Le suicide français
Nel mese appena trascorso qualcosa si é consumato nelle menti dei francesi, é forse il mese della svolta politica della Francia per i prossimi anni. Quello che si sta realizzando in questi giorni é il crollo silenzioso, ma sempre più rapido di un sistema che dura da 40 anni, dal 1968. qualcuno osa dire dal 1789. Cosa é successo direte voi? Nulla! E proprio qui sta la stranezza! E’ un po’ come nelle fiabe quando si rompe l’incantesimo che teneva addormentato tutto il villaggio e tutti, senza alcun rumore o accidente particolare si destano dall’ipnosi e riiniziano a vivere, a camminare, a pensare. Nell’elite del castello é il panico collettivo. Le redazioni rifilano senza sosta speciali sulle 2 guerre con riferimenti a possibili scenari futuri e nuovi reality sulla convivenza multicomunitaria felice. Come già detto non é successo niente. Ma tutti i sondaggi danno per certo il primo posto di Marine Le Pen alle prossime presidenziali con scores che vanno dal 30% del primo turno al 55% nel secondo, chiunque saranno i suoi avversari. Fin da ora più della metà dei francesi é pronta a votare MLP al secondo turno. ma non é questo il dato importante, ma il cambiamento sociale importante che si cela dietro questo nuovo scenario. Perché si sa i sondaggi cambiano e le nuove elezioni saranno nel 2017, tanta acqua deve passare sotto i ponti. Ad allaramare l’establishment non é più il front national, ma i francesi stessi.
Infatti il primo dato che ha fatto allarmare i vari commentatori é il fiasco del ritorno di Sarkozy. Sebbene con un bilancio non proprio di cui andar fiero, da mesi questi aveva imbastito una campagna mediatica mastodontica, preparando il suo ritorno come l’evento dell’anno, il ritorno del messia, dell’uomo forte, del decisionista, dell’autoritario. E tutti l’aspettavano in un crescendo di dichiarazioni e smentite che come previsto si é concluso con la sua ridiscensa in campo ufficiale con un prime time sul primo canale francese e con un picco di auditel di decine di milioni di francesi incollati al teleschermo. Il giorno dopo i suoi fedelissimi già gridavano alla vittoria, sicuri del successo della nuova strategia scelta da Sarkozy, ovvero quella del non prendere nessuna posizione su nessun tema d’attualità per non bruciarsi. Mai scelta fu più nefasta, dal sicuri di vincere le primarie interne all”UMP all’80-90% e poi, le presidenziali nel 2017, si son ritrovati coi giorni che passavano, a capire che qualcosa non andasse. In primis fra i militanti e gli aderenti stessi dell’Ump, il plebiscito annunciato rischia di trasformarsi in una risicata vittoria dovuta più all’assenza di competitori che al talento del vincitore. Stessa cosa successa a Hollande dopo il KO di Dominique Strauss Kahn e non gli porto’ certo fortuna. Ecco allora Sarkozy ritrovarsi nel peggiore incubo possibile: in tutti i sondaggi di gradimento é solo a qualche punto sopra Hollande, il presidente meno amato della storia francese, e se fino al suo ritorno era un corrri corri fra i quadri del partito per chiamarlo, farsi fare una foto insieme, ora quasi tutti, uno dopo l’altro si defilano. Ieri addirittura una delle tre correnti del partito ha depositato lo stauto giuridico per una nuova formazione (droite populaire) che su certi temi é molto più a destra dello stesso Front, e di certo a un evenutale ballottaggio non arrossirebbero ad allearsi con i lepenisti. Gli scandali intanto si moltpiplicano contro Sarkozy rafforzando i suoi avversari interni Juppé e Fillon. E proprio mentre questi festeggiavano colpo dopo colpo l’affondarsi di Nicolas, ecco il colpo di scena, che in uno strike li mette tutti fuori gioco. Il segretario generale all’Eliseo confessa di aver incontrato la scorsa estate Fillon, rivale storico di Sarkozy all’UMP, che abvrebbe chiesto a Hollande, ufficialmente suo avversario, di fare il possibile per accelerare i processi a carico dell’ex presidente, suo alleato, per poterlo mettere fuori gara nella corsa alla segreteria dell’UMP. E qui il cerchio si chiude: tale segretario alla presidenza della repubblica, socialista doc e amico persponale di Hollande, lo scorso quinquennio fu uno degli uomini di fiducia di Sarkozy. all’epoca appunto l’amico Hollande per un po evito’ di frequentarlo. Ma cos’é questo agli occhi dei francesi se non altro che la prova provata della teoria di Marine Le Pen dell’UmPs. cioé della finata opposizione che si fanno sinistra e destra in pubblico per poi condividere poteri, lobby e privilegi ai danni dei francesi e pronti a fare fronte comune ogni qual volta un terzo incomodo dovesse arrivare. I vari opinionisti non sapevano più come uscirne senza di fatto avvallare la tesi del partito unico.
Dal lato socialista un altro fiasco annunciato, un po’ come per Obama, é stata la conferenza stampa di metà mandato di Hollande. Da giorni se ne parlava, come previsto grande audience, ma solo il 15% si é detto soddisfatto. Addirittura Hollande, da presidente normale, ha inscenato la sua conferenza come un dibattito aperto con altri 4 francesi normali senza lavoro, tutti in difficoltà economiche e tutti che sono stati sistemati il giorno dopo. Si direbbe un episodio da Corea del Nord. I francesi(65 milioni) non han capito se bisognerà quindi fare un’intervista pubblica col presidente per trovare finalmente un lavoro. I dati ancora negativi sulla disoccupazione e le bacchettate di Bruxelles che hanno fatto rivedere il bilancio dello stato 10 volte, hanno definitivamente chiuso il sarcofago elettorale di Hollande.
In questo mese é caduto anche l’anniversario della morte del general De Gaulle, mai come adesso la sua presenza aleggia su tutto lo scenario politico francese, come aveva preannunciato lui stesso in vita: dopo la sua morte tutti si diranno Gaullisti senza esserlo. Ecco allora che tutti i partiti sono venuti a rendere omaggio sulla sua toimba a Colombey les deux eglises, tutti tranne i leader dell’ump, proprio gli eredi del partito di De Gaulle hanno disertato. Evidentemente il disagio dovuto alle loro scelte di cessione continua di sovranità della Francia li ha fatti desistere.
Questo é stato anche il mese dove non é mancato giorno in cui un islamista francese fosse ucciso nei combattimenti in Siria, fosse arrestato per la preparazione di attentati in Francia o stesse preparando gruppi di guerriglia in qualche bosco delle Ardenne francesi. In questa situazione di sfiducia diffusa come ha dovuto ammettere quasi piagnucolando davanti alle telecamere Guaino, il braccio destro di Sarkozy , solo il Front National resta in piedi. I grandi commentatori alla Scalfari o Eco da settimane disertano i salotti televisivi, ogni prova di indottrinamento gli si ritorce contro. Compreso il servizio sulla televisione pubblica in cui si mostravano immagini nascoste di Jean Marie Le Pen, affettuosissimo con sua figlia, continuamante abbracciata baciata e chiamata cherie, ha finito nel trasformarsi in un vero boomerang davanti a un Sarkozy, beccato dalle telecamere di una trasmissione sportiva, nel lounge vip del Paris Saint Germain mentre presentava, con massima devozione e inchino, suo figlio ai principi del Qatar in un modo che ricordava molto quello dei cafoni di Fontamara che baciavano l’anello al passaggio del signorotto locale.
Ebbene in questo clima di disillusione e risveglio il vero protagonista del mese é stato Eric Zremmour, forse il più noto editorialista d’oltralpe che con il suo nuovo libro”Le suicide français” ha scalato tutte le classifiche, arrivando a vendere 25 000 copie al giorno, nonostante gran parte delle catene di liberie abbiano boicottato il suo volume e i quasi 25 euro di prezzo d’acquisto. Tutti ne hanno voluto una copia. Finalamente uno che ha osato mettere nero su bianco quello che sempre più francesi pensano. Questo libro é stato come un evento collettivo silenzioso di risveglio delle massa, milioni di francesi si son ritrovati e contati senza saperlo. Hanno preso coscienza che quello che pensavano in privato, ma che non avrebbero mai osato dire in pubblico, perché subito bollati come nazionalisti, fascisti, razzisti, estremisti, ma soprattutto minoritairi, altro non é che il pensare comune della gran parte dei francesi. Perfino la rimessa in discussione di certi giudizi su Vichy, taboo per eccellenza in Francia sembra aver rotto la diga dell’autocensura. Il libro é un’attacco a tutta la cultura che dal ’68 in poi ha conquistato tutti i posti di comando della cultura, della politica, della magistratura e dell’economia e che con una strategia ben definita di distruzione dell’idea di nazione, patria, comunità, autorità,dovere, famiglia, genitorialità, rapporti inrgenerazionali, aveva come unico obbiettivo finale e nascosto, la destrutturazione dell’individuo in tutte le sue declinazioni antropologiche. Con le allettanti promesse di sempre nuove libertà sessuali e comportamentali, gli sono stati cancellati in verità, poco a poco tutte le proprie libertà fondamentali. Si é costretto i francesi a amare cio’ che odiano e a odiare cio’ che amano. Ora che i francesi si son contati nessuna accusa perbenista potrà farli tornare indietro e sondaggio dopo sondaggio l’effetto palla di neve é sempre maggiore. Neanche una settimana fa centinaia di poliziotti protestavano in borghese con le loro auto civili contro l’immigrazione di massa. Tre giorni fa Marine Le Pen é stata giudicata come migliore opposizione a Hollande dal 60% dei francesi, erano 25% solo 8 mesi fa. Proprio oggi il governo ha deciso di rivedere gli aiuti previsti per stranieri in situazione irregolare. Melanchon ha cominciato a dire che da sempre é stato per le frontiere economiche, perfino Fillon oggi ha detto che d’ora in poi l’immigraizone non dev’essere più un costo per la Francia, e non é solo che l’inizio. le pubblicità progresso dell'”Europa più diritti” a cui abbiamo diritto in Italia, qui sono lontane anni luce.
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