300
Cosa evoca questo numero?
300 erano gli spartani guidati da Leonida nella battaglia delle Termopili.
300 erano i rivoluzionari italiani del 1857 sbarcati a Sapri e guidati da Carlo Pisacane.
Eroi perdenti che sono passati alla storia grazie al loro coraggio, alla loro fede e alla sete di libertà.
La storia, dunque, ci insegna che 300 persone sono poche, sia per vincere una guerra, che per infiammare la rivolta.
Ma sono sufficienti per segnare il corso della storia.
300 sono oggi gli iscritti dell’ARS – Associazione Riconquistare la Sovranità. 300 italiani, riuniti in un’associazione con scopi politici, che vogliono rimettere al centro dell’ordinamento la Costituzione della Repubblica italiana, che vogliono ripristinare il ruolo assegnato allo Stato dalla Costituzione, che vogliono tornare ad essere cittadini di un popolo sovrano del proprio Stato.
300 persone sono poche per indirizzare la massa. Ma 300 persone sono sufficienti per parlare ai cittadini e al popolo. La massa al momento non ci interessa. La massa seguirà l’onda, come ha sempre fatto.
In occasione della III assemblea nazionale, nella mia relazione ho avuto modo di lanciare un appello ai 300 dell’ARS:
“a chi dobbiamo parlare oggi ?
Ai Cittadini, al Popolo o alla Massa ?
Ai cittadini si parla al cervello, al Popolo si parla al cuore e alla Massa si parla alla pancia.
Oggi noi dell’ARS dobbiamo parlare ai cittadini e al popolo. Dobbiamo parlare al cervello e al cuore. Abbiamo bisogno di persone in grado di capire quello che diciamo e in grado di comprendere che bisogna spendersi e sacrificare il proprio tempo per la causa comune. Cervello e cuore.
Dobbiamo aggregare persone capaci e volenterose, intelligenti, spigliate. Persone in grado di parlare in pubblico, di scrivere un testo articolato. Dobbiamo trovare dalle 3000 alle 5000 persone con queste caratteristiche, e le dobbiamo trovare cercandole una ad una. Questo è il nostro obiettivo.
5000 militanti motivati e preparati rappresentano il successo di un partito politico. L’Italia ha bisogno di una nuova classe dirigente. Il popolo ha il compito di selezionarla dal suo grembo.”
Ai 300 dell’ARS non viene chiesto di immolarsi in una battaglia volta al massacro come alle Termopili, o di lanciarsi alla conquista del Regno delle Due Sicilie come nell’impresa di Carlo Pisacane.
Ai 300 dell’ARS viene chiesto di parlare ai cittadini e al popolo, al cervello e al cuore, perché solo così, risvegliando le singole coscienze di un grande popolo e aggregandole in una formazione politica organizzata, CI LIBEREREMO.
Andrea Franceschelli – ARS Abruzzo
Secondo me l'aspetto in cui la proposta dell'ARS è più debole è la parte del cuore, è tutto molto giusto e ragionevole, ma non è entusiasmante.
L'ARS ha come stella polare la repubblica costituzionale ma chi oggi si può sentire "riscaldato" da questo ?
Chi può ancora dare fiducia ad una costituzione che non è stata capace di difenderci ?
Non siamo un popolo di Rodotà, siamo normali cittadini che si vedono giornalmente derisi nei loro diritti e sospinti sempre di più verso l'emarginazione.
Chi può darci speranze ? La Costituzione di tutti ?
E' ormai chiaro che non siamo tutti sulla stessa barca, non basta una Carta dimenticata , oggi altre devono essere le parole d'ordine per parlare al cuore.
Non siamo e non saremo mai un popolo di giuristi, ma siamo un popolo che ha conosciuto la parola "eguaglianza".
Questa sì che è una parola degna di essere riaccesa, ma l'ARS sembra disdegnarla, in un'ottica interclassista che a mio parere non porterà da nessuna parte.
Siam 300 e tali secondo me rimarremo se omettiamo di svelare al popolo la grande ingiustizia della diseguaglianza, e se non dimostriamo di volerci mettere a capo di un movimento francamente dalla parte del popolo contro la parte d'Italia che popolo non è.
Adriano,
al tempo dell'assemblea di Pescara, un anno fa, eravamo 93 soci.In un anno ci siamo triplicati e ora ne abbiamo già altri 30.
170-180 persone sono venute a Roma da15 regioni d'Italia. Sono tutti contenti fiduciosi ed esaltati.
Secondo te un'ottica interclassista (che significa tener conto di PIU' classi, NON di TUTTE, alrimenti anche un cieco capisce che l'ars non è interclassista) non va da nessuna parte. Secondo me è l'unica ottica che va da qualche parte. Mostrami un solo esempio contemporaneo di un'ottica classista che sta andando da qualche parte. E dimmi quale è il gruppo italiano che, in un'ottica classista, la quale rifiuta la compresenza di vari ceti bassi e medio bassi, autonomi e subordinati, sta facendo un minimo passettino avanti.
Comunque prova a creala tu assieme ad altri. Noi siamo una frazione con questi caratteri: cresce il numero dei soci, crersce il numero dei soci attivi, cresce il numero dei soci molto attivi, cresce la qualità dei documenti, cresce l'entusiasmo dei soci attivi. Dunque noi soci attivi siamo contentissimi dei risultatiprodotti. Non sono contenti quelli come te che, non essendo convinti e avendo dato poco o nessun contributo, restano alla finestra. Ma noi non vediamo l'ora che quelli come te si diano da fare per costruire la loro frazione -la frazione classista – che poi comunque dovrà sempre unirsi in un fronte. Se la vostra strada è spianata, se basta rivendicare "uguaglianza" che attendete? E' incapacità? E' pigrizia? E mancanza di senso del dovere e del sacrificio? Mancanza di pazienza? Perché state ancora al livello 0? La politica non è fatta soltanto da idee ma da idee uomini e organizzazione. E se alla tua prospettiva mancassero gli uomini o le capacità organizzative (ancora gli uomini)? Che te ne fai? Quindi muovetevi, agite e non fate in modo che tra due anni i classisti siano ancora a livello zero.
Stefano, spero che tu non stia sviluppando l'antipatica tendenza a rispondere con attacchi personali alle critiche politiche, ma comunque ti ricordo che da quando mi sono iscritto all'ARS l'associazione ha prodotto nella mia città due sole iniziative, in cui tu eri presente e nessun'altra, mai sono stato contatto per altro.
In una sono andato a diffondere volantini e manifesti e nell'altra vi ho trovato la sede.
Non capisco, che altro avrei dovuto fare ?
Misteri…
Adriano,
ognuno dà quello che può. Da Rieti con Nicoletta Carotti è venuto un altro giovane avvocato, che ci ha molto stimati.E con Stefano è venuto il fratello, che è dei nostri, anche se ancora non si è formalmente iscritto.Ci sono poi altre tre o quattro persone interessate e che sono venute alla seconda riunione. E ci sei tu. Personalmente credo che si sia proceduto bene, anzi molto bene.
Il problema è che tu non sei convinto dell'ARS e lo hai scritto. L'ARS non parlerebbe al cuore. I soci in assemblea e alcuni che ci scrivono dicono esattamente il contrario: evidentemente ci sono cuori ecuori, ideali e ideali. Credo che il tuo giudizio su ciò che siamo stati in grado di fare sia poco generoso e irrealista (dicci chi ha fatto meglio; non non siamo educati a confrontare una cosa concreta con i desideri astratti ma soltanto con altre cose concrete e reali) e penso che il tuo giudizio sulle prospettive sia assolutamente infondato, perché c'è l'entusiasmo, c'è l'organizzazione, aumentano i soci attivi, le azioni che compiamo e le città in cui abbiamo messo almeno una piccola bandierina. Per migliorare non dobbiamo fare altro che lavorare un po' di più. Una cosa che potresti fare èaprire un profilo facebook alsolo fine di partecipare al gruppo di lavoro riservato ai soci ARS, dove potrai constatare tutte le cose che si fanno. E' un gruppo di lavoro dove non si dialoga, non si svolgono discussioni come queste, ma si organizza, si comunica e si mostra ciò che si sta facendo.
Il problema, dunque, è che anche chi è disposto a lavorare tanto,non lavora tanto se non è convinto. Dal tuo commento mi sembrava che tu non fossi convinto. Ognuno di noi condivide il programma dell'ARS all'80% ed è tenuto ad accettarlo e farlo proprio al 100%. Quando questa decisione è presa, c'è entusiasmo e si realizzano un sacco di cose.
.
Caro Adriano,
tu sostieni: "Chi può darci speranze ? La Costituzione di tutti ?
E' ormai chiaro che non siamo tutti sulla stessa barca, non basta una Carta dimenticata , oggi altre devono essere le parole d'ordine per parlare al cuore."
L'ARS si è data dei confini nei contenuti, nel linguaggio e nel metodo.
(Per la verità, nel metodo ci sarebbe anche la regola di riservare alle discussioni interne ad altri spazi).
Do per scontato che anche tu abbia accettato questo perimetro e che stai entrando semplicemente nel merito di un certo tipo di difficoltà pratica (correggimi se sbaglio): spingere il popolo alla lettura della Costituzione di per sé potrebbe non essere sufficiente a "riscaldare" i cuori.
Do anche per scontato che, in quanto socio dell'ARS, tu ritenga che la Costituzione potrà salvarci qualora trovasse applicazione, perché la Carta oggi non è semplicemente dimenticata ma soprattutto disapplicata.
Quanto all'esigenza di metterci il cuore, un'azione di militanza di per sé è certamente in grado di parlare al cuore più delle parole. In questo credo che l'ARS stia lavorando molto bene.
Le premesse ci sono e sono buone. Ci vuole solo pazienza.
Saluti sovranisti!
Heinstein diceva che la stupidità a differenza dell'universo può essere infinita, tuttavia la straordinaria sequenza di "errori di comunicazione" che i leaders del M5S inanellano, guarda caso prima delle battaglie importanti ( e vediamo cosa uscirà nel blog di Grillo poco prima di mercoledì prossimo), mi induce a sospettare che difficilmente essi siano frutto di stupidità, e che piuttosto dove non arriva la corruzione arriva il ricatto.
Dunque una volta che i 300 saranno diventati 5000 cosa impedirà ai relativi leader di passare al nemico e commettere la stessa (involontaria?) sequenza di "errori di comunicazione"?
Il M5S aveva cercato di risolvere il problema con il limite dei due mandati ma nello statuto hanno dimenticato di applicarlo a G&C
Il limite dei due mandati non lo abbiamo discusso.Oggi sarebbe un mettere il carro davanti ai buoi. Bisogna prima creare le frazioni, poi il Fronte, che deciderà su questo punto.Oggi che senso avrebbe discuterne?
A naso, ma non ho riflettuto molto, la regola la accetterei – ma si tratta di opinione personale e non ancora ben riflettuta – soltanto in linea di principio, per l'80% dei deputati, su scelta dei deputati stessi. A un 15% lascerei anche la possibilità di quattro mandati e a un altro 5% non porrei alcun limite. I grandi politici e gli statisti, se hai la fortuna di averli, non si buttano nel cesso senza ragione. Però ripeto c'è tempo per pensare a queste regole. Speriamo che un giorno si presenti davvero il problema di prendere una decisione su questo tema.