Profughi ed immigrati, ulteriori strumenti del progetto neoliberista
di ANDREA RIACA (ARS Lazio)
Nel 2005 ho soggiornato in Siria per più di un mese girando il Paese in lungo e in largo. Ho parlato con tanti siriani e posso assicurarvi che nessuno aveva alcuna intenzione di emigrare in Europa. Nella Siria di Assad, infatti, lo Stato che tenta di assicurare il benessere ai propri cittadini c’era e c’è ancora adesso che tenta di difendere la patria e il popolo con la forza. Già, lo Stato; questa entità che ormai per noi europei è sempre più evanescente, rimpiazzata com’è da istituzioni non democratiche che fanno capo alla grande finanza e ai grandi complessi bancari il cui fine non è più il benessere dei cittadini, ma quello unico del profitto!
Ecco allora che immagini crude ed orripilanti come quella del povero bimbo siriano annegato (riproposta in prima pagine sulle varie testate giornalistiche) divengono cinici strumenti funzionali alla realizzazione di un disegno ben preciso: piegare le coscienze dell’opinione pubblica europea per allinearla ai desiderata della grande finanza che governa il Mondo.
La grancassa mediatica al servizio del grande capitale è molto abile, priva di scrupoli nell’utilizzo cinico di qualunque mezzo (come abbiamo visto), ad ostracizzare chiunque (etichettandolo semplicisticamente come “fascista” o “razzista”) abbia un’idea politica che possa ostacolare il disegno neoliberista. “Se mi etichetti mi annulli” diceva Kierkegaard. Ed infatti qui non si tratta di essere né fascisti né razzisti, ma di contrastare il progettoneoliberista di aumentare l’offerta di lavoro in Europa attraverso l’introduzione di profughi (che non per niente sono la diretta conseguenza di una guerra scatenata della medesima matrice neoliberista) ed immigrati al fine di procedere alla deflazione salariale che tanto piace al grande capitale! Intatti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non siamo di fronte ad un progetto di tipo umanitario, anche se i mass media cercano di farlo passare per tale facendo leva sulla sensibilità degli europei protesaall’accoglienza.
Per comprendere ciò basta prestare un po’ di attenzione alle parole di Ingo Kramer, numero uno della Confindustria tedesca, e Eric Schweitzer, capo delle Camere di commercio e dell’ industria, i quali sostengono che bisogna facilitare l’ ingresso nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo. «Nei prossimi vent’ anni avremo bisogno di molta più forza lavoro di quella che produrremo». Ci saranno circa 500 mila posti disponibili, sostiene il capo degli industriali. E i profughi sono i più indicati per accaparrarseli. Anche perché si tratta per lo più di impieghi di basso livello, pagati poco, i classici lavori che i tedeschi non vogliono più fare (fonte: “Libero”, 7 settembre 2015).
Entrambi dimenticano però di dire che in realtà, se i salari fossero più elevati, i lavoratori europei sarebbero sicuramente disposti ad accettare tali impieghi di scarsa qualificazione professionale, ma l’eccesso di offerta di lavoro causato dall’immigrazione incontrollata tende, appunto, a deprimere oltre ogni limite i salari orari in tali settori. Quando il processo sarà ultimato il Capitale avrà ottenuto un’altra grande vittoria: il livellamento verso il basso dei salari e dei diritti sociali degli europei.
Inoltre, i lavoratori immigrati tendono ad inviare in patria la quasi totalità dei propri guadagni, anziché spenderli sul mercato domestico deprimendo ulteriormente la domanda interna. Ricordate quando Mario Monti alla CNN nel maggio del 2012 ammise:”we are actually destroying domestic demand”? L’indirizzo politico è esattamente il medesimo, stavolta perpetrato con lo strumento immigratorio in luogo di quello fiscale.
Che la pubblicazione della foto del bimbo siriano annegato faccia parte di un’operazione che ha per scopo quello testé descritto diviene facilmente comprensibile se paragonata alle tante foto altrettanto crude di centinaia di bambini uccisi a Gaza per mano di Israele che i mass media tradizionali si guardano bene dal pubblicare.
E’ opportuno inoltre notare che nessuna testata giornalistica e nessun telegiornale ha spiegato la causa che ha spinto la popolazione siriana a fuggire dalla propria Nazione, limitandosi ad esaltarne, al contrario, solo gli effetti! I mass media convenzionali, infatti, come scrive Maurizio Blondet in un suo recente articolo, “sono riusciti a non dire chi sono i responsabili della tragedia che si è rovesciata sul popolo siriano, a non pronunciare mai la parola “Stati Uniti”, a non dire che i terroristi in guerra contro Assad sono alimentati dai sauditi, addestrati dagliamericani, e sostenuti dalla Turchia, e i feriti dell’ISIS, sono curati negli ospedali israeliani”.
Continua Maurizio Blondet: “La rete tedesca Deutsche Welle ha mostrato centinaia di camion carichi di materiali per l’ISIS in attesa, in lunga fila, nel posto di frontiera turco di Oncupinar, per poi scaricare i loro rifornimenti al Califfato; basterebbe che la Turchia fosse obbligata a smettere questo traffico, e la guerra finirebbe. Time Magazine ha raccontato in un reportage come equalmente Tal Abyad, la cittadina siriana di confine con la Turchia, era vitale per i rifornimenti dell’ISIS, e come la perdita di questa cittadina attaccata dai curdi avrebbe ridotto drasticamente la capacità combattiva dei decapitatori. Era giugno, e la AP vantava che i curdi avanzavano grazie agli intensi bombardamenti americani contro le posizioni del Califfato… quando per gli Usa, che hanno la base ad Incirlik in Turchia, non fanno nulla per tagliare le linee di rifornimento che dalla Turchia partono per il Califfo, sul confine dove operano commandos Usa e gente della Cia.
Le forze curde e quelle di Assad stanno sforzandosi entrambe di tagliare le linee di rifornimento del nemico. Ma sono entrambe limitate da una ‘zona di sicurezza’ che gli Stati Uniti e i suoi alleati regionali hanno creato in territorio siriano alla frontiera, e che continuano ad allargare; quando l’armata siriana ha provato ad attaccare, l’aviazione turca e quella israeliana hanno aggredito le forze siriane, evidentemente per difendere questi “santuari” creati allo scopo di proteggere i terroristi jihadisti.
Gli Usa potrebbero eliminare l’ISIS in un mese – tagliando i rifornimenti – senza nemmeno entrare con alcuna truppa in territorio siriano. I profughi siriani tornerebbero a casa loro, l’orrore finirebbe… è vero, noi italiani resteremmo con il problema degli africani che non fuggono da nessuna guerra, i cui paesi sono in tumultuoso sviluppo”.
“Il fascismo si cura leggendo il razzismo si cura viaggiando” (Miguel de Unamuno)
Oltre alla deflazione salariale, l’arrivo in massa di profughi/migranti in Europa ha un altro vantaggio, dal punto di vista di Lorsignori: innescare una guerra tra poveri per le risorse (sempre più scarse) destinate al welfare, ed impedire che i poveri si coalizzino per combattere il nemico comune. “Dividi et impera” è vivo e lotta insieme a noi…