Tre eccellenti notizie dalla Calabria e dall'Emilia Romagna
Fino a quando non emergerà dal grembo del popolo un partito grande, i votanti diminuiranno. In quattro o cinque anni, arriveremo al 15-20%, almeno nelle elezioni regionali. Quando emergerà un partito grande, esso diverrà un grande partito.
Molti cittadini hanno finalmente capito che il voto non è un gioco; che se voti sei corresponsabile, perché il voto non è una momentanea fiducia o uno strumento per non far andare al potere il partito reputato peggiore, senza assumere la piena responsabilità di aver sostenuto un partito squallido ma asseritamente meno peggiore. I cittadini hanno preso atto che tutti coloro che votarono Prodi nel 1996 sono corresponsabili dell’euro e che quasi tutti coloro che votarono uno o altro partito nel 1992 furono corresponsabili per Maastricht. E’ intollerabile e ripugnante che si voti un partito e poi ci si lamenti per le conseguenze disastrose dell’attuazione del programma che quel partito aveva proposto. Da almeno venticinque anni, i partiti italiani non hanno proposto programmi attuativi della Costituzione ma sempre programmi attuativi delle direttive europee e hanno sempre attuato i programmi proposti. Ogni cittadino che ha votato i partiti italiani è corresponsabile dello sfascio. Averlo compreso, con la conseguente tendenza a non regalare piu’ il voto, è un grande passo avanti, verso il Risveglio. Soltanto così si crea il necessario vuoto politico che dovrà essere riempito dal partito grande che deve sorgere, in modo che quest’ultimo possa diventare un grande partito.
A questo primo elemento positivo dei risultati elettorali, se ne deve aggiungere un secondo. I cittadini italiani hanno capito che il federalismo è una follia, che le regioni sono il luogo della corruzione, della incapacità, dello smistamento di fondi, delle clientele, il luogo nel quale si annida la peggiore, piu’ incapace, piu’ viscida piu’ ambiziosa classe dirigente. Si tratta di una conquista di grande importanza. Sta per arrivare il momento in cui non saremo soltanto noi dell’ARS a rivendicare il centralismo. Il centralismo è uno strumento indispensabile per risollevare le sorti del popolo, della nazione, dello stato.
Infine, il terzo elemento. I cittadini hanno capito che uno non vale uno; che il ruolo costituzionale dei partiti politici è di selezionare e far emergere una grande classe dirigente; che dirigere uno stato è un compito di sublime difficoltà. Perciò hanno ripudiato il M5S, nato con tare genetiche che lo spingono a contestare il concetto costituzionale di partito e il concetto naturale e sacro di classe dirigente.
Quindi, militanti e simpatizzanti dell’ARS avanti a testa bassa nel lavoro di militanza e pazienza: arriverà il nostro giorno.
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