Risvegliare la classe operaia
Con molto piacere posto un contributo dell’amico e socio Massimiliano Veneziani, che ringrazio.
Da molti decenni la classe operaia è un fantasma senza coscienza che si aggira nei pochissimi cantieri ancora presenti nella nostra amata patria. Forse per la prima volta nella sua storia, essa condivide molti interessi con l’ormai anch’essa agonizzante classe media facendo trasparire l’attuale necessità di una lotta di popolo ancor più urgente che di quella di classe. Le cause di questa drammatica situazione sono molteplici e a mio avviso vanno ricercate nella sfera sindacale, storica e ideologica.
Infatti dalla metà degli anni 80 in poi è chiarissima la connivenza tra forze politiche sostenitrici di svolte liberiste, in passato tradizionalmente vicine alle cause dei lavoratori, ed il sindacato, incapace di autonomia decisionale rispetto ai grandi partiti di riferimento. Addirittura, in molte situazioni lo si vedrà partecipe di quella stessa transizione intrapresa dai suoi riferimenti politici, diventando il vero cane da guardia della odierna sinistra liberista che, poi con riconoscenza, elargirà carriere politiche a personaggi ben noti. Il tutto facendo ingoiare accordi a perdere ai lavoratori a suon di retoriche del governo amico, del meno peggio, arrivando anche ad approvare leggi liberticide e corporative sulla rappresentanza alla faccia dell’antifascismo da essi continuamente sbandierato. Partendo dalla recente porcata (vedi accordo interconfederale) votata dalla triplice in blocco nel 31/05/13 (compreso il nuovo eroe sinistrorso Landini,) per continuare con una serie di nefandezze che il lavoratore ha accettato d’ingoiare solo davanti allo sventolio retorico della bandierina rossa, mossa quest’ultima particolarmente efficace su menti semplici e poco duttili.Per quanto riguarda il fattore ideologico, le variegate forme di massimalismo proveniente dal mondo dell’estrema sinistra, hanno allontanato sempre di più la politica dalla realtà e dai bisogni dei lavoratori. Infatti, le varie visioni interpretative del marxismo hanno creato confusione ed un’inutile spreco di forze in lotte paradossali e futili per via di una visione talmente radicale, e a mio parere inefficace, del mondo circostante, da dare forma ad un’intolleranza nei confronti di chi, seppur partendo da posizioni molto vicine, non si allinea del tutto alle idee dei leader. Quest’ultimo aspetto poi, porta paradossalmente ad assomigliare sempre più, come forme di pensiero ed azione, all’eterno loro nemico fascista tenuto in vita solo dalla paranoia e dal ricordo.
Infine esiste certamente un fattore sociologico: l’individualismo edonistico, legato a doppio filo all’ideologia liberista, porta a far ragionare l’operaio come un piccolo Marchionne. D’ora in poi i nuovi obiettivi infatti saranno: competere con il collega e non cooperare con esso, emergere per forza schifando se stesso solo perchè non si è riusciti a far carriera, eccetera eccetera. Questa desolante forma umana, per chi come me ha passato dieci anni di sindacalismo di base, è ciò in cui mi imbatto maggiormente oggi nei cantieri.La cosiddetta “sinistra” occidentale ha di fatto abbandonato la classe operaia, attraverso subdole propagande, vere e proprie perle di autorazzismo sociale, che hanno aggiunto un’altra mazzata alla coscienza dell’operaio. Paradossalmente quello che i trotskisti e marxisti nostrani non riescono a vedere è la tragedia che accomuna la distruzione culturale di un popolo, la sua identità e le sue tradizioni con quella coscienza di classe in cui il mondo operaio non riesce più ad identificarsi. Il lavoro del mondialismo capitalista è stato prima di tutto culturale e non solo economico, esso ha voluto l’eliminazione completa di ogni senso di appartenenza per far trionfare ancora una volta il mercantilismo, distruggendo qualsiasi forma comunitaria, costituzionale o statale, vera opposizione per tale mostruosità.
Il lavoratore quindi entra a pieno titolo nella futura battaglia di liberazione. Militare per far capire al mondo operaio l’importanza del sovranismo, dei suoi valori repubblicani e socialisti, per riscattare il proprio futuro e quello delle generazioni a venire, dovrà essere uno dei doveri principali di ogni patriota.Massimiliano Veneziani
ARS Liguria
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