Dal diritto al lavoro all’imposizione dell’elemosina
Nell’esaminare il contenuto della famosa 92/441/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 24 giugno 1992, credo che si abbia il dovere di riflettere sulle conseguenze di quello che tutti chiamano a gran voce con il nome di Reddito di Cittadinanza o relativi surrogati.
Partiamo da ciò che in proposito ci dice la nostra Costituzione, la quale, prima di ogni altra miserabile esternazione dei non eletti Europei, dovrebbe essere consultata.
Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 36 – Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Ora vediamo cosa ci dice la “raccomandazione”/imposizione dei banchieri Europei:
“Le persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirvisi, e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personale.”
Qui il testo integrale: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31992H0441:IT:HTML
In queste poche righe la disoccupazione viene considerata, senza esplicitarlo, alla stregua di una malattia, una disgrazia della natura contro la quale le umane forze nulla possono se non alleviarne le conseguenti pene, mentre noi sappiamo che in realtà la creazione del lavoro o la sua insufficienza sono conseguenti a precise scelte politiche. Se analizziamo ancora più a fondo scopriamo che nel sermone Liberist-Eurocentrico non si fa alcun riferimento a chi dovrebbe fornire le non meglio specificate “prestazioni e risorse”, che evidentemente, non essendo citate le risorse pubbliche afferiscono alla sfera delle assicurazioni private tanto care alla finanza speculativa.
Fatte queste debite premesse, la logica quindi vorrebbe che ci si interrogasse su una semplice questione. Nel caso in cui esistessero le risorse pubbliche finanziarie (e non esistono per effetto del Fiscal Compact Europeo) per rendere effettiva l’erogazione di un Reddito di Cittadinanza (o chiamatelo come vi pare), perché mai non si dovrebbero usare tali risorse per creare e pagare la creazione del corrispondente lavoro ?
Qualcuno eccepirà che il lavoro non c’è. Ma è proprio così ? Gli ospedali Italiani sono sovraccarichi di lavoro e spesso manca il personale medico e paramedico. I Tribunali Italiani sono stracarichi di lavoro con numeri arretrati rilevanti per mancanza di personale. Le scuole pubbliche soffrono del fenomeno delle classi pollaio per mancanza di docenti. Le strade, gli acquedotti, gli edifici pubblici crollano a pezzi per mancanza di fondi da destinare ai necessari lavori di manutenzione; ampi settori della produzione manifatturiera, e dei servizi in Italia sono totalmente scoperti e in mano agli importatori prevalentemente in regime di oligopolio, ma l’Unione Europea impedisce allo stato di creare lavoro nell’economia reale quando ce ne sarebbe estremo bisogno. La risposta è quindi no; non è così; lavoro da fare ce n’è tantissimo ma le risorse necessarie per effetto della sciagurata adesione all’Eurozona non possono essere messe a disposizione. Perché mai dunque si dovrebbero destinare risorse pubbliche al NON LAVORO a discapito della creazione di effettive buste paga ? Perché il lavoro, diffondendo ricchezza annienta gli oligopoli e produce diritti sociali mentre la disoccupazione, distrugge i mercati della piccola e media impresa alimentando gli oligopoli che si nutrono della forza lavoro immiserita. Possiamo perciò affermare che il sistema speculativo adottato dalle politiche economiche dell’Unione Europea è BASATO su alti livelli di disoccupazione strutturale (http://en.wikipedia.org/wiki/NAIRU) perché per perseguire l’unico vero obiettivo dei trattati Europei, e cioè la stabilità monetaria e finanziaria, sono fondamentali alti livelli di disoccupazione. La disoccupazione mantiene banalmente basso il costo del lavoro impedendo a chi lavora di pretendere retribuzioni più alte con la minaccia del licenziamento. I salari bassi mantengono bassa l’inflazione e quindi conservano intatti i tassi reali di rendita finanziaria di pertinenza delle classi sociali più abbienti. Tutto talmente semplice da essere disarmante.
Avevano quindi visto bene i nostri padri costituenti. A chi chiede un reddito non serve l’elemosina, ma uno Stato in grado di creare la giusta quantità di lavoro per il proprio funzionamento attraverso il superamento dei fallimenti in cui il mercato inesorabilmente e inevitabilmente cade. In sostanza l’attuazione di quel disegno di politica economica rivoluzionario, disegnato nel dettato costituzionale, basato sul lavoro come forma suprema di socializzazione del capitale.
Il reddito di cittadinanza serve invece a mantenere i disoccupati il più a lungo possibile in condizioni di schiavitù, senza lavoro e senza dignità prima ancora che a fornire agli indigenti le risorse necessarie al loro sostentamento. Non un intervento umanitario in difesa dei più deboli ma un saldo puntello agli interessi dell’alta finanza.
Se si dovessero trovare le risorse pubbliche necessarie sarebbe dunque molto meglio utilizzarle per creare occupazione stabile e non sussidi improduttivi. Vediamo perché.
Potrei dilungarmi a pubblicare numeri e tabelle che diano conto analiticamente di quanto detto ma ora tuttavia è importante dimostrare logicamente come sarebbe molto meno oneroso per le finanze dello stato creare lavoro e non spendere risorse per erogare sussidi.
Consideriamo quindi gli effetti macroeconomici dei due interventi a parità di risorse spese dallo Stato per la loro attuazione e mettiamoli a confronto.
Effetti dell’aumento dell’occupazione per intervento straordinario —-vs—– Effetti dell’erogazione del Reddito di cittadinanza.
Creazione di valore aggiunto nella produzione —— –Nessuna creazione di valore aggiunto
Aumento dell’efficacia dei servizi pubblici erogati—– Peggioramento dell’efficacia dei servizi pubblici erogati
Aumento del risparmio ————————————Nessun aumento del risparmio
Aumento degli investimenti ——————————Peggioramento degli investimenti
Miglioramento dei conti del sistema pensionistico—- Peggioramento dei conti del sistema pensionistico
Aumento del gettito fiscale ——————————–Nessun aumento del gettito fiscale
Miglioramento dei sevizi pubblici———————— Tagli inevitabili al sistema sanitario, pensionistico all’istruzione e a qualsiasi altro settore pubblico
Aumento dei consumi e creazione di nuovo lavoro indotto dal moltiplicatore Keynesiano———–Aumento dei consumi, creazione d’indotto ma in misura molto minore per effetto della minore propensione al consumo
Riduzione della disoccupazione di 7 punti percentuali e ripristino dei livelli su valori frizionali—- Nessuna riduzione della disoccupazione
Riduzione nel medio termine della pressione fiscale—- Aumento immediato e perenne della pressione fiscale
Aumento dell’occupazione di 6 punti percentuali——- Nessun aumento dell’occupazione
Aumento del PIL di 3, 4, 6 punti nel I – II – III anno— Peggioramento del PIL
Aumento dei Salari—————————————— Diminuzione dei salari
Aumento del valore patrimoniale complessivo dei beni pubblici—– Peggioramento del valore patrimoniale complessivo dei beni pubblici
Aumento della produttività complessiva del sistema—- Nessun aumento di produttività del sistema
Riduzione dei tassi per il servizio sul Debito Pubblico— Aumento dei tassi per il servizio sul Debito Pubblico
Miglioramento nel breve termine dei conti pubblici—— Peggioramento stabile dei conti pubblici
Potrei continuare a elencare gli ovvi effetti comparati delle due situazioni prese in esame ma credo che quanto detto possa bastare. Tale comparazione è valida sia che si ragioni in regime di Eurozona che in regime di piena sovranità monetaria.
Con il costo vivo di realizzazione di 6.000.000 (Attenzione, sono questi i numeri reali che dovrebbero essere beneficiari del provvedimento) di redditi di cittadinanza erogati dallo Stato, possono essere creati subito 2.000.000 di posti di lavoro veri e stabili con i vantaggi di cui al quadro sinottico suesposto i quali indurrebbero in cascata la creazione di altrettanta occupazione.
Ma c’è un’altra ragione importante per cui i banchieri d’Europa sobillano talune forze politiche spingendole a chiedere con forza il Reddito di Cittadinanza ed è abbastanza ovvia; perché stante l’impossibilità per il bilancio dello Stato di affrontare la relativa spesa (per via dei vincoli imposti dall’EZ), si aprono enormi e succulente prospettive di imposizione di una assicurazione privata che sarebbe gestita ancora una volta dagli avvoltoi della finanza.
Al termine di questo breve ragionamento, la domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: dobbiamo impegnarci affinché lo Stato trovi le risorse per creare occupazione restituendo dignità a milioni di lavoratori, così come indicato dalla Nostra Costituzione o dobbiamo impegnarci affinché le stesse risorse siano utilizzate per fare l’elemosina a un bel pezzo di paese mantenuto improduttivo con l’obiettivo di lasciarlo inerme, umiliato e senza forze, così come vorrebbero i banchieri dell’Unione Europea ?
E ancora: dobbiamo obbedire ai diktat di chi impedisce all’Italia di creare lavoro, istituzionalizzando l’elemosina o dobbiamo impegnarci a rimuovere tutti gli ostacoli che le politiche economiche Europee hanno disseminato e imposto all’Italia impedendogli di investire nella creazione del lavoro ?
Non il Workfare di sfruttamento alla tedesca, ne’ la triste mancia del Sussidio all’Anglosassone ma lavoro vero e stabile senza spendere una Lira in più di quanto non costerebbero i miserabili sistemi assistenziali proposti.
La risposta, almeno per noi è ovvia. Non credo ci sia altro da aggiungere.
Assolutamente d’accordo. Vogliono solo creare sudditi nullafacenti e dipendenti dalle loro elemosine.