14 Luglio: presa della Bastiglia!
Oggi per la Francia e i Francesi é la festa più importante dell'anno. E' difficile da capire per chi non é francese cosa significhi il 14 luglio per i nostri cugini. Se per il resto del mondo la storia francese é quella dei galli, di Carlo Magno, di Filippo il Bello, di Giovanna d'Arco e il Re Sole, per i francesi no! quello é ancien régime! la storia della Francia moderna inizia il 14 Luglio 1789, come il 4 luglio per gli americani, la presa della bastiglia é il loro mito fondatore. Con una bella differenza, che in effetti prima del 4 luglio 1776 gli Stati Uniti non esistevano, non avevano una lingua comune, una tradizione comune, dei confini, l'indipendenza, la Franica invece dopo la Cina, é lo stato-nazione più vecchio del globo. Ma tant'é, fin dalle scuole repubblicane si studia, come un po' in Turchia con il 1454, che quello che c'era prima non era Francia e non era République, é qualcosa di alieno alla loro storia, e non c'é paesino francese dove andiate, che non abbia targhe che ricordino che qui vi era tale palazzo, castello o teatro della città, che fu abbattuto dalla Rivoluzione Francese, proprio per cancellare ogni traccia di quel passato. Lo stesso palazzo delle Tuilleries, da Maria de Medici in poi, sede dei regnanti di Francia passando da Enrico IV a Napoleone III e i vari directoires, fu definitivamente raso al suolo a fine ottocento per le stesse ragioni. Un vero peccato perché in realtà era l'unico palazzo parigino a essere progettato e abbellito da architetti e scultori di fama internazionale, fra cui il nostro stesso Bernini.
Ponte lungo dunque quest'anno per i francesi, come da tradizione il tredici luglio tutti i comuni, anche i più piccoli, organizzano i fuochi d'artificio con la parrtecipazione di tutta la popolazione e a Parigi tutte le caserme dei pompieri diventano discoteche a cielo aperto, appuntamento immancabile per parigine nubili e non, per poter passare qualche ora di divertimento con gli ultramuscolosi "sapeurs". Il 14 luglio poi é la volta della sfilata sugli Champs Elysés, il pomeriggio festa all'Eliseo, e la sera pic nic e concerto di musica classica ai piedi della tour eiffeil in attesa della chiussura con un'ora di fuochi giganteschi dal Trocadero.
Ma in questi ultimi 2-3 anni qualcosa si é rotto e la partecipazioen é scesa sensibilmente, e lo si é visto anche con il tifo per la nazionale di calcio, mai cosi' basso e poco sentito. Da fuori tutti vedono i Francesi come patriottici forse anche nazioanlisti, in realtà nulla di più lontano dalla realtà. Dalla morte di De Gaulle infatti, la Massoneria, che qui é religione di stato a cui tutti i candidati presidenti alla repubblica fanno atto di referenza e il cui simbolo campeggia sulla costituzione, ha voluto che tutti i francesi non si sentissero più attaccati all'idea di Francia o Patria, ma piùttosto a quella più inclusiva di Répuublique. Cioé non più terra dei padri, ma spazio geografico gestito appunto da un'istituzione: la république. Tutti i discorsi pubblci finiscono con "vive la république" e non piùc on il celeberrimo "vive la France" Paradossalmente a introdurre il concetto di Nation e di ius sanguinis in Francia fu proprio la rivoluzione francese, prima infatti, per essere francesi bastava giurare fedeltà al Re, e anche se si era tedeschi o inglesi si diventava francesi. La rivoluzione invece volle che il potere non fosse più nelle mani del sovrano, ma del popolo, e naturalmente bisognava definire cosa fosse il popolo per dargli il potere. Dire che bastava vivere in Francia per essere francesi e decidere era inaccettabile per i giacobini, perché voleva dire che qualsiasi sovrano europeo avrebbe potuto mandare qualche migliaio dei loro sudditi a vivere in Francia per farli poi votare a favore di un ritorno dell'ancien régime. Inoltre abbattuto il simbolo forte del Re, tale per grazia di Dio, per chi si sarebbero dovuti battere in futuro i francesi? per chi avrebbero dovuto essere pronti a morire? non certo per istituzioni come la Commune o la Republique, che cambiava ogni 2 anni. Gli iluministi di allora capirono che l'unica parola, l'unico concetto che poteva tenere unito il paese, spingere le nuove generazioni a battersi per l'éligalité, la liberté e la fraternité era la Nation, la Patrie. Questa lezione pragamatica e di valori allo stesso tempo, é stata dimenticata dal 1968 in poi. E adesso se ne vedono i frutti. Il processo di assimilazione ha lasciato il posto a quello di integrazione. Gli immigrati non devono più imparare la lingua francese, aderire ai valori della costituzione, prendere nomi francesi, fare il servizio di leva, come fecero tanti nostri conanzionali, ma possono tranquillamente coservare la loro lingua e la loro cuultura prendendo dallo stato francese solo i diritti di "citoyen". Col paradosso che se i marocchini, gli algerini, i cinesi i moldavi hanno il diritto di vedere la loro cultura applicata in Marocco, in Algeria , in Cina in Moldavia e anche in Francia, viceversa la cultura francese non puo' essere applicata né in Francia, né altrove. Dalla Farncia si vive una situazione strana in cui nel villaggio globale un cinese ha alle prooprie spalle lo stato cinese e la comunità cinese in Francia che difendono le sue tradizioni, la sua patria, i suoi connazionali e fa squadra con lui per troovargli un lavoro ecc e quando vuole puo' chiedere allo stato francese assistenza sanitaria, pensione, diritto di voto, di attività commerciale. Il cittadino francese invece, dietro di sé ha nessuno, lui non puo' rivendicare le proprie tradizioni, un minimo di preferenza in nessun settore. Se una grande azienda Turca assume solo turchi in Turchia, e anche la sua filiale a Parigi assume solo turchi, viceversa una grande azienda francese sia in patria che all'estero é obbligata per legge ad assumere personale straniero, come una specie di quote rosa. Ecco alalora che un francese magari più meritevole viene lasciato a casa perché gli si deve preferire uno straniero meno meritevole, ma "diverso", il quale in più ha anche la possibilità di farsi assumere da un'azienda del proprio paese, cosa che per un francese che andasse all'estero non é cosi evidente. Questo sarà il problema maggiore della Francia nei prossimi anni. Qualche commentatore politico parla di spettro di guerra civile; é inutile nasconderselo, questo concetto entra sempre di più nelle teste dei francesi, e quasi tutti ormai dicono" ça va peter"(finirà per esplodere tutto).
A prescindere da come la si pensi sulla situazione in medio oriente, proprio ieri le comunità magrebine hanno organizzato cortei anti-israele che si sono concluse con l'assalto a due sinagoghe e scontri con la polizia, dove i manifestanti lanciavano proiettili alla polizia, e la polizia rispondeva con spray lacrimogeni(ordine della questura altrimenti si accendevano le balieux). Il discorso che c'é sotto questi scontri é il seguente, senza tanti giri di parole: siccome un paese musulmano é stato attaccato da un paese ebreo tutti gli ebrei di Francia sono colpevoli. Se questo discorso trova giustificazione, allora domani niente vieterebbe ai cristiani francesi di assaltare le moschee in francia perché i cristiani vengono crocifissi dai musulmani in Siria e bruciati vivi in Nigeria. Oppure fra le comunità cinesi e taiwanesi o quelle armene e turche.
Ma il vero termometro di queste tensioni comunitarie sono stati proprio i recenti mondiali. Per la prima volta nella storia, e penso forse l'unico paese al mondo, la Franica ha vietato qualsiasi proiezione delle partite nei luoghi pubblici, nessun maxischermo La scusa ufficiale all'inizio é stato il budget. In realtà tutti sapevano il motivo. Ogni qual volta c'é un avvenimento sportivo che richiama folle, é l'occasione propizia per gli abitanti delle banlieux, di saccheggiare e distrugegre negozi e picchiare passanti. Lo scudetto del Paris Saint Germain dell'anno socrso con mezza Capitale presa d'assalto da 30.000 criminali, decine di milioni di danni ai negozi, assalti alle vetrine, caccia al bianco e violenze sui turisti, sono nella memoria di tutti. Ecco allora grazie alle tensioni comunitarie quest'anno i francesi non hanno avuto la possibilità di vedere le partite in pubblico, ma non finisce qui, perché non hanno neanche avuto la possibilità di uscire fuori casa! Perché sfiga per Hollande, l'Algeria quest'anno si é qualificata(anche se 16 dei 22 giocatori algerini sono "cittadini francesi" a parte intera). E che vinca o perda l'Algeria, lo scenario é sempre lo stesso: bandiere francesi e auto bruciate, assalto a caserme e municipi. E cosi' é stato alla prima partita, addirittura a Lille, una parrocchia é stata completamente data alle fiamme dai supporter algerini in quanto simbolo avversario. Ecco allora che per il secondo macth vari comuni francesi hanno imposto il coprifuoco a tutta la popolazione da due ore prima della partita a due ore dopo. Praticamente se eravate dei liberi cittadini e magari non ve ne importa nulla di calcio non potevate uscire di casa, fare spese o andare a troavre un'amico, per sei ore perché giocava l'Algeria! Se non é questa la sconfitta della repubblica allora cos'é? E come previsto per la partita che ha visto uscire l'algeria, nonostante i coprifuoco, decine di poliziotti feriti, vetrine rotte, ecc Morale per i francesi: il comune di Parigi non ha mostrato le partite della Francia per risparmaire 160.000 euro, ma ne ha spesi 7 milioni per il servizio d'ordine e i danni causati da quelle dell'Algeria.
Ma il mese trasorso é stato anche il mese dei djihadisti, i francesi hanno scoperto di essere il primo paese in Europa come numero di djihadisti, dalle prime cifre di gennaio di 100 francesi al mese che partivano per la Siria, si é passati a 300, poi 1000 e adesso é emergenza nazionale. Ha fatto scalpore le parole del ministro dell'interno che ha detto:"dobbiamo fare di tutto per non far partire i djihadisti e tenerli in Francia" ci sarebbe stato da ridere se non ci fosse stato da piangere. E qual é la reazione del governo verso questi djihadisti pronti al martirio e a commettere attentati? il pugno duro? assolutamente no! come al solito per non indisporre certe comunità, una presa a carico dei familiari dei djihadisti con assegni speciali da 24.000 a 49.000 euro l'anno, un'assistenza psicologia a domicilio 3 volte a settimana e priorità nelle liste di assunzione negli enti pubblici.
Per quanto riguarda la politica le prime settimane di luglio, han segnato il collasso dell'UMP. Partito di centrodestra all'eterna ricerca di un successore di Sarkozy, con quest'ultimo che un giorno dice di voler tornare e il giorno dopo di non volerlo fare. Questa volta pero' Sarkozy, abituato a giocare sempre sulla linea del fuorigioco seguendo il motto "ça passe ou ça casse"( o la fanno passare o cade giù tutto) questa volta sembra piuttosto che "ça casse". Dopo i conti non regolari della sua campagna elettorale, i soldi sottratti ai militanti , lo scandalo che ha dato fuoco alle ceneri é stato il suo arresto per 24 ore in seguito all'accusa di pressione su magistrati della corte di cassazione. In realtà fu una vera e propria prova di froza di una magistratura schierata politicamente e che non si fa vergogna di avere nei propri uffici le foto di Sarkozy usate come tiro al bersaglio. Sta di fatto che i colonnelli del partito, stanchi di dover ricervere ogni giorno sterco dalla stampa a causa di un uomo che ufficialmente dovrebbe far parte del passato, hanno prima chiesto la testa del segretario del partito Copé, uomo fedele a Sarkozy e poi imposto non un nuovo segretario, ma una triade composta dai 3 principali capicorrenti e avversari storici di Sarkozy. Neanche una settimana di cielo sereno, sono iniziate a trapelare veline alla stampa con ogni sorta di accusa sul passato di questo, sui conti non in regola di quello,o sui viaggi falsi rimborsati di quell'altro. Fino alla gestione dei portafogli dei ministri dell'era Sarkozy, che dovrebbero essere segreti per definizione. Ora é caccia aperta alle talpe, ma in realtà é un tutti contro tutti. Pochi ormai credono che l'UMP arriverà al 2017. Di tutta questa situazione gode François Hollande, che per la prima volta nel suo quinquennio, pur rimanedo al minimo sotrico, almeno non scende, e nonstante i nuovi dati su occupazione e crescita, che contrariamente alle sue previsioni, continuano ancora a essere negativi, ha deciso da 2 mesi di non intervenire più su economia e limitarsi alle commemeorazioni di cui é ricco il 2014, sperando cosi' di poter risalire la china, e visto il masochismo dei suoi avversari arrivare al ballottaggio finale nel 2017 con Marine Le Pen, per ritrovarsi presente al secondo turno come fu per Chirac nel 2002, che col 13% iniziali dei voti, venne riconfermato dai francesi come presidente, pur di non far vincere Jean Marie Le pen.
Heisbourg alla lezione Felice Ippolito di questo mese dice che la Le Pen, a differenza del padre, vuole vincere.
minuto 22:10 "…animal politique remarquable, remarquable…"
https://www.youtube.com/watch?v=2ihBnJnRxtc#t=19
Signori, è inutile continuare a menarla con la storia del razzismo… Marine Le Pen ha ragioni da vendere!!! I veri (auto)razzisti sono i socialisti e i loro amici…
Fare Comunità, questa è la ricetta.
Intendo dire, uno Stato vive in eterno equilibrio tra le richieste/pretese delle categorie e ciò che spetta a loro come diritto.Purtroppo l'immigrazione selvaggia, priva di formule di annessione e coinvolgimento dei migranti, sta creando un ulteriore categoria, quella delle Comunità migranti che raggiunti numeri da "contrattazione" imporranno, guidati da interessi di pochi dei loro, le loro ragioni. La Le Pen ha una sola possibilità: costruire l'immaginario dove raccogliere i Francesi e , si spera, di Cittadinizzare i Migranti presenti ( al fine di scongiurare il più possibile l'odio etnico ). Prendiamone atto, la costruzione della Comunità con annesse regole di convivenza, doveri nei confronti della Comunità e rispetto delle sue diversità presenti ( ma attenzione, rispetto non vuol dire accettare tutto e quindi sconvolgere l'assetto della società, vedi per esempio l'atteggiamento nei confronti dell'immigrazione da parte di una certa "sinistra ridicola" per cui va bene che vengano accolti tutti mentre si lavora per presentare leggi a favore delle famiglie arcobaleno, in netto contrasto con la cultura della famiglia tradizionale tipica di arabi, slavi e cinesi ed europea ) può essere una ricetta utile per immaginarsi una nuova ridistribuzione dei poteri amministrativi locali e un tentativo di porre tutti davanti ai propri doveri.
Per Hollande, diminuire il numero di musulmani disposti a diventare jihadisti non è così difficile: basterebbe smetterla di essere un burattino nelle mani di USA e Israele…