di un punto di riferimento politico, che magari non sanno scrivere un magnifico post ma invece sarebbero disposte a fare un volantinaggio anche se magari incapaci di leggersi il trattato di Maastricht.
Insomma le famose 1000 persone non possono essere tutte giuristi e professori bisogna coinvolgere il popolo, bisogna affiancare alla teoria politica anche una ideologia per le masse, in parole povere fare egemonia.
Insomma: è venuto il tempo che moderno principe si faccia vedere…
O no ?
Saluti sovranisiti-democratici da Rieti.
Ma noi stiamo perseguendo quell'obiettivo.Stiamo costruendo il soggetto collettivo.
Da L'Aquila sono venuti con un socio due simpatizzanti che credo si iscriveranno. A cena è venuta una giovane mia collega di Rieti che si iscriverà. Tu Stefano Rosati e lei sarete il primo nucleo. Magari hai già un amico curioso o simpatizzante e tra breve sarete quattro. C'è una studentessa delliceo che già mi ha chiestoamicizia facebook e la potrete contattare. Poi dovrete lavorare. A Pescara faremo 6 banchetti da adesso a maggio.Idem a Roma. Stiamo cominciando. Credo che voi a Rieti dovrete intanto consegnare 3000 volantini un sabato in via Roma, visto che è uno dei pochi luoghi d'Italia dove la gente continua la vecchia tradizione del fare le vasche!
Noi non siamo una semplice associazione culturale. Siamo un'associazione politico-culturale.
VOTO UTILE
D'Andrea afferma:
«Durante la prima Repubblica, con nove veri partiti (DC, PCI, PSI, PSDI, PRI, PLO, MSI, Radicali e DP), nessun cittadino ha mai avuto il problema del voto utile».
In verità il cosiddetto "voto utile" era un'altra cosa, e il problema c'era eccome! Il mantra del vecchio PCi da una parte della DC dall'altra era quello che per mandare la DC all'opposizione o sventare l'accesso al potere del PCI, non si doveva "disperdere" i voti sostenendo piccoli partiti, ma concentrare i voti sul PCI (se eri contro la DC) e sulla DC (se eri contro il PCI).
Per dire che il meccanismo della polarizzazione politica bipartitica penalizzava brutalmente i partiti minori, quindi valeva la massima montanelliana: "Mi tappo il naso ma voto DC". Ma il ricatto valeva anche a sinistra, eccome se valeva!
«Quando 1.000 persone avranno rinunciato al voto utile e si saranno unite nella militanza in un'unica organizzazione, quello per l'Italia sarà un giorno di festa».
Guardate i risultati della Sardegna: 48% di astensioni. Altro che mille persone che sfuggono alla trappola del "voto utile"! Qui stiamop parlando di quasi la metà (milioni e milioni) degli italiani.
Tra la rinuncia al "voto utile" e il passaggio alla millitanza attiva e cosciente c'è di mezzo il mare.
Davvero non chiare le obiezioni di Sollevazione.
A sinistra di rifondazione anni 2000, durante la prima Repubblica si collocavano certamente la DC, il PCI, il PSI, il PSDI e DP. Quindi ampia possibilità. In particolare a sinistra del PCI di allora c'era DP. Inoltre c'era il semplice proporzionale che consentiva di avere rappresentanza anche a chi avesse preso l'1%. Se alcuni gruppi a sinistra del PCI scelsero la via extraparlamentare o se altri gruppi non furono in grado di raccogliere un consenso dell'1%, tutto questo non ha nulla a che vedere con il tema del voto utile.
Nessuno ha mai detto che tra la rinuncia al voto utile (astensione) e la militanza il passo sia obbligato. Ho scritto appunto di 1000 persone. Se 1000 persone concorrono a formare un nuovo partito e 2.000.000 si limitano ad aumentare gli astenuti, la democrazia è molto ma molto ma molto ma molto più sana, rispetto al caso in cui il nuovo partito manchi ma ci sono 2.001.000 elettori in più che esercitano la libertà di esprimere il voto utile. Questo era il senso del post e credo fosse molto chiaro